26/05/2015
Fissare l'immagine, ciclo di incontri sull'arte contemporanea.

Marisa Merz, Living Sculpture, 1966Presso l'Ass. Apriti Cielo, via Spallanzani 16,  alle 20.30 il primo dei tre incontri sull'arte contemporanea.


Tutti sappiamo cos’è l’arte contemporanea: progresso ed originalità.

Il testo del 2008 del filosofo italiano Giorgio Agamben lo chiarisce meglio: essere contemporane* significa “essere in grado di fissare lo sguardo sull’oscurità di questa epoca, ma anche di percepire in questa oscurità una luce che, puntata su di noi, si dilegua indefinitamente”.

Questi incontri ci permetteranno di conoscere le opere e le biografie delle artiste/i che hanno modificato ed aperto al contemporaneo nuovi modi di rappresentare l’immaginario delle “cose” nel mondo.
L’analisi del loro lavoro ci porterà a conoscere i processi creativi, i nodi che stanno alla base del “fare” artistico.
Interessante sarà costatare il continuo flusso tra “passato” e “presente”, l’incontro tra l’opera d’arte antica ed il contemporaneo.
Conoscere le relazioni, i legami tra il soggett* “artista” ed i rapporti con: committenza, critica, gallerie, musei, mercato, collezionismo.
Percorrendo questi temi ci avvicineremo ai significati di ciò che si definisce “arte del nostro tempo”.

“Riflettere su quanto sta accadendo fa parte delle regole spontanee della vita, è un dovere sempre che non si accentui troppo la comprensione perché molte volte la comprensione blocca l’azione.Il presente seppellisce sempre il presente.Tutta l’arte è concettuale per il semplice fatto che se ne parl.”

Vincenzo Agnetti 1979

Enzo Contini è nato a Lonigo (VI) nel 1945. Vive a Milano, lavora come scultore all’interno di un fabbricato industriale in via Sant’Uguzzone 26. Dal 1986 insegnante di pittura presso la Scuola Civica Faruffini, Sesto San Giovanni-dal 2003-1996: insegnante di storia dell’arte e disegno presso CFP per grafici, Casalpusterlengo.


Oggi:

OLTREPASSARE I CONFINI

Al di là della pittura

Marisa Merz, Living Sculpture, 1966

Nell’anno 1969 un curatore davvero speciale, Harald Szeemann, presenta il lavoro di 38 artist* la cui creatività nel produrre opere non ha più nulla a che fare con le tecniche della pittura e della scultura tradizionalmente intese.
In quegli anni molt* artist* aprono a 360 gradi la possibilità di utilizzare per la realizzazione delle loro opere e performaces, dimensioni materiali, luoghi, azioni che modificano il concetto del fare arte.
Negli anni 50 e 60 nascono nuovi movimenti: Anti – Form, Process – Art, Arte Povera, Earth Art, Arte Concettuale, Happening, Performances e Body Art.
Nel lavoro di artist* come Abramovic, Agnetti, Beuys, Boetti, Bourgeois, De Dominicis, Heizer, Klein, Kosuth, Kounellis, Manzoni, Merz, Nauman, Serra, Smithson al centro dell’opera c’è il corpo, il paesaggio, la parola, l’oggetto comune, il manufatto industriale…
Ci porremo questa domanda: perché quest* artist* non “dipingono” o “scolpiscono” più?