SHOSHANA
Un film sugli albori delle crisi mediorientali.
(Antonella Nathasohn)14/07/2024
E’ uscito da poco in varie sale il thriller “Shoshana”, ultimo film del regista Winterbottom, autore tra gli altri de “Il bacio della farfalla”e “Benvenuti a Sarajevo”. Il film, definito thriller politico, è ambientato a Tel Aviv durante gli anni Trenta e la protagonista è Shoshana, da cui il titolo. Una donna realmente esistita, figlia di uno dei fondatori del movimento sionista socialista.
Shoshana s’innamora, ricambiata, di un ispettore inglese, incaricato di vigilare i movimenti estremisti che imperversavano in quei territori proprio da quei tempi. Winterbottom ci insegna che gli estremismi e la violenza creano divisione e generano altra violenza. Lo fa mostrando l’impossibilità di gestire un amore
osteggiato da ogni parte: dai familiari della donna che la considerano una traditrice, dai superiori dell’ispettore che subdorano il rischio di quella relazione così controcorrente.
Una voce fuoricampo ci introduce alla situazione storica di quei luoghi, allora ancora protettorato britannico, e alle azioni
terroristiche che si succedevano di ora in ora. Gli ufficiali di polizia (Douglas Booth, Harry Melling) si adoperano per smantellare le organizzazioni terroristiche, ad ogni costo, anche tramite spionaggi, torture e tradimenti. Il film ripercorre la storia di quegli anni - le tensioni tra arabi ed ebrei e le macchinazioni politiche - e ci introduce alla conoscenza di quel momento storico decisivo per la storia mediorientale.
terroristiche che si succedevano di ora in ora. Gli ufficiali di polizia (Douglas Booth, Harry Melling) si adoperano per smantellare le organizzazioni terroristiche, ad ogni costo, anche tramite spionaggi, torture e tradimenti. Il film ripercorre la storia di quegli anni - le tensioni tra arabi ed ebrei e le macchinazioni politiche - e ci introduce alla conoscenza di quel momento storico decisivo per la storia mediorientale.
Interessante è come sempre la contraddizione tra umanità e politica, vista da Winterbottom come sopraffazione della violenza sui sentimenti di solidarietà e generosità dei singoli.