Donne di Scienza: Nettie Stevens

Riconosciuta come scienziata di massimo livello, non riuscì a ottenere una posizione universitaria regolare, ma i suoi studi avvantaggiarono i colleghi maschi, come Morgan, premio Nobel nel 1933. ()
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Nata nel Vermont nel 1861, Nettie Stevens condusse ricerche fondamentali per stabilire che il sesso di un organismo è dettato dai suoi cromosomi e non da altri fattori.
Di famiglia modesta, frequentò la scuola pubblica rivelando doti eccezionali; dopo il diploma lavorò per mantenersi e conseguire la laurea nel 1883. Più tardi si iscrisse alla Staford University con l'intenzione di dedicarsi interamente alla ricerca biologica.

Nel 1900, dopo aver ottenuto il Master in fisiologia, si iscrisse al Bryn Mawr College femminile in Pennsylvania, creato nel 1885 e facente parte delle “Seven Sister Colleges”, uno dei pochi istituti fondati per offrire anche alle donne una rigorosa formazione intellettuale e possibilità di ricerca uguali a quelle disponibili per gli uomini, anche con borse di studio post-laurea. La Stevens restò nell'ateneo come insegnante e ricercatrice nel campo della biologia e genetica fino alla sua morte, trasmettendo ai suoi studenti e colleghi la sua passione per il sapere e la condivisione dei risultati ottenuti.

Già gli scienziati Boveri e Wilson sostenevano che i cromosomi fossero parti individuali delle cellule. Studiando i vermi della farina, Stevens riuscì a stabilire che lo sperma dei maschi conteneva entrambi i cromosomi che determinano il sesso, X e Y, mentre le cellule riproduttive delle femmine contenevano solo il cromosoma X. Fu la prova del fatto che il sesso di un organismo è determinato dal suo patrimonio genetico e non da fattori ambientali come sostenuto anche da Morgan.

Nettie Stevens fu tra le prime vittime della negazione del riconoscimento del ruolo delle donne nella ricerca scientifica. Il merito della scoperta delle basi genetiche della determinazione del sesso viene infatti spesso attribuito a Thomas Hunt Morgan, un genetista molto noto al tempo, con il quale Nettie intrattenne copiosa corrispondenza; fu lui a scrivere uno dei primi manuali di genetica, ingigantendo il suo contributo alla materia.

"C'è questa terribile abitudine per cui i libri di testo tendono a reperire informazioni dai libri di testo precedenti", spiega la storica Laura Hoopes. Così, il nome di Nettie Stevens fu a lungo ignorato.
Eppure non c'è dubbio che Morgan dovesse molto al lavoro della studiosa. "Morgan corrispondeva con altri scienziati in merito alle sue teorie", continua Hoopes, "Ma nelle sue lettere a Nettie Stevens si limitava a chiederle i dettagli dei suoi esperimenti. Quando poi Stevens morì, nel 1912, Morgan scrisse un articolo in cui sosteneva che lei avesse una visione limitata della scienza. Ma solo perché non le aveva fatto abbastanza domande".
La causa della morte di Nettie fu anche per lei cancro al seno.

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