“Eppure qualcosa deve esserci nelle loro canzoni... I Beatles e la stampa italiana dell’epoca”
La mostra - curata da Riccardo Russino e organizzata in collaborazione con i Beatlesiani d’Italia - è composta da ventisette pannelli nei quali sono riprodotti alcuni servizi dedicati ai Beatles con le “frasi chiave” messe in evidenza: servizi di quotidiani, settimanali e materiale del fan club. Si può visitare tutti i giorni dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 18.30. L’ingresso è gratuito. Russino, che abita nel Municipio 3 al Quartiere Feltre, è autore o co-autore di diversi libri sui componenti dei Beatles: Paul McCartney 1970-2003. Dischi e misteri dopo i Beatles (Editori Riuniti, 2003), John Lennon. Canzoni, storia e traduzioni (Diarkos, 2020), La grande storia di Paul McCartney (Hoepli, 2022) e Contesa e calpestata (Caissa Italia, 2023) dedicato al “triangolo rock”, sentimentale ed artistico, tra George Harrison, Pattie Boyd ed Eric Clapton. Inoltre ha curato nel 2018 la mostra Dall’India al sottomarino giallo. The Beatles 1968 e due edizioni, nel 2022 e 2023, di BeatlesMi. Una giornata con i Fab Four.
“Collateralmente” segnaliamo Echoes. Origini e rimandi dell’art rock britannico, iniziativa che si tiene fino al prossimo 5 ottobre presso la Fondazione Luigi Rovati, in Corso Venezia. Anche qui l’ingresso è gratuito, da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 20.00. Si tratta di tre mostre curate da Francesco Spampinato, la prima delle quali, The Beatles. Il mito oltre la celebrità, è già in corso ed è aperta fino all’8 giugno. La rivoluzione portata dai Beatles non si limita alla musica, ma trasforma la cultura visuale: ne è esempio la celebre copertina dell’album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, con il celebre diorama di Peter Blake e Jann Haworth, pura Pop Art inglese. Sono esposti numerosi degli scatti dai quali venne scelto quello che tutti conosciamo e un’opera originale, la bambola che compare tra i personaggi a grandezza naturale della copertina. Poi in mostra alcune foto per la copertina di Abbey Road e i ritratti psichedelici dei Beatles realizzati da Richard Avedon. E ancora il video Smile di Yoko Ono, un ritratto intimo di John Lennon, e infine I‘m Not The Girl Who Misses Much, di Pipilotti Rist, video con un’eco di taglio femminista. A seguire, dal 14 giugno al 27 luglio, Pink Floyd, Yes, Genesis. Nuove percezioni della realtà, che ripercorre l’immaginario psichedelico e surrealista collegato alle produzioni discografiche di queste band: i dipinti di Roger Dean per gli Yes, le foto iperrealiste di Storm Thorgerson (Studio Hipgnosis) e il maiale gonfiabile di Jeffrey Shaw per i Pink Floyd, i dipinti di Paul Whitehead e gli acquarelli di Colin Elgie per i Genesis. Infine, dal 27 agosto al 5 ottobre, Peter Gabriel. Frammentazione dell’identità con copie degli artwork firmate dall’artista di Hipgnosis per le copertine dei suoi primi tre album, le fotografie e i videoclip con il trucco e gli iconici travestimenti dell’artista, e i suoi progetti multimediali ed interattivi in CD-ROM.