A teatro e al cinema… a piedi. Il sale della terra e omaggio a Wim Wenders

Dal 3 al 27 febbraio la sala cinematografica di Spazio Oberdan, ora luogo di cultura gestito dalla nuova Città Metropolitana, propone una rassegna dei film di Wenders tra i quali non poteva mancare il documentario dedicato a Salgado. Organizza come sempre la Cineteca Italiana.

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salgado sale della terra wenders WEB
Dalle nostre parti è raro, se non rarissimo, che un film documentario approdi nelle sale cinematografiche e che ci rimanga per un tempo indiscutibilmente lungo.
È accaduto con Il sale della terra che Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado hanno realizzato sulla personalità e l’opera dello straordinario fotografo Sebastião Salgado.
Il sale della terra è un film sontuoso che, attraverso le sconvolgenti fotografie di Salgado, ricostruisce un mondo intero, popolato di incubi e di sogni, di miserie umane e di speranze.
Va da sé che chi non lo ha ancora visto debba correre in Cineteca per rimediare. Non sarà deluso.

La rassegna poi si dedica a presentare, se non tutta, almeno la parte più significativa dell’opera di Wenders in occasione della consegna del riconoscimento alla carriera al prossimo Festival del cinema di Berlino.
Nella retrospettiva ci sono i primissimi film di Wenders come Prima del calcio di rigore (1970) e Alice nelle città (1973) che dettero fiato e anima al movimento del nuovo cinema tedesco di cui Wenders fu uno degli autori di riferimento.

Ci sono le riflessioni amare di Nel corso del tempo (1975) e la rivisitazione di un genere come in L’amico americano (1977). C’è la ballata di sapori, colori e musica di Lisbon Story (1995) in cui ritorna Rüdiger Vogler, l’attore feticcio dei primi film di Wenders.

C’è soprattutto quel film emblematico che è Il cielo sopra Berlino (1987), in cui si mescolano e sovrappongono pulsioni umane e immortalità celesti, nel cielo di una città emblematica per la cultura e la storia del ‘900.

Seguono poi film meno noti e che, forse, hanno avuto meno successo come Non bussare alla mia porta (2005) o La terra dell’abbondanza (2004), testimonianze comunque del rapporto dell’autore con il cinema americano come lo stesso Paris, Texas (1984) che di Wenders rappresenta invece una delle opere più alte.

Non mancano in rassegna due documentari particolarmente ispirati come L’anima di un uomo (2002) rivisitazione appropriata delle origini e della potenza della musica blues e Pina (2011), omaggio perfetto all’arte coreografica di Pina Bausch.

Il cinema di Wenders rappresenta una dimensione culturale del tutto originale nel panorama cinematografico internazionale, un cinema d’autore che ha saputo e sa confrontarsi con i generi e interpretarli con una grande capacità di rendere spettacolare anche ciò che non lo è per definizione.

Emblematico per l’essenza del cinema è Lo stato delle cose (1982), con un cast che fa parte della storia del cinema e con una storia che racconta l’essenza stessa del cinema. Punto.

Per saperne di più sulla programmazione e sulle modalità di accesso l’indirizzo è sempre quello benemerito: www.cinetecamilano.it

Massimo Cecconi


P.S. L’autografo di Wim Wenders è originale.


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