Il gusto delle cose

Un piccolo capolavoro di grande cucina applicata con estrema cura e dovizia di particolari, nel rispetto del piacere della tavola e della sublimità della contemplazione. ()
il gusto delle cose immagine
Nel conforto di una grande cucina ampiamente fornita di fornelli, pentole di rame, stoviglie e attrezzi vari, il gastronomo Dodin Bouffant (Benoît Magimel) e la cuoca Eugénie (Juliette Binoche) si ingegnano di creare piatti sublimi che esaltano i prodotti del territorio e le primizie offerte dalla natura.
Nella soleggiata campagna francese di fine Ottocento, una donna e un uomo si confrontano nella costruzione di un progetto comune che non prevede solamente la confezione di piatti deliziosi ma anche la condivisione di affetto e intimità che costituiscono degno corollario alle vite dei protagonisti.
A memoria, è raro incontrare nella cinematografia mondiale un film che con tale accuratezza racconta il piacere esclusivo della cucina, rispettando i tempi e i modi di arrostire le carni, sobbollire le verdure,
sciogliere in abbondanza grassi animali in grande quantità.
Non è una cucina anodina o banale, non si tratta certo di un approccio asettico all’arte culinaria, quando si prepara quel capolavoro della tavola povera che è il “pot-au-feu” tutti i dettagli sono ben descritti e raccontati. Le carni di manzo, il pollame, le verdure dell’orto, il prezioso midollo contenuto nelle ossa fanno parte di una sinfonia al contempo austera e gioiosa, sempre però appagante della vista e del gusto.
Nella collaborazione quotidiana tra Dodin Bouffant ed Eugénie si contempla attraverso i gesti e gli sguardi il piacere assoluto di una vita condivisa con compiaciuta corrispondenza di umani sensi.
Del resto il film si ispira anche all’opera di Anthelme Brillat-Savarin, filosofo della cucina, che nel suo “Fisiologia del gusto” (1825) tra l’altro scrive:” I sensi sono gli organi per mezzo dei quali l’uomo si mette in rapporto con gli oggetti esterni”. E ancora:” Gli animali si pascono: l’uomo mangia: solo l’uomo intelligente sa mangiare”.
Con il suo film “Il gusto delle cose”, Tran Anh Hung descrive un mondo antico che, nella ritualità della cucina, ritrova la dimensione creativa dell’arte di esaltare gli ingredienti e il loro sapiente utilizzo.
La consapevolezza festosa di partecipare a impeccabili banchetti, allestiti dalla cuoca Eugénie su indicazione del gourmand Dodin Bouffant, racconta una complicità assoluta e un appagamento dei sensi che solo l’affetto può restituire nella sua più completa totalità.
Inebriante.


In programmazione all’Arcobaleno Film Center

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