Presentazione del libro “Poesia Tre”

Si parla di poesia e qualcuno ne legge. Ma cosa significa il fare poesia per chi, giovane, ne scrive? ()
POESIA TRE volant
Manca poco al 21 marzo, primo giorno di primavera e Giornata Mondiale della Poesia. Manca poco dunque all'evento conclusivo del percorso Mandaci una poesia, voluto e sostenuto dal Municipio 3 per "scoprire" (nei limiti del possibile) quanta e quale poesia giovane vive e cresce nel nostro territorio, col giusto intento di valorizzare questa ricchezza e di darle il riconoscimento che merita. Non paludato, e anzi allegro, arioso, felicemente partecipato.

Tutto bene sin qui, a pochi giorni dall'appuntamento di venerdì 21, inizio ore 18.00, nella sede del Municipio 3 in via Sansovino 9, dove - W la poesia! - ci si incontrerà tra autori e si riceverà una copia (autori e non autori) del libro "POESIA TRE Poesia e poeti nel Territorio del Municipio 3", che ospita testi e poesie visive scelti dalla Commissione Lettura tra quelli arrivati alla casella mail mandaciunapoesia@gmail.com nei mesi di ottobre e novembre e nella prima settimana di dicembre 2024.

E come quando in prossimità del mare "lo si sente nell'aria", per noi oggi, prossimi a quell'evento e alla poesia, viene naturale una domanda: che cosa significano, che cosa rappresentano la poesia e il fare poesia per ognuno di questi autori giovani? Alcune risposte le abbiamo, e ci dicono cose.

"Per me la poesia è paragonabile a uno svuotatasche, da riempire a fine giornata di tutte le cose che pensiamo ma che nessuno dice mai" (C.R.).

"E' una necessità, non scrivo per il romanticismo della cosa, o per farlo vedere. Scrivo perché se non lo facessi, esploderei” (G.R.).

"E' unicità: di un piatto eccezionale che si assapora per la prima volta, della vita, che si vive di giorno in giorno, dell’autore, che mette una parte di sé nell’atto di creazione del suo componimento" (G.A.).

“La poesia, quella vera, è come un pugno nello stomaco e una carezza. È confidare un segreto a un amico e al contempo urlarlo a tutto il mondo. È scegliere ogni giorno di dare e darsi tempo, per non farsi sfuggire questi effimeri aneliti di vita" (J.P.L.).

"Per me è liberazione dal reale" (I.S.M.).

"E' valorizzazione di sentimenti profondi, che vanno dalla tristezza all’amore (A.S.).

"E' importante perché riesce a parlare direttamente al cuore delle persone e a far sentire tutti i sentimenti provati dallo scrittore in quel momento, in maniera immediata e sincera" (S.P.).

"E' una pagina bianca che si apre su mondi fantastici. È cura e guarigione, il linguaggio dell’indicibile. Un filo invisibile che lega scrittore e lettore, avvicinando anime distanti. Non chiede permesso: entra dentro, si radica e rimane per tutto il tempo necessario" (A.B.).

"Scrivo di getto le mie sensazioni per non perdere quello che sento mentre vivo la mia città quando la attraverso" (S.F.).

“Fare poesia significa prima di tutto amare le parole - grande invenzione del genere umano - e insegnare loro a volare - o, almeno, provarci. Un poeta ha infatti con le parole un rapporto tanto intimo quanto quello tra il contadino e il suo campo: oltre a conoscerle come sorelle e ad usarle quotidianamente, a volte è lo stesso poeta a plasmarle, facendo scoprire loro una parte di sé che nemmeno credevano di possedere” (E.P.).

"E' un metodo efficace per conoscere se stessi, indagarsi. Per affrontare il mondo. Grazie alla poesia ho finito le superiori. Ho fatto un tecnico informatico, e odiavo quello che facevo ... L'unica ora importante ed emozionante era letteratura. Il professore ci ha presentato la poesia e ne sono stato rapito. Fu la mia unica motivazione a continuare gli studi” (G.F.).

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