Consultori Familiari in Lombardia: cosa fare?

Riduzione dei Consultori familiari pubblici e trasformazione in strutture di sostegno di tipo ambulatoriale, criteri di accreditamento dei consultori privati non laici, difesa della legge 194 per l'interruzione volontaria di gravidanza, obiezione di coscienza. Questi i temi denunciati dal Tavolo Salute Consultori durante l'ultimo incontro pubblico del 28 maggio a palazzo Marino,"La città delle donne e la partecipazione". Obiettivi: proposta di una piattaforma politica e di mobilitazione per fermare la linea di abbandono e boicottaggio dei Consultori da parte della Regione Lombardia e abolire alcune recenti normative che puntano a snaturarli.
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tavolo consultori web
Negli ultimi anni stiamo assistendo a livello nazionale a un lento smantellamento dei consultori pubblici attraverso un progressivo ridimensionamento del loro numero e degli organici e ad uno snaturamento del loro significato originale, sostituito secondo le linee attuali, con la centralità della famiglia.
In Lombardia la gestione della giunta Formigoni ha attuato questo processo attraverso l'accreditamento di un numero crescente di consultori privati spesso di matrice cattolica. La rete 2012 di ASL Milano comprende consultori a gestione diretta dell'ASL (20 di cui 18 Consultori pubblici a Milano oltre a 8 sedi distaccate, 18 consultori privati accreditati a contratto di cui 15 a Milano e 4 CF privati non accreditati, secondo i dati forniti dalla Regione Lombardia ASL Milano- DPCS 2013)
Come negli ospedali, anche nei consultori stanno aumentando medici e personale obiettori di coscienza rendendo difficoltosa l'applicazione della legge 194, legge dello Stato. In particolare la Regione Lombardia, tramite una delibera regionale del 2000, consente ai consultori privati accreditati di non prestare servizi relativi alla IVG, all'aborto farmacologico e alla contraccezione “del giorno dopo” considerate tutte tecniche abortive.
Inoltre I consultori privati accreditati offrono prevalentemente prestazioni non tariffabili cioè le cosiddette prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione, che comprendono i colloqui psicologici, la mediazione familiare, gli incontri di gruppo etc, maggiormente retribuite dalla Regione, a discapito dei consultori pubblici che offrono essenzialmente prestazioni socio-sanitarie poco retribuite.
Questo, per il privato, comporta un innegabile vantaggio economico: le prestazioni mediche di primo livello, vengono riversate ed erogate per il 70% dalle strutture pubbliche, mentre le prestazioni socio-sanitarie a elevata integrazione, le più remunerate dalla Regione, sono erogate per il 53% dalle strutture private.
 
Questa realtà si inserisce in uno scenario politico ben preciso, mirato essenzialmente a rendere sempre più difficoltosa e inattuabile la legge 194 per l'interruzione volontaria di gravidanza connesso a sua volta al crescente dilagare dell'obiezione di coscienza.
 
In questo contesto, il tavolo dei consultori formatosi alla fine di ottobre 2011 all’interno del Tavolo Salute della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, sta lavorando sostanzialmente con 2 obiettivi:
Il primo mirato a ottenere, tramite un questionario, una mappatura e indagine conoscitiva sullo stato e funzionamento dei consultori familiari pubblici e accreditati milanesi. Lavoro mirato essenzialmente a verificarne lo stato, le prestazioni erogate in rapporto alla domanda e offerta, la distribuzione sul territorio milanese e per dare una risposta, con dati oggettivi, alle attuali indicazioni regionali che prevedono una riduzione numerica, una trasformazione dei servizi in un modello ambulatoriale di servizi assistenziali, alla carenza e non sostituzione del personale non obiettore che rende sempre più difficile l'attuazione della legge 194.
In questi due anni, per ottenere dalla Regione i dati relativi ai consultori, è stata presentata più volte dal tavolo consultori richieste ufficiali agli assessorati competenti della giunta comunale e alla direzione generale Asl di Milano, senza ottenere, allo stato attuale, una risposta.
 
Il secondo obiettivo dell'ultimo anno è stato di lavorare sulla possibilità di lanciare una sorta di “piattaforma”, politica e di mobilitazione, consapevoli della necessita di ampliare il nostro raggio di azione.
Obiettivo della nostra piattaforma è di coinvolgere le donne utenti o potenziali utenti dei Consultori, le lavoratrici e i lavoratori dei Consultori, le associazioni interessate ai temi della salute riproduttiva, della sessualità e dell’autodeterminazione, le forze politiche di opposizione in Regione Lombardia.
E a questo proposito ci stiamo mobilitando con altre associazioni milanesi (Usciamo dal Silenzio, Libera Università delle donne, Consultori privati laici, Consulta per la laicità) per portare avanti il nostro lavoro d’inchiesta e per promuovere il "manifesto della 194" uscito dal convegno organizzato a primavera dalla LUD sui temi della interruzione di gravidanza e sull'obiezione di coscienza.
 
Di recente, un ulteriore passo è stato fatto richiedendo un incontro con Lucia Castellano, consigliera d’opposizione in Regione, che si è impegnata, sotto nostra richiesta, a fare un question time all’assessore alla sanità di Regione Lombardia sullo stato e funzionamento dei consultori familiari pubblici e accreditati milanesi e di farsi tramite con il consigliere Umberto Ambrosoli, della Commissione sanità in Regione, per una richiesta di audizione in Commissione Sanità sui seguenti punti:
 
- modifica dell'attuale norma regionale, approvata nel dicembre scorso a Giunta Formigoni ormai dimissionaria, che prevede l’obbligo di ticket e di prescrizione medica su ricetta regionale per le prestazioni dei Consultori in contrasto con la legge nazionale istitutiva dei Consultori (405/75 art.4) e con quella regionale (LR 44/76) che riconoscono la natura peculiare dei Consultori a struttura di informazione e prevenzione e come tale ad accesso libero e gratuito;
 
- revisione dei criteri di accreditamento dei Consultori privati non laici che attualmente non prevedono un’offerta di servizi equivalente a quella dei Consultori pubblici e consentono l’ ”obiezione di struttura”, non prevista dalla legge nazionale;
 
- informazione dettagliata delle attuali linee guida predisposte dalla nuova Giunta regionale sui Consultori pubblici e privati accreditati.
 
In conclusione vogliamo richiamare l'attenzione, ancor più in questa fase politica, sulla necessità di ricreare un movimento di opinione e di difesa della 194 e della sua applicazione concreta.
Per noi i consultori sono uno dei canali per affrontare questa realtà. Anche se i tempi sono cambiati rispetto a quelli in cui sono stati istituiti, un corretto utilizzo dei consultori resta un fattore importante di educazione alla sessualità consapevole, all’autodeterminazione delle persone, di qualunque orientamento sessuale, di prevenzione del bullismo e della violenza di genere nonché di una salute che tenga conto della specificità di genere e delle malattie sessualmente trasmesse.
È necessario dunque trovare nuovi mezzi di comunicazione e partecipazione per informare e coinvolgere le donne, le nuove famiglie e specialmente i giovani, ascoltando le loro reali esigenze e riqualificando il lavoro sul territorio.
 
Questa resta per noi una questione aperta, un impegno per il nostro gruppo, da affrontare insieme agli altri Tavoli.

Tavolo Salute Consultori
(Tavoli di lavoro promossi dalla Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano)
 

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