Nuove mostre in spazi espositivi, musei e gallerie del Municipio 3

Le interessanti proposte di Giò Marconi, Spazio Tadini, MEET/Digital Culture Center, Galleria Massimo De Carlo e Galleria Vistamare. ()
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Con il nuovo anno è ripartita la programmazione degli spazi espositivi e delle gallerie di cui è ricco il territorio del Municipio 3. Segnaliamo qui alcune mostre che inaugurano e altre che proseguono la propria programmazione. Come sempre consigliamo di consultare i siti di ciascuno di questi spazi prima di recarvisi, per verificare i giorni settimanali di apertura, gli orari e le modalità di accesso.

A Spazio Tadini, in via Jommelli, dal 23 gennaio all’8 marzo, A Milano non fa Freddo: Casolaro e Marotta, mostra che parla di tre personaggi significativi del panorama artistico, cinematografico, letterario ed editoriale: Giuseppe Casolaro, pittore e illustratore, Giuseppe Marotta, scrittore e giornalista a cui il Comune di Milano ha intitolato un Viale nel Municipio 3, e Massimo Casolaro, fotoreporter, giornalista ed editore. Partendo da queste tre figure, che offrono uno spaccato sociale, artistico e culturale importante di inizio Novecento, la Casa Museo Tadini avvia un percorso narrativo su protagonisti della cultura milanese, valorizzando archivi privati che potrebbero andare perduti. A stimolare la realizzazione della mostra, il restauro del film L’Oro di Napoli (con sceneggiatura di Marotta, Zavattini e De Sica) in occasione dei 70 anni dall’uscita. L’allestimento include opere su tela, grafiche, libri, riviste, carteggi epistolari, fotografie, filmati e testimonianze audio di Cesare Zavattini, manoscritti autografi di Marotta. Durante la mostra sono in programma incontri di approfondimento: all’inaugurazione del 23 gennaio è previsto un intervento musicale con canzoni di Marotta, accompagnato da letture e narrazioni. Lo Spazio propone anche, dal 24 gennaio al 22 febbraio, “Visages, Femmes”, mostra di Roberto Romano: una selezione di 20 fotografie dedicate a volti e corpi femminili, immagini che evidenziano uno sguardo autentico e rispettoso sulla donna, lontano da banalizzazioni e stereotipi e con una certa dose di ironia. Nato a Milano nei primi anni Settanta, Romano ha sviluppato fin da piccolo una profonda passione per la fotografia, che lo ha portato a immortalare ogni momento della sua vita e di chi lo circonda: compagni di scuola, insegnanti, amici. https://spaziotadini.com/

Giò Marconi, in Via Tadino, ospita dal 31 gennaio all’8 marzo Amici, Nemici, Letti e Mariti, personale di Patrizio di Massimo, pittore autodidatta e profondo conoscitore dei grandi Maestri del passato che fonde nella sua pratica l’iconografia classica con la cultura visuale contemporanea, riesaminando passato e presente attraverso la propria sensibilità. La mostra è il risultato di un processo durato un anno, durante il quale l’artista ha lavorato alle opere nel suo studio londinese. La sua pratica pittorica - metaforica, simbolista e lirica - ha mantenuto negli anni una coerenza di fondo, una consapevolezza emotiva, espressiva e concettuale che emerge dagli spazi esplorativi del ritratto e dell’autoritratto. Sin dagli esordi all’Accademia di Brera di Milano, Patrizio di Massimo sente la necessità di interrogare se stesso e la propria identità, costruendo una ricerca tanto artistica quanto spirituale. Le articolate composizioni dell’artista non sono mai il frutto di una pittura dal vero: organizza degli shooting fotografici nei quali coordina nel dettaglio gli amici coinvolti al fine di realizzare l’immagine desiderata. Prima di dipingere, modifica la foto digitalmente cambiando elementi, mescolando più foto diverse e alterando le dimensioni dei volti. La mostra condensa tutti i temi più urgenti della sua pratica - l’identità, la domesticità quotidiana, la mascolinità, l’introspezione umana – e si sviluppa secondo cinque capitoli articolati attraverso stanze diverse. I soggetti si stagliano su sfondi dettagliati che raccontano monumenti e architetture iconiche di Milano: l’Aula 1 dell’Accademia di Brera, il salone della Triennale di Milano e Villa Necchi Campiglio. www.giomarconi.com/en

