Ogni riferimento è puramente casuale
Antonio Manzini propone una raccolta di racconti sul mondo dell’editoria. Tragicamente esilarante.
(Massimo Cecconi)12/06/2019
Antonio Manzini, molto noto al pubblico dei lettori per via delle storie nere interpretate dal commissario (pardon, vicequestore) Rocco Schiavone, poliziotto romano disilluso e sarcastico emarginato dai suoi superiori comandi in quel di Aosta, propone in questo suo nuovo libro sette racconti che hanno come tema centrale il mondo dell’editoria, con i suoi annessi e connessi.
Sette storie giocate nei toni principali del grottesco per raccontare un universo che ben si presta a essere interpretato a tinte anche forti.
Ecco dunque una sfilata di scrittori falliti, di critici austeri ma non troppo, di enfatici autori andini di best seller accompagnati da voraci editori e uffici stampa che farebbero del male anche alla propria madre pur di vendere un libro, librai improvvisati e così elencando.
Piccole storie ignobili, come direbbe il sommo Guccini, che nascondono, non troppo, un mondo che l’autore dimostra di conoscere molto bene.
Il grottesco domina, accompagnandosi a ironia che evolve spesso in sarcasmo, in un affaccendarsi tutto italico per emergere, avere successo, fare soldi.
Al graffio di Manzini non sfuggono neppure i “ringraziamenti” che ogni autore che si rispetti deve contemplare alla fine del suo libro.
Ci sono poi le dediche tipo “A tutti i miei colleghi, ovunque voi siate” o “A tutti quelli che hanno la verità in pugno” per non dire della sublime “ A tutti i librai che ho conosciuto in questi anni, asserragliati nelle fortezze Bastiani con la consapevolezza che i tartari sono già in mezzo a noi”.
La più dedica di tutte, “Lei ha gli occhi di-amante!”, provoca in chi la riceve un considerevole trambusto emotivo.
Per 271 pagine, ci si diverte.
Antonio Manzini
Ogni riferimento è puramente casuale
Sellerio, pp.271, € 13
Sette storie giocate nei toni principali del grottesco per raccontare un universo che ben si presta a essere interpretato a tinte anche forti.
Ecco dunque una sfilata di scrittori falliti, di critici austeri ma non troppo, di enfatici autori andini di best seller accompagnati da voraci editori e uffici stampa che farebbero del male anche alla propria madre pur di vendere un libro, librai improvvisati e così elencando.
Piccole storie ignobili, come direbbe il sommo Guccini, che nascondono, non troppo, un mondo che l’autore dimostra di conoscere molto bene.
Il grottesco domina, accompagnandosi a ironia che evolve spesso in sarcasmo, in un affaccendarsi tutto italico per emergere, avere successo, fare soldi.
Al graffio di Manzini non sfuggono neppure i “ringraziamenti” che ogni autore che si rispetti deve contemplare alla fine del suo libro.
Ci sono poi le dediche tipo “A tutti i miei colleghi, ovunque voi siate” o “A tutti quelli che hanno la verità in pugno” per non dire della sublime “ A tutti i librai che ho conosciuto in questi anni, asserragliati nelle fortezze Bastiani con la consapevolezza che i tartari sono già in mezzo a noi”.
La più dedica di tutte, “Lei ha gli occhi di-amante!”, provoca in chi la riceve un considerevole trambusto emotivo.
Per 271 pagine, ci si diverte.
Antonio Manzini
Ogni riferimento è puramente casuale
Sellerio, pp.271, € 13