05/12/2012
Giù le mani dai bambini

L'appuntamento con la prevenzione, intitolato Giù le mani dai bambini vuole essere un momento di riflessione sulla gestione dell'alimentazione nelle scuole. Mercoledì 5 dicembre 2012, quindi, il dottor Franco Berrino incontra genitori, nonni e insegnanti dalle 18.00 alle 20.00 presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, via Venezian 1 (Aula magna).

Riportiamo un commento del dottor Berrino, che offre alcuni spunti alla discussione:  
«L’industria alimentare si è accordata con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) per gestire l’educazione alimentare nelle scuole. Anche l’EXPO’ 2015 prevede interventi dell’industria per l’educazione alimentare.
Perché le nostre istituzioni delegano all’industria un tema così delicato? L’interesse del governo, in questo tempo di crisi, è di risparmiare e di promuovere la crescita. L’interesse dell’industria è di aumentare il fatturato. Quindi affare fatto. Il mercato regolerà tutto.

Naturalmente c’è il problema del contenuto dei messaggi educativi. Il ministero dovrà pur adeguarsi alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevedono di ridurre il consumo di zuccheri, di grassi trans, di cibi ad alta densità calorica, cioè tutto quello che propone l’industria nella sua pubblicità ai bambini.
Ma allora dove sta l’interesse industriale? La risposta è semplice: nessun problema a dire ai nostri bambini di non esagerare con le merendine, patatine, bevande zuccherate, che in grande quantità fanno male: meglio che nessuno consumi esageratamente purchè tutti ne consumino.
Chi si occupa di sanità pubblica, però, sa benissimo che se si alza il consumo medio si alza anche il consumo estremo. Ciò vale in tutti i campi. Dove c’è un consumo medio elevato di alcol c’è anche una prevalenza più alta di alcolismo. Dove c’è una media elevata di persone che partecipano alle lotterie legali ci sono più giocatori compulsivi.
Dove le scuole funzionano bene e c’è un rendimento medio elevato ci sono più studenti con performance eccezionale. Consentiamo all’industria alimentare di finanziare programmi di educazione, ma non di progettarli e attuarli. Non consentiamo all’industria alimentare di entrare nelle scuole».