A teatro e al cinema…a piedi: Omaggio a Jim Jarmusch

Dal 27 agosto dieci film dieci del grande autore americano. Riprende al meglio  la nuova stagione della Cineteca Italiana a Spazio Oberdan, in attesa in città dei fasti(?) del cinema di Locarno e di Venezia. ()
dead man1 (jarmusch)

Se sarete sopravvissuti alle fastidiose piogge estive che hanno infestato, almeno al nord, le arene estive e le vacanze in montagna, potrete essere (parzialmente) risarciti a partire dal 27 agosto dalla rassegna che la Cineteca Italiana dedica a Jim Jarmusch, grande irregolare del cinema americano.

Sessantenne di origini europee, il regista ha visitato e praticato codici cinematografici molto differenti tra loro riuscendo (quasi) sempre a segnalarsi come autore originale e attendibile a partire da Permanent Vacation (1980), saggio di regia che gli valse il diploma in una scuola di New York a ventotto anni.

Negli anni ’80 e ’90 escono, con cadenza quasi regolare, film che applicano un linguaggio nuovo al cinema americano, ben lontani dagli stereotipi hollywoodiani, spesso con la complicità di grandi ed eccentrici musicisti come John Lurie, Tom Waits e Iggy Pop. Nel cinema di Jarmusch c’è ampio spazio persino per Roberto Benigni quando i suoi toni surreali erano ancora prevalenti nella sua pirotecnica verve recitativa.

Ecco quindi Stranger Than Paradise (1984),  Daunbailò(1986) e Tassisti di notte (1995).

Con Dead Man (1995), Jarmusch, con la complicità onirica di Johnny Depp, rivisita il genere western restituendolo, verosimilmente, al suo carattere più violento e trasgressivo.

Con Ghost Dog (1999), si misura con il codice dei samurai, con Coffee and Cigarettes (2003) si diverte a intrecciare raccontini urbani, collezionati nel corso di un decennio, con l’altrettanto divertita presenza,tra gli altri,  di Roberto Benigni, Steve Buscemi, Iggy Pop, Tom Waits, Cate Blanchett e Bill Murray

Poi le regie di Jarmusch si diradano. Nel 2005 dirige uno dei suoi capolavori, Broken Flowers, con uno straordinario Bill Murray, attore feticcio di Wes Anderson, altro grande irregolare del cinema made in USA. Qui Jarmusch, sfruttando al meglio le doti dell’attore,  dà fondo alla sua vena più intimista e più nichilista.

In Jarmusch i personaggi sono spesso impegnati in un viaggio, in una sorta di rivisitazione del paesaggio americano, spesso vivono le loro storie ai margini delle grandi città, nelle pieghe delle periferie, nella mediocrità della provincia più profonda. Più credibilmente il viaggio è intorno e dentro i personaggi stessi, alla ricerca di una ragione, anche se solo narrativa.

Chiude la rassegna, anche cronologicamente, Solo gli innamorati sopravvivono (2013) sorta di ballata romantica in cui il genere “vampiri” assurge a dignità intellettualmente impegnata. con una emblematica Tilda Swinton. Film molto ben accolto da critica e pubblico.

Ecco in dieci film la possibilità di scoprire o riscoprire un autore indipendente, molto attento alla narrazione della marginalità, con una particolare predilezione del piano-sequenza e della buona musica, essendo lui stesso un eccellente compositore.

Un bell’inizio di stagione.

 

N.B. Per il programma completo e le modalità di accesso è sempre valida l’ipotesi di visitare il sito: www.cinetecamilano.it

 

 

(Massimo Cecconi)


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