Andar per mostre: Fabrizio Plessi – Gli anni Settanta

La Fondazione Mudima ospita sino al 28 giugno un’articolata retrospettiva di un artista che ha sperimentato percorsi apparentemente diversi tra loro avendo come denominatore comune l’ossessione dell’acqua.

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Elemento acqua. Apre la mostra un pannello in cui è riprodotto il gesto di tagliare un getto d’acqua con una grossa forbice. Si prosegue in un ampio campo visivo dove gli spazi aerei sono occupati da gabbie che contengono acque colorate e anticipano, sullo sfondo, un grande argano/piramide colorato che sostiene una grande gabbia, la più grande di tutte in mostra, che contiene acqua.

Si salgono le scale e le pareti dello spazio espositivo superiore sono occupate da opere realizzate su carta intelata, tela emulsionata su legno e su carta millimetrata, il cui tema è ancora una volta l’acqua approcciata attraverso elementi e marchingegni che servono a contenerla o a comprenderla: tubi, snodi, pompe, un cavatappi che diventa una trivella, bicchieri di composizione varia.

La vera magia si compie però nelle cantine dello spazio espositivo di Mudima, dove è ospitata l’opera permanente La quinta del sordo di Wolf Vostel, conosciuta anche come La Piscina.

Nella Piscina è adagiata una lunga barca in legno che ospita la videoinstallazione Crazy pool(1977) in cui l’acqua è quella del mare con i suoi sciabordii e con le sue risacche, con i suoi rumori di vitale fondatezza.

L’impatto è magico, appunto.

Ci voleva la Fondazione Mudima per mettere in scena opere mai viste a Milano come l’installazione La gabbia d’acqua, esposta alla Biennale di Venezia del 1972 o le opere pittoriche mai più esposte da quarant’anni.

La barca adagiata sul fondo della piscina, con il suo rumoroso contenuto liquido, rimanda nell’evocazione al Nuotatore (1984) di Studio Azzurro per forza visiva e liquidità dell’immagine.

Fabrizio Plessi è nato a Reggio Emilia nel 1940 e ha studiato e poi insegnato all’Accademia di Belle Arti di Venezia a cui, forse, si deve la sua particolare attenzione all’elemento acqua, quale elemento fondante.

Scultore e videoartista, la sua opera sembra incentrarsi su una ossessiva e maniacale forgiatura dell’acqua.

Un lavoro epistemologico molto fluido come la mostra dimostra.

Scrive Gino Di Maggio nella prefazione del bel catalogo:” E’ come dire che noi siamo acqua e l’acqua è noi… Un elemento, l’acqua, che al di là delle diverse forme con cui verrà formalizzato da Plessi nelle sue opere a partire dagli anni Settanta, accompagna da sempre l’artista. Un lungo e non ancora esaurito cammino che ritrovo ancora una volta nel volto segnato dal tempo del ritratto fotografico, così come nella consapevolezza, lì ben visibile, che con il tempo l’artista ha maturato”.


FABRIZIO PLESSI. Gli anni Settanta
A cura di Marco Meneguzzo
Fondazione Mudima
Via Tadino 26 Milano
Lunedì-venerdì 11.00-13.00; 15.00-19,30
Ingresso libero
Catalogo in mostra

(Massimo Cecconi)



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