Milano 1947, misteri a Porta Venezia: intervista a Fulvio Capezzuoli
Sono
di nuovo insieme al mio amico Fulvio Capezzuoli con cui, l’anno
scorso, avevo discusso del suo romanzo “Milano 1946, delitti a
Città Studi”. Oggi che esce in libreria “Milano 1947, misteri a
Porta Venezia”, vorrei parlare con lui di questa suo nuovo
lavoro.
D.
A un anno esatto di distanza dal primo, pubblichi, sempre con Todaro
Editore, un secondo poliziesco. È il segnale che il primo ha avuto
un buon risultato?
R.
Sì, in effetti la prima edizione era ormai esaurita da tempo, tanto
che contemporaneamente all’uscita del nuovo, la Todaro ha
provveduto a una ristampa del precedente. Questa seconda avventura
del commissario Maugeri era piaciuta al comitato di lettura della
casa editrice, per cui mi è stato subito proposto un contratto, e
oggi sono molto contento di vedere di nuovo un mio romanzo nelle
librerie.
D.
Questo però non si svolge come l’altro a Città Studi, ma a Porta
Venezia. A cosa è dovuto questo cambio di location?
R:
Come ti dicevo la volta scorsa, Città Studi non era, come non è
tutt’ora, un luogo particolarmente pericoloso, dove avvenivano
delitti a ogni angolo. Tra l’altro il titolo menziona Porta
Venezia, perché vi si trova una lussuosa villa dove abita un nobile
che viene assassinato, ma altrove, sui Navigli. L’indagine però si
svolge lì e proprio Porta Venezia sarà teatro di altri fatti
sanguinosi.
D.
Quindi hai completamente abbandonato Città Studi?
R.
Tutt’altro. Il commissario Maugeri che, ricordi, viveva in
coabitazione con i suoi genitori, ora ha trovato casa in viale
Romagna, in un edificio di proprietà del Ministero degli Interni,
che vi alloggia i suoi funzionari, cosi che sullo stesso pianerottolo
dove vive il commissario con la sua famiglia, abita il suo
collaboratore principale, l’ispettore Valenti insieme alla moglie.
Poi Maugeri viene portato da Giovanna a vedere, pensa un po’, un
poliziesco, “Il grande sonno” con Humphrey Bogart, al cinema
Plinius, che era anche allora in viale Abruzzi. Vedi che Città Studi
non la dimentico.
D.
Anche in questo nuovo libro racconti la realtà di tempi lontani.
Hai pescato ancora nei ricordi della tua infanzia?
R.
Nel 1947 avevo cinque anni e i miei ricordi si fanno effettivamente
più precisi. Era una città diversa da quella dell’anno
precedente. Molte macerie della guerra erano state rimosse e
sorgevano ovunque nuovi edifici dove andavano a vivere quelli che la
casa l’avevano perduta. Le difficoltà erano ancora tante, la vita
era difficile e racconto per esempio, pescato proprio dai miei
ricordi, il problema del razionamento alimentare. La tessera per
comprare la carne non era sufficiente per arrivare alla fine del
mese, così che una sera, con i risparmi dovuti ai lavori di
battitura a macchina, la moglie del commissario, naturalmente senza
farlo sapere al marito, si rivolge al mercato nero per far trovare
alla famiglia, sulla tavola, un pezzetto di vitello. La fame non era
ancora scomparsa del tutto.
D.
Hai anche inserito una curiosità che non conoscevo. In quegli anni
nasce il concorso del Totocalcio, che però allora si chiamava
“SISAL”.
R.
SISAL in realtà è il nome della società che gestiva, e gestisce
anche oggi, ogni forma di scommessa. La prima schedina nacque nel
1946 con quel nome e il gioco divenne subito molto popolare.