Al MEET/Digital Culture Center, in Porta Venezia, fino al 23 Febbraio Living in the (Un)Real, prima mostra personale in Italia del new media artist taiwanese Hsin-Chien Huang, noto per il suo approccio interdisciplinare che combina gaming, design e arte in un percorso che fa riflettere sul complesso rapporto tra tecnologia, arte e spiritualità, affrontando temi cruciali, tra cui sorveglianza, privacy e potere trasformativo dell’Intelligenza Artificiale. L’opera Shall We Dance, Milano? - pensata specificamente per MEET - offre al pubblico un’interazione unica con l’architettura milanese. Attraverso le opere in realtà virtuale di Hsin-Chien Huang è possibile perdere la percezione del corpo fisico e immergersi in uno stato alternativo, esplorando nuove dimensioni fisiche e psicologiche dell’essere. Nella Sala Immersiva, The Eye and I esplora il tema della sorveglianza attraverso i secoli, accompagnata dalla musica di Jean-Michel Jarre. L’opera trasporta gli spettatori indietro nel tempo e nello spazio, invitandoli a riflettere su cosa significhi essere osservati e come questa esperienza cambi il nostro sguardo sul mondo. La mostra è consigliata ad un pubblico di età superiore ai 14 anni. ​www.meetcenter.it/it/

La Galleria Massimo De Carlo, in Viale Lombardia, fino al 15 febbraio My Mama Told Me You Was A Problem, Bitch, mostra di Alvaro Barrington artista venezuelano cresciuto tra i Caraibi e gli States, che attualmente vive e lavora a Londra. Pur considerandosi un pittore, le sue opere includono l'applicazione di diversi materiali non tradizionali, come cemento, legno, tessuti, filati, tela, cartone, abbigliamento, stampe e cartoline. Le sue opere esplorano diverse tematiche, come la migrazione, la nazionalità, l'individualità, la sessualità, il tempo e il regno digitale. Soggetti ricorrenti sono primi piani di volti, parti del corpo e piante equatoriali. I suoi riferimenti sono l'Harlem Renaissance del XX Secolo, Marcus Garvey, la cultura Hip-Hop degli anni Novanta e le pratiche di altri artisti come Willem de Kooning, Joseph Beuys e Robert Rauschenberg. Barrington esplora gli strati dell'identità nera e affronta le sfide dell'ipervisibilità e dell'invisibilità sociale. La mostra riunisce tre distinti corpus di opere, ognuna delle quali si confronta con le condizioni della vita nera attraverso l'uso di materiali legati al lavoro, alla mobilità e alla sopravvivenza, che diventano centrali nella sua rivisitazione di un paesaggio americano. Le opere in corda di iuta evocano l'inquietante eredità della tratta degli schiavi. I disegni a matita, fragili al punto da essere quasi cancellati contro il cemento ruvido, sono stati ispirati da L'uomo invisibile (1952) di Ralph Ellison, romanzo in cui l'anonimo protagonista nero affronta il razzismom, l'umiliazione e l'ingiustizia. https://massimodecarlo.com/

Alla Galleria Vistamare, in Via Spontini, dal 24 gennaio al 15 marzo, Unearth Desires, personale di Sara Enrico, scultrice biellese il cui interesse ruota attorno alle nozioni di superficie, di materialità e di corporeità, combinando aspetti sartoriali e architettonici. La mostra si compone di una serie di nuove opere concepite appositamente, soffermandosi su una caratteristica distintiva della Galleria: il grande lucernario centrale, elemento architettonico che coreografa le sculture sottostanti in un’atmosfera in cui si fondono luce naturale e artificiale. Nelle stesse date, Vistamare propone anche Slow Steady Stillness, personale dell’artista keniota Agnes Waruguru, la cui pratica spazia dalla pittura alle installazioni, dai tessuti al disegno, dalla ceramica al ricamo. Il suo approccio unisce frammenti legati alle identità personali, spesso ispirati a pratiche femminili e a culture tradizionali. La mostra include un’opera tessile di grandi dimensioni realizzata durante la sua residenza alla Rijksakademie di Amsterdam. https://vistamare.com/

Per chiudere, segnaliamo che sia la Fondazione Mudima di Via Tadino sia lo Spazio Mostre Guido Nardi del Politecnico non hanno in questo momento mostre né in corso né in programma.

Nella foto, un'opera di Patrizio di Massimo


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