Il presente e futuro dei Gas per Ileana Faidutti

Ileana Faidutti è stata per tre anni coordinatrice di InterGas, la rete milanese che oggi conta più di una ventina di gas aderenti. E’ tra i promotori di Gas Città Studi, un gruppo di acquisto solidale tra i più consolidati della Zona 3.

Lei ha lavorato a InterGas, la rete autogestita del Gas milanesi, per un buon numero di anni. Qual è il succo di questa esperienza?

Sono stata coordinatrice di InterGas per 3 anni insieme ad altri tre gasisti. Poi ovviamente adottiamo un principio di rotazione. Partiamo dai numeri. Oggi i Gas censiti nella città di Milano e nel suo hinterland sono circa centoventi. Ovvero 3-4mila aderenti, tra famiglie e persone. In Zona 3 gli aderenti sono 3-400. Ma, con i Gas sommersi, si arriva anche al doppio. Un aneddoto: ogni anno, noi di InterGas, facciamo uno stand a Fai la Cosa Giusta esponendo la mappa dei Gas censiti nel nostro network. Ma poi arrivano tanti “Gasisti” che prendono contatti ma non vogliono essere segnalati. Alcuni invece si segnalano. Comunque ne arrivano parecchi. Il fenomeno comincia diventare consistente.

Il fenomeno è cresciuto tantissimo e continua a crescere. Nel 2008 avevamo uno stand piccolissimo alla Fiera, con 12 Gas in rete ( la nostra non è la sola rete, ce ne sono anche altre più piccole) poi nel 2009  eravamo una ventina e nel 2010 e 2011 si sono iscritti moltissimi. Siamo a centoventi. E ogni anno si aumenta.

Quindi lei è ottimista sul futuro dei Gas?

Ormai questo è un movimento, in senso proprio. Con una sua direzione omogenea. Facciamo un po’ tutti le stesse cose, facciamo resistenza alla grande distribuzione, sviluppiamo una catena equa in cui la qualità va pagata, altrimenti qualcuno ha sfruttato.

Risparmiare per noi è attaccare sulle spese superflue. Come quelle di trasporto. Il caso più eclatante è l’acqua importata dalla Francia.

Passiamo a Gas Città Studi…

Siamo nati nel 2002. Il nostro Gas (Gas città studi) è stato fondato da una decina di persone. Proviene da una banca del tempo avviata presso uno studio medico, di un medico di base.

Dalla banca del tempo è poi venuto il Gas. Da noi in zona esisteva il Gas Lambrate, il più antico in zona, con maggiore esperienza. E ci ha fatto un po’ da tutor. All’inizio abbiamo fatto con loro un paio di riunioni. Ci hanno spiegato come ci si organizza, come si gestiscono gli ordini, come ci si dividono i compiti.

Poi in zona ci sono gli altri, segnalati su Gas Milano. Ma, come ho detto, ce ne sono ben altri che non vogliono pubblicizzarsi.

 

I Gas in zona contribuiscono alla sua evoluzione culturale?

 

Quasi tutti i Gas vanno ben oltre il mero aspetto del consumo. Gas Lola, per esempio, è particolarmente attivo anche sul piano culturale. Grazie anche a un finanziamento della Provincia che sta ben impiegando. E’ intrinseco nel concetto di gruppo di acquisto solidale. Dove la solidarietà viene declinata sia verso l’ambiente che per chi lavora, chi produce i prodotti selezionati. In questo modo si approfondiscono moltissimi argomenti.

Noi sappiamo molto poco di quello che compriamo. Non si finisce mai di imparare, di capire. Si chiamano esperti, agronomi, esperti di acqua, di risorse. Tanti gli argomenti….

Nuovi aderenti?

Ogni Gas si regola come vuole. Nel nostro caso abbiamo deciso di tenere un numero controllato, intorno ai 35 aderenti.

E anche Gas Lambrate credo faccia lo stesso. Un paio di ingressi all’anno. Altrimenti diventa ingestibile. Alcuni devono lavorare troppo per mandarlo avanti. Tutti lavoriamo e abbiamo una famiglia. Quindi questi Gas vecchi sono per la gemmazione.

Infatti, per esempio, il Gas e Luce è una costola del Gas Lambrate. Quindi non è una tendenza generale quella verso Gas sempre più grandi. Dovrebbero nascerne di nuovi. Magari due Gas di 30-40 associati piuttosto di uno da 80.

La cosa più complessa è la gestione degli ordini?

Diventa complicata se si è molti. Altrimenti se ci si conosce tutti e si parla via mail il responsabile dell’ordine raccoglie via mail, fa l’ordine lo invia per controllo a tutti e poi al produttore. E poi c’è da ritirare il prodotto. Alla fine diventa una sorta di team. Qualche volta anche queste occasioni diventano spazio di discussione. Non sempre.

 

Il giorno fisso ci aiuta ad accorpare più ordini. Poi dipende da chi ha una sede e chi no. Noi abbiamo un poliambulatorio con tre medici, anche loro fanno parte del Gas. Un seminterrato comodo per carico e scarico.

 

C’è un vantaggio economico nel partecipare a un Gas?

Il vantaggio è sui negozi specializzati tipo natura si. Il Gas non paga il doppio per il biologico. Però noi paghiamo di più il produttore. Il caso più chiaro è quello delle arance. I rivenditori le pagano 15-20 centesimi al chilo. E noi 70-80 centesimi. Però nel negozio le troveremmo a 1,5 euro.

Tra un po’ cominceremo a divenire scomodi alla grande distribuzione. Per ora non diamo tanto fastidio.

Poi c’è il biologico commerciale, o ordinabile online.

A noi non va bene perché con il produttore vogliamo avere una relazione, conoscerlo, qualche volta con la nascita di una vera e propria amicizia. In qualche caso se il produttore è in difficoltà arriviamo ad aiutarlo, comprandogli in anticipo i prodotti della stagione successiva. Nell’altro caso questo rapporto non c’è, solidale e etico.

Però il Gas è molto di più. Il presupposto fondamentale è la conoscenza e il rapporto diretto con il produttore senza intermediari. Ma non si tratta solamente di trasparenza nella costruzione del prezzo. Molti produttori che sosteniamo sono persone impegnate in progetti di salvaguardia del territorio  della biodiversità, di aiuto ai paesi sottosviluppati, di recupero di persone in difficoltà …..
Noi stiamo sperimentando un modello di economia basato sulle relazioni e non sul profitto.