Oscar e dintorni
Modeste considerazioni in merito al tema.
(Massimo Cecconi)11/03/2025

Non che l’argomento sia particolarmente significativo, ma chi ama il cinema riesce sempre (o quasi) a sorprendersi per gli esiti dei premi Oscar annuali.
E, puntualmente, è accaduto anche quest’anno. La prima, amara, considerazione è che il film del novantenne Clint Eastwood “Giurato numero 2” non solo non abbia vinto nulla ma addirittura non abbia ricevuto alcuna nomination. E questo la dice lunga su come si costruisce il percorso di formazione alla premiazione degli Oscar. Sembra che il film di Eastwood, coprodotto dallo stesso regista, non avesse alle spalle una grande produzione/distribuzione che gli consentisse di competere con i colossi dell’industria cinematografica.
In compenso, “Anora”, il film che ha fatto incetta delle statuette principali (miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura originale), per altro collocato nella categoria “indipendenti”, lascerà poca traccia di sé nella storia del cinema.
Una commedia furba se non furbissima sicuramente ben costruita con molto sesso, alcool e droga a cui sono stati attribuiti significati che sembrano eccessivi sull’ interpretazione della società americana di oggi che ha ben altri dilemmi da risolvere. Il parallelo più credibile rimane con “Pretty Woman” (1990) con Julia Roberts e Richard Gere. Il che è tutto dire.
Il regista Sean Baker, con un passato cinematografico non esaltante, conferma la sua attenzione alle problematiche della marginalità con risvolti apertamente sessuali.
Invece, tra i premi più azzeccati si collocano certamente “Io sono ancora qui” di Walter Salles, categoria “miglior film internazionale” (ma era anche in corsa per il premio più importante), e il documentario “No Other Land”, drammaticamente realizzato da autori palestinesi e israeliani sull’immane tragedia che coinvolge quei popoli.
Chi si aspettava premi sostanziosi per “”Emilia Pérez”, se non altro per confermare un certo spirito anticonformista di Hollywood nei confronti del potere costituito, è invece rimasto deluso.
E per finire, vale forse ricordare che “Anora” nel 2024 aveva vinto anche la Palma d’Oro al Festival di Cannes ma, da quelle parti, accadono da alcuni anni “cose che voi umani” ecc.ecc.
E, puntualmente, è accaduto anche quest’anno. La prima, amara, considerazione è che il film del novantenne Clint Eastwood “Giurato numero 2” non solo non abbia vinto nulla ma addirittura non abbia ricevuto alcuna nomination. E questo la dice lunga su come si costruisce il percorso di formazione alla premiazione degli Oscar. Sembra che il film di Eastwood, coprodotto dallo stesso regista, non avesse alle spalle una grande produzione/distribuzione che gli consentisse di competere con i colossi dell’industria cinematografica.
In compenso, “Anora”, il film che ha fatto incetta delle statuette principali (miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura originale), per altro collocato nella categoria “indipendenti”, lascerà poca traccia di sé nella storia del cinema.
Una commedia furba se non furbissima sicuramente ben costruita con molto sesso, alcool e droga a cui sono stati attribuiti significati che sembrano eccessivi sull’ interpretazione della società americana di oggi che ha ben altri dilemmi da risolvere. Il parallelo più credibile rimane con “Pretty Woman” (1990) con Julia Roberts e Richard Gere. Il che è tutto dire.
Il regista Sean Baker, con un passato cinematografico non esaltante, conferma la sua attenzione alle problematiche della marginalità con risvolti apertamente sessuali.
Invece, tra i premi più azzeccati si collocano certamente “Io sono ancora qui” di Walter Salles, categoria “miglior film internazionale” (ma era anche in corsa per il premio più importante), e il documentario “No Other Land”, drammaticamente realizzato da autori palestinesi e israeliani sull’immane tragedia che coinvolge quei popoli.
Chi si aspettava premi sostanziosi per “”Emilia Pérez”, se non altro per confermare un certo spirito anticonformista di Hollywood nei confronti del potere costituito, è invece rimasto deluso.
E per finire, vale forse ricordare che “Anora” nel 2024 aveva vinto anche la Palma d’Oro al Festival di Cannes ma, da quelle parti, accadono da alcuni anni “cose che voi umani” ecc.ecc.