Integrazione. Un calendario per imparare i nomi dei bambini del mondo

Majorino: "Favorire tutti i percorsi di incontro e riconoscimento tra culture diverse"
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“Doghissimi”, dalla lingua del Benin, “Conosci il mio nome”. È il messaggio lanciato dai bambini delle comunità straniere di Milano ai propri coetanei e compagni di scuola. Un invito a conoscere la corretta pronuncia di nomi apparentemente difficili ma, soprattutto, a scoprirne il significato legato alla tradizione e alla storia del Paese d’origine.  
È questo il cuore del progetto realizzato dal Comune di Milano e dall’Associazione Compagnia Africana che ha portato, tra le varie  iniziative, alla stampa del calendario "Doghissimi 2012" da distribuire nelle scuole. Il calendario riporta tantissimi nomi dei bambini del mondo. Ogni mese una nazionalità, ogni giorno un nome diverso. Dodici i Paesi e le comunità: Benin, Ghana, Congo Democratico, Perù, Russia e Romania, Cina, Sri Lanka, Togo, Senegal, Costa d’Avorio e Camerun, Nigeria e Mapuches (abitanti amerindi originari del Cile).
Oggi l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, il Presidente della Compagnia Africana Michel Koffi Fadonougbo, la mediatrice dell’associazione Fratelli dell’Uomo Margarita Clement, il responsabile dell’Ufficio intercultura Arci Milano Geppino Materazzi hanno presentato il progetto a Palazzo Marino.

“È nostra intenzione favorire in questa nuova fase storica di Milano – ha detto l’assessore Majorino – tutti i percorsi di incontro, riconoscimento e interdipendenza tra le diverse culture, valorizzando anche progetti come quello presentato oggi. Per troppo tempo nella nostra città le cose sono rimaste ferme o solo in incubazione, senza che fossero seguite fino in fondo e raccontate. Abbiamo iniziato con il Forum delle culture lo scorso autunno e continueremo il prossimo 21 aprile con gli stati generali dell’immigrazione: un confronto pubblico su come sviluppare buone pratiche partendo dalle esperienze positive che avranno voce in quell’incontro”.

“Il progetto doghissimi – ha spiegato il Presidente Fadonougbo – è nato per far conoscere l’identità dei cittadini milanesi di domani. Ciò che crea la difficoltà degli incontri sono spesso i nostri costumi. L’individuo si muove con il suo essere intimo e a questo bisogna fare riferimento. Conoscerne il nome è uno dei modi per entrare in contatto non solo con questo individuo ma con la storia e la cultura del suo Paese. Ogni uomo ha il diritto di portare il proprio nome e di essere fiero di portarlo”.


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