A teatro e al cinema…a piedi: Dallas Buyers Club

Cinema e diritti civili. Una battaglia per sconfiggere l’Aids. E’ Hollywood, bellezza… ()
Dallas Buyers Club soundtrack

1985. Dallas. Texas. Ron Woodroof (Matthew McConaughey) operaio elettricista, alcolista, puttaniere, omofobo contrae l’Aids. Inizia così il suo mirabolante calvario che, invece di durare trenta giorni come diagnosticato dai medici, dura sette anni, come ci informa l’epitaffio finale del film.

In questi sette anni, questo involontario eroe ne combina di ogni per salvare la sua pelle ma anche quella degli altri ammalati di Aids, arrivando a costituire un’associazione che, contro le leggi vigenti, distribuisce farmaci che aiutano i sieropositivi a contenere la loro malattia.

Nel suo percorso salvifico incontra Rayon (Jared Leto) un omosessuale travestito e tossicodipendente con cui condivide la lotta contro il morbo ma anche contro gli stereotipi sociali e legali.

Così detto, siamo dalla parti del cinema hollywoodiano impegnato nelle battaglie civili, dove i buoni sembrano cattivi e dove i buoni sono cattivi davvero. Un cinema che strappa qualche lacrimuccia ma che non entra davvero in argomento, resta alla superficie, si limita a spettacolarizzare una vicenda che allora scosse il mondo e ancora, anche se i mass media ormai la snobbano, cova neanche troppo velatamente sotto le ceneri. Certo è cinema che serve a riflettere, ad esempio, su come il cinema americano, almeno il più recente, descrive la classe operaia americana i cui rappresentanti, fuori dal lavoro, si ubriacano, frequentano puttane e trafficano in qualsivoglia. Per analogia, viene in mente, sempre per esempio, Killer Joe del serafico William Friedkin nel quale, per altro, compare in un ruolo schizzato lo stesso Matthew McConaughey e anche qui la classe operaia è brutta, sporca e cattiva. Se la classe operaia americana va all’inferno, a McConaughey è toccato vincere l’Oscar 2014 quale miglior attore protagonista. Un Oscar per aver perso, per esigenze di copione, 22 chilogrammi, per l’attaccamento alla vita e per accanimento terapeutico. Comunque meritato, anche se in lizza c’era lo splendido Brune Dern di Nebraska che, forse, lo avrebbe meritato di più.

Più che meritato, invece, l’Oscar 2014 quale attore non protagonista a Jared Leto che in Dallas Buyers Club racconta meravigliosamente l’inferno interiore e esteriore di un diverso di grandissima umanità.

Andate a vederlo, se potete. Non morde, però.


(Massimo Cecconi)

Dallas Buyers Club
di Jean-Marc Vallée
con Matthew McConaughey, Jared Leto
USA 2013

In programmazione all’Arcobaleno Filmcenter

 


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