Anniversari 2024
Il nostro piccolo viaggio nel tempo, assolutamente fine a se stesso, è occasione per fare i conti con il passato con un occhio al futuro prossimo venturo.
Andiamo a cominciare.
Nel 1564, quattrocentosessanta anni fa, nasceva William Shakespeare, genio assoluto del teatro e della cultura, che ancora oggi viene rappresentato, più o meno degnamente, su tutti i palcoscenici del mondo. E ci sarà un perché.
In fatto di nascite, nei secoli seguenti, doverosa la segnalazione di quelle di alcuni giganti della cultura che, a vario titolo, hanno rappresentato e rappresentano scuole di pensiero.
Voltaire (François-Marie Arouet), scrittore e filosofo illuminista francese, nasce nel 1694, mentre, in ideale collegamento con lui, nel 1724 nasceva Immanuel Kant, filosofo tedesco della ragione che morirà poi nel 1804, quindi doppio anniversario.
Nel 1854 vede la luce a Dublino Oscar Wilde, scrittore poliedrico con vita raminga e avventurosa.
Cosa accade invece sempre a Dublino il 16 giugno 1904? In quella giornata, nota anche come “Bloomsday”, James Joyce ambientò il suo capolavoro “Ulisse”.
Siamo ormai approdati al 1900, il così detto “secolo breve” che breve non lo è stato affatto.
Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale, evento nefasto che innescò gran parte delle tragedie storiche successive, a parzialissima ricompensa in quello stesso anno vennero pubblicate le prime poesie della “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, opera che ancora oggi influenza il pensiero poetico occidentale.
Si approda poi al 1924. Esattamente cento anni fa sono nati alcuni personaggi che, come suol dirsi, hanno segnato un’epoca. Fra tutti certamente si colloca Franco Basaglia, il medico psichiatra veneziano lungimirante artefice del superamento del controverso sistema manicomiale. Un precursore visionario della moderna psichiatria.
In campo musicale vede la luce Luigi Nono alla cui opera “Al gran sole carico d’amore” si deve un ponte tra le asperità della musica colta contemporanea e il grande pubblico.
Il mondo del cinema vede la nascita di due mostri sacri come Marcello Mastroianni e Marlon Brando, mentre Mike Bongiorno salirà poi alla ribalta grazie alla diffusione della televisione, incontrastato campione di telequiz e di intrattenimento leggero.
Nella nostra cultura popolare, per quanto “alta” nel significato di apprendere e difenderne i valori più autentici, nell’anno 1924 nascono Danilo Dolci, educatore e attivista della non violenza, e Alberto Manzi, il maestro per antonomasia, divulgatore di alfabetismo, umanissima anima della trasmissione “Non è mai troppo tardi” che la RAI mandò in onda dal 1960 al 1968.
Nel 1924 viene anche fondata l’Università degli Studi di Milano ed escono le prime copie de l’Unità, un giornale che contribuì concretamente alla lotta contro il fascismo e alla sua definitiva (?) caduta nel 1945.
In quell’anno, si verificano anche alcune uscite di scena di personalità molto amate e riconosciute come Giacomo Puccini, compositore fecondo di opere liriche di grande successo. Muoiono, in ambito letterario, Franz Kafka, autore tra i più originali della storia della letteratura europea, e Jòzef Teodor Konrad Korzeniowski, meglio noto come Joseph Conrad, narratore di avventure dell’anima.
In quell’anno si verificano anche due morti “politiche” estremamente importanti. In Italia il nascente fascismo elimina la figura più rappresentativa della resistenza alla scalata al potere di Benito Mussolini. Il rapimento e il massacro di Giacomo Matteotti segnano una delle pagine più tragiche della barbarie fascista che nel nostro Paese imperverserà con altri atroci crimini almeno sino al 1945.
In Unione Sovietica scompare Vladimir Ilic Uljanov detto Lenin, il principale artefice della Rivoluzione d’Ottobre, la cui morte permise la salita al potere di Stalin con tutto ciò che ne derivò.
Per l’occasione il poeta Vladimir Majakovskij, a sua volta poi vittima del sistema, scrisse: “La notizia colpì l’operaio al tornio come una fucilata; come un bicchiere rovesciato di colpo sulla macchina furono le sue lacrime”.
Nel 1944, in pieno svolgimento della Seconda Guerra Mondiale, tra i tanti episodi di quell’anno, si segnala l’eccidio delle Fosse Ardeatine, compiuto a Roma dai nazifascisti come atto di ritorsione, e lo sbarco in Normandia da parte degli alleati che diede slancio alla sconfitta dei nazisti in Europa.
Nel 1954 si effettuano le prime timide trasmissioni televisive che ben presto, riposta la timidezza, imperverseranno nelle case degli italiani come strumento di intrattenimento e di cultura diffusa, senza trascurare indottrinamento e propaganda varia.
In anni più recenti si prende atto della scomparsa di alcune personalità significative. Nel 1974 muore Vittorio De Sica, uno degli interpreti più versatili del nostro cinema, maestro sia di commedia che di dramma che, dalle nostre parti, è particolarmente ricordato per quel capolavoro, a cui contribuì anche Cesare Zavattini, che è “Miracolo a Milano” (1951), un film straordinario che ancora oggi non cessa di stupire.
Nel 1984 altamente drammatica è la morte di Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano, durante un comizio elettorale a Padova. Figura saliente della politica italiana, leader carismatico di grande moralità di un Partito che in quegli anni conobbe i suoi maggiori successi. Grandissima partecipazione popolare ai suoi funerali a testimonianza dei suoi legami con i territori e con i lavoratori.
Nel 1994 si spegne Gian Maria Volontè, attore tra i più grandi del nostro cinema, interprete di personaggi indimenticabili che hanno fatto la storia della cinematografia. Coerente personalità di forte spessore morale e politico. Ma il 1994 è anche l’anno della discesa in campo di Silvio Berlusconi, dopo di cui nulla fu più uguale a prima. Qui il giudizio della storia è ancora controverso anche se è indubbio che il berlusconismo abbia sdoganato definitivamente l’antipolitica.
Chiudiamo questo esercizio di memoria per ricordare che nel 2004 moriva Giovanni Raboni, poeta, scrittore e critico tra i più raffinati della nostra più recente storia letteraria. Con lui si chiude una pagina intensa della cultura italiana che, da qualche anno a questa parte, sembra arrancare nella ricerca di una sua rinnovata identità.
E alla fine del viaggio ci si augura che il 2025 sia un anno normale, semplicemente normale.
Sarebbe finalmente un buon anno. Auguri.