Mammografia 3D migliora lo screening senologico

Insieme a quelle convenzionali in due dimensioni, le mammografie 3D offrono sostanziali miglioramenti nella rilevazione del cancro riducendo i falsi positivi.

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mammografia web
Insieme a quelle convenzionali in due dimensioni, le mammografie 3D offrono sostanziali miglioramenti nella rilevazione del cancro riducendo i falsi positivi. Sono questi i risultati dello studio Storm (Screening with tomosynthesis or standard mammography), pubblicato su Lancet Oncology da un gruppo australiano in collaborazione con ricercatori italiani guidati da Stefano Ciatto, noto esperto di screening mammografico (tragicamente scomparso lo scorso maggio, a 62 anni, in un incidente automobilistico).
«Anche se controversa, la mammografia è attualmente l’unica strategia di diagnosi precoce su larga scala capace di ridurre la mortalità per cancro al seno» afferma Nehmat Houssami, professore associato presso la scuola di sanità pubblica dell’Università di Sydney e coordinatrice dello studio.
«Una limitazione della mammografia convenzionale a due dimensioni è la sovrapposizione di tessuto mammario denso, che può mascherare la presenza di tumori o far sembrare sospette strutture normali, riducendo così la sensibilità dell’esame e aumentando il numero dei falsi positivi».
Un valido aiuto per superare questi limiti viene dalla tomosintesi mammaria digitale (Dbt, Digital breast tomosynthesis), una tecnica che permette di ricostruire immagini tridimensionali della mammella partendo da un certo numero di radiografie bidimensionali a bassa dose ottenute con diverse angolazioni del tubo radiogeno. «I dati raccolti finora suggeriscono che l'integrazione tra mammografie 2D e 3D potrebbe migliorare l’efficienza diagnostica riducendo i falsi positivi» riprende la ricercatrice australiana.
Proprio in questa direzione vanno i risultati di STORM, un grosso trial di coorte svolto su 7.292 donne asintomatiche, di età superiore ai 48 anni, sottoposte tra agosto 2011 e giugno 2012 a mammografia presso i servizi di screening di Trento e Marzana (Verona), utilizzando mammografie combinate 2D e 3D. In totale i ricercatori hanno rilevato 59 tumori, di cui un terzo visibili solo con tecnica 2D integrata a proiezioni 3D. «Il che equivale a un tasso di 5,3 neoplasie rilevate con il solo screening 2D ogni 1.000 esami, contro gli 8,1 tumori rilevati dalla mammografia combinata» conclude Houssami.

Doctor33
30 April 2013

Foto in apertura: www.artemisialab.it


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