Storia di Margherita
L’ultima raccolta poetica di Graziella Tonon in una convincente combinazione di immagini e parole.
(Giovanni Bonoldi)26/03/2024
È storia nostra, storia italiana dal dopoguerra in avanti, quella che riconosciamo (o impariamo a conoscere) nei versi di Graziella Tonon. Settantadue poesie di un bel nitore, divise in quattro sezioni (Dopoguerra, Turbamenti, Il grande amore, Verso il confine) e coronate da una postfazione di Antonio Prete. Editore, La Vita Felice, di Milano. In ordine di tempo, ultima raccolta poetica tononiana, dopo le precedenti (a ritroso): La casa col tiglio del 2021; Nino e gli altri, 2016, sempre La Vita Felice; Traslochi, Manni 2008; Diva, Manni 2000; Irma, Scheiwiller 1996.
Poesie che catturano la nostra attenzione come una lunga collana di polaroid, avendo come le polaroid la capacità di fissare un'immagine, "un mondo", in un attimo, in un nulla, ma con le parole, che non sbiadiscono, non spariscono col tempo. Le parole della poesia, che per ogni poesia possono essere solo e soltanto quelle, e non altre, per dipingere quei quadri, quelle situazioni, quelle sensazioni. Si passa da un vagone all'altro, con la curiosità di vedere cosa si troverà. È viaggio. Ed è vita vissuta, riferita.
"Le piaceva seguire / in televisione / il Giro d’Italia / i corridori in fuga / lo stacco improvviso di uno dal gruppo / chi a ruota lo tampinava / la corsa in solitaria / la volata a tagliare il traguardo / poi l’entusiasmo / il bacio della madrina / la maglia rosa. // Non capiva perché / bisognasse tenere per Bartali o per Coppi" (Dopoguerra).
Il linguaggio è quello che intrappola, inganna, col suo apparire piano, semplice, diretto (e niente è come appare, è risaputo...). Le donne vanno e vengono, nella stanze della storia di Margherita. Parlando della vita, e vivendola. E il lettore non può stare fermo, con le mani nelle mani, ha da andare avanti a leggere, sostando quando e dove vuole per inseguire un pensiero, un qualcosa di evocato.
"Si accendevano / e duravano un niente. // Non era vero amore / solo fiammate passeggere. / / Turbamenti" (Turbamenti). Insegnamenti, messaggi scolpiti. E potenti sono spesso le chiuse, un verso o due alla fine del singolo testo poetico: "Era l'estate della maturità.", "Ma lei lo aveva amato l'anno prima.".
"Ebbe la conferma del loro amore / in Olanda / dormendo in due per un mese in una Morettina / una tenda piccola / dove si stava stretti stretti. // Il desiderio giorno e notte / la rendeva perfetta" (Il vero amore). E anche: "Alle volte lei va in cucina / e ritorna con tre mandorle per lui / oppure in cucina va lui / e ritorna con pezzettini di ananas / per lei. // Sempre in silenzio."
"La volta che soprappensiero / nella vetrina si vide riflessa / e non riconobbe la sua faccia / lo spavento fu grande. // Aveva scoperto l'estranea / che abitava in lei" (Verso il confine).
Oltre il confine del libro c'è il libro prossimo venturo, certamente già in costruzione... Tu fratello, ipocrita lettore, lo sai bene.
Graziella Tonon
Storia di Margherita
La Vita Felice, pp.92, € 13,00
Poesie che catturano la nostra attenzione come una lunga collana di polaroid, avendo come le polaroid la capacità di fissare un'immagine, "un mondo", in un attimo, in un nulla, ma con le parole, che non sbiadiscono, non spariscono col tempo. Le parole della poesia, che per ogni poesia possono essere solo e soltanto quelle, e non altre, per dipingere quei quadri, quelle situazioni, quelle sensazioni. Si passa da un vagone all'altro, con la curiosità di vedere cosa si troverà. È viaggio. Ed è vita vissuta, riferita.
"Le piaceva seguire / in televisione / il Giro d’Italia / i corridori in fuga / lo stacco improvviso di uno dal gruppo / chi a ruota lo tampinava / la corsa in solitaria / la volata a tagliare il traguardo / poi l’entusiasmo / il bacio della madrina / la maglia rosa. // Non capiva perché / bisognasse tenere per Bartali o per Coppi" (Dopoguerra).
Il linguaggio è quello che intrappola, inganna, col suo apparire piano, semplice, diretto (e niente è come appare, è risaputo...). Le donne vanno e vengono, nella stanze della storia di Margherita. Parlando della vita, e vivendola. E il lettore non può stare fermo, con le mani nelle mani, ha da andare avanti a leggere, sostando quando e dove vuole per inseguire un pensiero, un qualcosa di evocato.
"Si accendevano / e duravano un niente. // Non era vero amore / solo fiammate passeggere. / / Turbamenti" (Turbamenti). Insegnamenti, messaggi scolpiti. E potenti sono spesso le chiuse, un verso o due alla fine del singolo testo poetico: "Era l'estate della maturità.", "Ma lei lo aveva amato l'anno prima.".
"Ebbe la conferma del loro amore / in Olanda / dormendo in due per un mese in una Morettina / una tenda piccola / dove si stava stretti stretti. // Il desiderio giorno e notte / la rendeva perfetta" (Il vero amore). E anche: "Alle volte lei va in cucina / e ritorna con tre mandorle per lui / oppure in cucina va lui / e ritorna con pezzettini di ananas / per lei. // Sempre in silenzio."
"La volta che soprappensiero / nella vetrina si vide riflessa / e non riconobbe la sua faccia / lo spavento fu grande. // Aveva scoperto l'estranea / che abitava in lei" (Verso il confine).
Oltre il confine del libro c'è il libro prossimo venturo, certamente già in costruzione... Tu fratello, ipocrita lettore, lo sai bene.
Graziella Tonon
Storia di Margherita
La Vita Felice, pp.92, € 13,00