Bisognava indovinare i risultati di 12 partite di calcio (divennero
13 solo nel 1950) e ricordo che in quegli anni mio padre, che era un
semplice impiegato e che mi ha trasmesso il disinteresse totale per
ogni forma di gioco, era sinceramente scandalizzato dal fatto che nel
suo ufficio, il sabato mattina, molti suoi colleghi trascorressero
parte del loro tempo a discutere della compilazione della schedina.
La cosa che lo faceva più imbestialire, era che il capo-ufficio,
anziché intervenire, partecipasse attivamente ai pronostici relativi
all’1 X 2.
D.
C’è poi un altro fatto particolare che riguarda la Madonnina, uno
dei simboli di Milano, e che tu racconti.
R.
Non molti ricordano che durante la guerra, la Madonnina venne
completamente ricoperta di stracci, per evitare che i suoi riflessi
dorati facessero da guida ai bombardieri alleati. Nella tarda
primavera del 1945 (non sono riuscito a determinare la data esatta),
venne riportata alla luce, durante una cerimonia pubblica seguita
nella piazza del Duomo e nelle vie adiacenti, da migliaia di persone.
Il cardinale Schuster, sul tetto del Duomo, impartì la benedizione
per l’evento e accanto a lui l’allora famoso radiocronista
sportivo, Niccolò Carosio, commentò in diretta l’avvenimento. In
questo romanzo, Maugeri ascoltando casualmente la voce di Carosio,
ricorda quell’avvenimento accaduto due anni prima, ma molto
importante, perché rappresentava per tutti il segnale della fine
della guerra.
D.
Ci sono altri ricordi curiosi che fai emergere nel racconto, ma come
nel primo giallo che hai scritto, anche in questo inserisci un
pezzetto di Storia, come la chiami tu, con la “S” maiuscola.
Continua evidentemente la tua passione per i fatti realmente
accaduti.
R.
Hai ragione. Mi considero sempre uno scrittore di romanzi storici,
indipendentemente dal genere che affronto. In questo secondo lavoro
ho scovato però un episodio, sempre avvenuto durante la seconda
guerra mondiale, veramente poco conosciuto. Devo confessarti che
quando dieci anni fa lessi di questo fatto in un libro di storia, mi
sembrò talmente strano che dubitai della sua veridicità. Un paio
d’anni fa decisi di inserirlo in questo giallo, ma volli prima
effettuare una ricerca che mi portò a trovare tantissimo materiale
su quell’avvenimento, avvenimento che era realmente accaduto. Come
sempre, in una nota finale, indico gli elementi che caratterizzano
questa pezzo di Storia (con la solita “S” maiuscola).
D.
Ho notato che questo romanzo è dedicato a Primo Levi. Mi dici
perché?
R.
Come sai, non mi è possibile, perché darei troppe informazioni ai
lettori sulla soluzione della vicenda. Posso solo dire che bisogna
giungere all’ultima pagina per capire il significato di questa
dedica che, penso sia molto pregnante.
D.
E adesso quali programmi hai relativamente al commissario Maugeri?
Nell’ultimo colloquio dello scorso anno, mi dicevi che c’erano
già pronti altri tre romanzi, quindi dobbiamo aspettarci altre code?
R.
Nel frattempo i romanzi pronti sono diventati cinque. Il terzo è già
in lettura presso la struttura dell’Editore Todaro. Se piacerà,
come mi auguro, e se questo secondo avrà un buon successo di
pubblico, altra cosa che mi auguro, arriverà la pubblicazione anche
del terzo, forse prima della prossima estate.
D.
Qualche anticipazione sui contenuti?
R.
Si svolge nel 1948 e prende l’avvio da un omicidio che avviene in
via Guido Reni, quindi torniamo a Città Studi, dove poi si
svilupperanno le indagini. Ricompare in questo terzo romanzo, un
personaggio che i lettori incontreranno nel secondo, un americano
agente dei Servizi Segreti e…insomma di cose interessanti penso che
ce ne siano.
D. Quindi devo augurati un buon successo anche per questo tuo secondo giallo, così a breve, potremo leggere il terzo.