Dal Lazzaretto

Nella sua raccolta di versi, Luigi Cannillo disegna con forza una densità umana condivisa e partecipata in un luogo segnato dal malessere della storia. ()
Dal Lazzaretto Cannillo immagine
“I risanati finalmente fuori/ dalla cornice del Lazzaretto/ oggi nelle strade della musica / Benedetto Marcello Mercadante / Scarlatti Spontini Pergolesi / o in altri mondi nei dintorni / Argentina Buenos Aires Lima / Leggono le targhe sulla peste / sui muri delle nuove case / poi sul corso e sulla tangenziale / gli oggetti sconosciuti antenne / paraboliche e centri commerciali / fino alle prime colline e ai laghi / Ciascuno finalmente trova / la sua dimora al buio e nel silenzio / tra le poltrone del multisala vuoto".

Riflettori (poetici) sui risanati, su strade che dicono musica o evocano altre parti, lontane, del mondo. Riflettori sulla storia, sull'umano troppo umano, su quel che di nobile e di popolare pulsa in questo quadrilatero (in senso lato) di realtà. I versi della nuova raccolta di Luigi Cannillo, Dal Lazzaretto, edizioni La Vita Felice, letteralmente ci sommergono, ci trascinano in una corrente narrativa che consente poche soste, poche pause, pochi silenzi. Un flusso di palpabile qualità letteraria e densità umana, privata e sociale. Una capacità di invito alla condivisione, di coinvolgimento forte.

Per Cannillo, poeta, saggista e traduttore, che ci piace immaginare affacciato pensosamente su un suo giardinetto in viale Romagna come un vero signore della Camelia, questa pubblicazione, che gode di una quarta di copertina di particolare privilegio (la riproduzione di una carta di Milano del 1704 con il Lazzaretto), segue alle raccolte di poesia Galleria del vento (stesso editore, 2014), Cieli di Roma (LietoColle, Faloppio, 2006), Cielo Privato (Joker, Novi Ligure, 2005), Sesto senso (Campanotto, Udine) e Transistor (TS, Novara, 1986).
Quanto al luogo, "costruito tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento fuori da Porta Orientale come ricovero per i malati durante le epidemie, poi passato a diverse altre utilità specifiche (soprattutto a uso dell’Ospedale Maggiore) e poi quasi del tutto demolito, il Lazzaretto si erge ancora come uno dei luoghi più letterari di Milano", come scrive Davide Romagnoli all'inizio della sostanziosa prefazione al libro.

E loro? "Eppure qualcuno li ha visti / riapparire dietro una finestra
o curvi a raccogliere una moneta / Nei sogni hanno ripreso
il loro posto a tavola / ci seguono nelle nuove case / Non li si può considerare / memoria esatta né l’eventuale / distorsione di un ricordo / Rimangono impressi in orme fresche / quando svoltano per il corso
la mano al cappello a salutare / o aprono il fermaglio alla collana / Se esigono un debito, se proteggono / o tradiscono lo fanno sul serio / Non si può soffocarne i singhiozzi / mitigare le sbornie e le risate / Come si fa a non sentirli quando / anche muti pensano al futuro?"

Luigi Cannillo,
Dal Lazzaretto
Edizioni La Vita Felice, 2024
Euro 12

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Re: Dal Lazzaretto
05/04/2024 Zina Borgini
Luigi Cannillo ha la capacità di evocare con parole poetiche, immagini reali quasi documentaristiche di luoghi e personaggi che popolano i suoi ricordi di questo quartiere storico di Milano. Grazie!


Re: Dal Lazzaretto
04/04/2024 Luigi Cannillo
Ringrazio z3xmi e Giovanni Bonoldi in particolare per l'attenzione e la recensione così sensibile e pertinente


 
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