A teatro e al cinema…a piedi: Diplomacy. Una notte per salvare Parigi

Un buon film “da camera” che rievoca un episodio storico attraverso il duello verbale e psicologico di due uomini che trovano un umano sentire comune nell’atrocità della guerra. ()
diplomacy

E’ l’alba del 25 agosto 1944. Gli alleati stanno per liberare Parigi dall’invasione nazista. Nell’appartamento d’albergo che funge da suo quartiere generale, Dietrich von Choltitz, generale tedesco nel ruolo di governatore di Parigi, sta perfezionando gli ultimi dettagli per radere al suolo Parigi prima di abbandonarla per sempre. Il generale, che è soprattutto un militare, ha ricevuto l’ordine dal Führer di minare la Ville Lumière nelle fondamenta dei suoi spazi più prestigiosi, Notre-Dame e la Tour Eiffell, Les Invalides e, soprattutto, l’Opéra. Con i monumenti moriranno alcuni milioni di parigini. Nella sua follia devastatrice Hitler, non potendo possedere la città più amata, la vuole distruggere. Da manuale di psichiatria. Nell’appartamento del generale si introduce furtivamente, attraverso un passaggio segreto che era servito per favorire una passione amorosa di Napoleone III, Raoul Nordling, console generale svedese a Parigi.

Inizia così una partita giocata tutta sul piano psicologico, in cui il diplomatico insinua nel governatore il dubbio rispetto all’ordine che ha ricevuto. Il militare sostiene di avere sempre ubbidito agli ordini che gli sono stati impartiti, per quanto difficili da eseguire. Per cui intende procedere così come gli è stato ordinato. Ma qualcosa in lui si incrina, sotto le incalzanti controdeduzioni di Nordling, le certezze del governatore iniziano a vacillare. Quando poi vengono evocati gli affetti familiari, il governatore cede. Parigi è salva. Parigi è libera.

Storia verosimile se non vera, riadattata da una pièce teatrale di Cyril Gely, che qui collabora alla sceneggiatura, Diplomacy si costruisce intorno a un dramma da camera magistralmente interpretato da Niles Arestrup (von Choltitz) e André Dussollier (Nordling) che duellano con intensità e ironia, con convinzione e dubbi, alla ricerca di una soluzione al problema che sia giustificata e giustificabile nello scenario tragico di una guerra che sta consumando i suoi ultimi spasmi.

Alla domanda del generale: “Lei cosa farebbe al mio posto?”, il console dà la risposta giusta: “Non so”.

E’ il dubbio infatti che risolve l’atroce dilemma e non le certezze o la verità.

Dirige bene Volker Schlöndorff (classe 1939) già esponente del giovane cinema tedesco (chi si ricorda Fuoco di paglia con Margarethe von Trotta?). Attori, giusto per ribadire, superbi.

Sullo stesso argomento si ricorda il film Parigi brucia? (1966) di Renè Clement in cui la parte di Nordling era interpretata da Orson Welles. 85 minuti di buon cinema.



Diplomacy. Una notte per salvare Parigi
Regia di Volker Schlöndorff
Con Niels Arestrup, André Dussollier
Fra-Ger 2014

In programmazione al Cinema Palestrina

(Massimo Cecconi)



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