In dirittura d'arrivo il Piano di sviluppo del Welfare di Milano

In vista dell'approvazione finale da parte del Consiglio comunale prevista per settembre, il Municipio 3 ha esaminato la versione definitiva di questo importante documento di indirizzo delle politiche sociali nella nostra città. ()
wemi milano

Nei giorni scorsi la commissione Politiche sociali del Municipio 3 si è riunita per esaminare la versione finale del Piano triennale di sviluppo del Welfare del Comune di Milano, che andrà poi a settembre in Consiglio comunale per la definitiva approvazione. Questo documento di indirizzo è frutto del lavoro svolto da undici tavoli tematici, che hanno consentito di raccogliere il contributo degli attori che operano su questo terreno, e del confronto con i municipi che hanno potuto fornire il loro apporto, in primis il nostro con il Piano del welfare di zona e l’indicazione delle priorità di intervento.

Nell’illustrare il piano il vicepresidente della commissione e capogruppo del Partito democratico Sergio Boniolo ha utilizzato una sintesi dal significativo titolo “Il cammino della promozione delle persone”, a indicare l’indirizzo di fondo voluto da questa amministrazione per il welfare comunale. Sono stati messi in evidenza prima di tutto alcuni aspetti problematici che emergono dai trend sociali della città: l’alta incidenza di famiglie monopersonali (cioè quelle dei single), molto maggiore che nel resto dell’Italia; la tendenza al peggioramento della salute nella popolazione della fascia di età 65-80; le difficoltà economiche e le emergenze abitative di coloro che non hanno redditi sufficienti per il costo della vita della nostra città ma neppure troppo bassi per accedere al supporto dei servizi sociali; la crescente internazionalizzazione della popolazione con le molte conseguenze che questo complesso fenomeno comporta.

Tra i fondamenti del piano la necessità di superare il modello del welfare novecentesco, imperniato sulla famiglia, e il mantenimento del budget complessivo, un fatto importante in un’epoca di difficoltà e ristrettezze economico-finanziarie dei comuni. il vicepresidente di commissione ha anche sottolineato l’importanza che avranno i municipi per un’efficace attuazione fino al livello dei NIL, i Nuclei di identità locale in cui è stato suddiviso il territorio comunale e la cui conoscenza è massima nelle istituzioni di primo livello.

Le direttrici d'azione per perseguire gli obiettivi del piano possono essere sintetizzate così:

  • determinazione delle priorità in base ai livelli di bisogno di sostegno, attualmente identificate nei soggetti con disabilità, in condizioni di povertà, in situazioni di emergenza abitativa e in stato di marginalità sociale;
  • ampliamento della platea di cittadini fruitori del Welfare, ricomponendo l'attuale frattura tra servizi pubblici gratuiti per i meno abbienti e servizi privati a pagamento per chi può sostenerne i costi, segmenti segnati entrambi da debolezze strutturali;
  • risposta sinergica alle situazioni di emergenza abitativa tramite immobili comunali, beni confiscati alle mafie e spazi messi a disposizione dal Terzo settore;
  • aggregazione e ricomposizione sotto la regia del Comune delle competenze e delle risorse attualmente frammentate fra i diversi livelli istituzionali, per ottimizzare e aumentare l'efficacia dei servizi sociali;
  • rafforzamento delle partnership con il Terzo settore e delle reti sociali e di comunità;
  • nuovi investimenti nelle infrastrutture dove erogare i servizi sociali, anche al fine di creare o migliorare l'efficacia luoghi di riferimento distribuiti sul territorio cittadino.
Assenti totalmente cittadini singoli e rappresentanti di associazioni, la relazione del vicepresidente di commissione è stata oggetto di varie richieste di chiarimento da parte dei consiglieri presenti, e di qualche liturgico intervento delle opposizioni, infarcito dei soliti luoghi comuni, battute e commenti pregiudiziali, a cui siamo mai troppo tristemente abituati.

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