Il guardiano della collina dei ciliegi

Nel romanzo di Franco Faggiani la sofferta avventura umana di un atleta che consuma la sua vita alla ricerca di un’occasione di riscatto. ()
guardiano collina ciliegi
Narrano le cronache sportive che l’atleta giapponese Kanakuri Shizo, nato a Tamana nel 1891, partecipò alla gara di maratona delle Olimpiadi di Stoccolma del 1912 senza mai raggiungere il traguardo. In una vecchia foto d’epoca appare sorridente in pantaloncini e maglietta bianchi, pettorale di gara numero 344.
Da questo episodio ormai sepolto dall’oblio dei tempi, prende le mosse il bel romanzo di Franco Faggiani che intorno alla figura di Kanakuri imbastisce con filo e ago un romanzo di parziale finzione in cui il maratoneta giapponese, dopo una sofferta militanza nella Legione straniera, torna in patria per diventare, appunto, il guardiano di un meraviglioso bosco di ciliegi nell’estremo nord del suo paese.
Il filo conduttore del racconto, che penetra affondo nella complessa cultura giapponese, è il rispetto dell’onore e della dignità sociale che spingono il protagonista a espiare in un per altro fantastico isolamento il “peccato” di non aver soddisfatto la fiducia riposta in lui dall’imperatore Mutsuhito e dal suo allenatore Jigoro Kano, famoso per esser stato l’inventore del judo.
Accade però che nel 1967, un giornalista svedese rintraccia Kanakuri e gli offre l’opportunità di poter completare la gara interrotta nel 1912. Il vecchio atleta ritorna a Stoccolma e completa la sua maratona nel tempo finale di 54 anni, 8 mesi, 6 giorni, 5 ore, 32 minuti, 20 secondi e 3 decimi.
La corsa di una vita, per quanto bizzarra possa apparire, è però solo il pretesto per raccontare la solitudine di un uomo che si ritira sulla collina dei ciliegi in assoluta comunità con la natura, ad accarezzare gli alberi, annusare l’aria e il vento, immergere le mani nella terra, tenendo a rispettosa distanza le persone umane che gli ricordano troppo da vicino il suo dolore di sconfitto nell’onore.
Le pagine descrittive dei luoghi e delle situazioni raccontano di un Giappone arcaico, dove il padre del protagonista, funzionario dell’Impero, si suicida alla morte dell’imperatore e dove le classi sociali hanno ruoli ben definiti ed estremamente formalizzati.
Scrive Faggiani nella Postfazione: “Un uomo di settantasei anni in abito da città che tagliava un filo di lana destò più curiosità che interesse e guadagnò solo un piccolo servizio fotografico. Non ho dunque potuto attingere a una grande documentazione al riguardo, ma dove la realtà non è stata sufficiente ho messo in campo la fantasia per dare vita a una storia che mi sembrava meritevole di essere raccontata”.
Onore dunque al merito del racconto…

Franco Faggiani
Il guardiano della collina dei ciliegi
Fazi Editore, pp.230, € 16

(Massimo Cecconi)

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