2013: l’anno della bellezza secondo "Femminile al Plurale"

Il 9 ottobre 2013 si è svolta a Milano, allo Spazio Oberdan, la presentazione del progetto “Femminile al Plurale”, Si tratta di una piattaforma digitale multi tematica, che intende valorizzare il ruolo della donna nella società e combattere ogni forma di maltrattamento e discriminazione. In altre parole, una sperimentazione innovativa e di ampio respiro che ha l’obiettivo di diffondere una cultura al femminile per combattere la violenza.

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femminile plurale web
Così l'introduzione al convegno: per l’edizione 2013, facendo nostro il pensiero dello scienziato Enzo Tiezzi che propone "l'uso combinato di ragione e sensi, di scienza e bellezza per raggiungere la vera conoscenza, quella unica che cerca la biodiversità", la parola chiave è "Bellezza".

Ma la nascita di questo progetto ha anzitutto una peculiarità di non poco conto: la trasversalità dei soggetti coinvolti. Partner come la Provincia di Milano, la Uiltucs Lombardia, associazioni che si occupano di donne maltrattate e di responsabilità sociale d’impresa per le aziende farmaceutiche, agenzie di comunicazione e web communities fra le più cliccate, sono i protagonisti di quest’evento, che avrà anche una dislocazione fisica -oltre quella virtuale, fra il 15 e il 20 ottobre, in diversi punti della città di Milano.

In associazione al tema della manifestazione - quest’anno la Bellezza, appunto - sono state individuate quattro parole-chiave (Ambiente, Rappresentazione, Diritti e Salute). Momenti di confronto quindi su violenza di genere, diritti, PMA e vita di coppia, laboratori (tra gli altri, quello di analisi sui linguaggi del cinema “al femminile” curato da Gina Annunziata dell’Università L’Orientale di Napoli), proiezione di documentari e cortometraggi, con i lavori di Alessandra Speciale e Maria Di Razza e il percorso proposto dall’artista Maura Savini nel “Segno della bellezza”. (Link degli appuntamenti: http://www.femminilealplurale.it/milano-15-20-ottobre-2013/).

«Il lavoro, d’altronde, unito all’attualità del digitale, è un punto fermo imprescindibile nella vita di ciascuno, specialmente della donna. E compito dell’ente pubblico è valorizzare le risorse territoriali; ecco perché in coordinamento con la Consigliera di Parità abbiamo aderito a questo progetto stanziando dei fondi per delle borse di studio per le ricercatrici», ha detto l’Assessore della Provincia di Milano, Dal Nero.
Un tema ripreso da Ivana Veronese, segretaria nazionale della Uiltucs (il sindacato della Uil per il settore del Turismo, Commercio e Servizi): «Il rapporto fra reale e digitale è oggi centrale, specialmente nel mondo del lavoro. La Uiltucs è stato il primo sindacato A occuparsi dei lavoratori del web, creando un servizio apposito che si chiama Networkers. L’accento importante che vorrei porre circa il progetto di “Femminile al Plurale” è l’apertura tematica - e non solo esclusivamente di genere - per tutto quanto attiene i lavoratori del campo: un contenitore aperto a tutti dove confrontarsi e dove poter discutere di diritti, arrivando a esser più consapevoli anche delle proprie tutele».

Ma dentro al progetto c’è anche chi quotidianamente profonde le proprie energie in luoghi estremamente critici, le carceri per esempio, come l’associazione presieduta da Liliana Olivieri "Diamo Voce A Chi Non Ha Voce", con l'attività teatrale rappresentata dalle stesse detenute. L’impegno di quest’associazione, molto conosciuta per la sua esperienza, comprende anche le scuole, luogo focale per il fondamentale apporto educativo, attraverso la produzione di cortometraggi sviluppati per sensibilizzare i ragazzi sul tema del maschile e femminile in rapporto alla violenza.
E sempre in ambito culturale-artistico agisce anche la Chiesi Foundation, attiva nel campo della procreazione assistita e delle nascite premature.
Il suo contributo al progetto si concretizzerà nei teatri di periferia, attraverso la collaborazione con la compagnia del Teatro del Cerchio, che porterà in scena lo spettacolo "Barbablù".

E, infine, il capitolo comunicazione, che oggi più che mai significa anche interazione.
A proporla è anzitutto il sito leader per le donne  - alfemminile.com - dove la community è il suo motore principale, con i suoi 3 milioni di click al mese. La proposta avanzata è molto concreta e innovativa: navigando sul sito si troverà la sezione apposita dove si potrà  postare direttamente sul wall una propria foto, che racconti la propria storia di cultura al femminile. La stessa operazione potrà essere fatta anche dal sito www.femminilealplurale.it, in modo da raccogliere in un unico contenitore finale, pur utilizzando vie e strumenti differenti, tutti i contributi e i racconti delle utenti.

A chiusura della presentazione un altro pezzo importantissimo del mosaico, sia in termini di contributo al progetto sia per riconosciuto impegno storico e per peso mediatico acquisito: Alberto Contri, presidente di "Pubblicità Progresso", ha descritto l'impegno della fondazione (un ente privato), che ha deciso di parlare alle donne ma anche agli uomini. Una dovuta precisazione, questa, per far comprendere come sia necessario non dimenticarsi mai, soprattutto nelle situazioni problematiche, l' “altra metà del cielo”. Passaggio culturale importante sotto molti aspetti, non da ultimo per evitare l’ulteriore diffusione della cosiddetta pubblicità a-sociale (la proposta di un’immagine di mera accusa ed esclusiva condanna di un dato soggetto).
Tale tipologia di pubblicità, difatti, non solo non funziona ma nemmeno aiuterebbe a risolvere il problema, rischiando anzi di creare stereotipi "al contrario", come l’idea della super-donna. 


Obiettivo è dunque sensibilizzare alla lotta contro la violenza e agli stereotipi di genere tramite una campagna biennale che prenderà avvio il 18 novembre. Al momento la campagna è ancora top secret, ma intanto Contri invita a un’azione che potrebbe coinvolgere tutti gli utenti del web, nel segnalare all’Istituto di Autodisciplina le pubblicità ritenute lesive della dignità della donna. Le immagini, specialmente nella società d’oggi, sono un fortissimo veicolo di messaggi, spesso pericolose, ma altre assai efficaci.
A dimostrarlo è la raccolta dei migliori spot internazionali a carattere sociale contenuta nella mediateca del sito di" Pubblicità Progresso", una delle più fornite in assoluto e su cui vale la pena dare un’occhiata.
"Cultura al femminile contro la violenza" è solo il primo step di un percorso più ampio e nelle intenzioni a lungo raggio temporale, che coinvolge direttamente e trasversalmente la società tutta: la bellezza del dire che il femminile è plurale.

Martina Loi
Vicepresidente Commissione Ambiente e Delegata alle Pari Opportunità Zona 3


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