Past Lives
Da Seul a New York storia di un sentimento raccontato con delicatezza e partecipazione.
(Massimo Cecconi)16/03/2024
Piccolo (intendiamoci sui termini però) ma non piccolissimo film, “Past Lives” racconta con pudicizia e riservo la storia di un sentimento affettuoso, a tratti doloroso, mai straziante.
La famiglia di Nora (Greta Lee), nome che assumerà in terra d’occidente, abbandona per esigenze lavorative la natia Corea (del sud ben s’intende) per approdare in Canada.
A Seul Nora lascia la sua infanzia e l’amicizia affettuosa con Hae Sung (Teo Yoo), compagno di scuola, di giochi e di passeggiate nei parchi.
Complice internet, dodici anni dopo i due riprendono i contatti senza altra finalizzazione.
Ci vogliono altri dodici anni prima che Nora e Hae Sung s’incontrino di nuovo.
Lo scenario da escursione turistica è New York con i suoi grattacieli e la sua Statua della Libertà.
Nora, che nel frattempo si è sposata con Arthur (John Magaro), scrittore di un certo successo, accompagna l’amico coreano nella visita della città, riassapora compiaciuta la sua infanzia, si immalinconisce non tanto per l’amicizia perduta quanto per tutto quello che non è accaduto e che avrebbe potuto invece accadere.
Hae Sung appare più fragile, scontento di ciò che la vita gli ha assegnato, amareggiato per non aver compiuto prima quei passi necessari per riavvicinarsi a Nora.
Difficile che sia un arrivederci: vite passate con un ricordo del futuro.
Si diceva “piccolo” film riferendosi soprattutto agli aspetti cinematografici che sono minimalisti e persino un po’ scontati. La sua vera forza è la capacità del racconto, la maestria di cogliere nelle pieghe della narrazione ciò che non si vede, che non appare, che potrebbe accadere ma non accade.
Sospeso in una delicata bolla di vita vissuta, “Past Lives” merita tutto il rispetto possibile e la pazienza di cogliere, nella sua lentezza, la vivisezione di un sentimento pulito e, a modo suo, coraggioso.
Opera prima della scrittrice Celine Song che da un suo racconto autobiografico prende forma e immagine, lasciando il segno.
In programmazione all’Arcobaleno Film Center
La famiglia di Nora (Greta Lee), nome che assumerà in terra d’occidente, abbandona per esigenze lavorative la natia Corea (del sud ben s’intende) per approdare in Canada.
A Seul Nora lascia la sua infanzia e l’amicizia affettuosa con Hae Sung (Teo Yoo), compagno di scuola, di giochi e di passeggiate nei parchi.
Complice internet, dodici anni dopo i due riprendono i contatti senza altra finalizzazione.
Ci vogliono altri dodici anni prima che Nora e Hae Sung s’incontrino di nuovo.
Lo scenario da escursione turistica è New York con i suoi grattacieli e la sua Statua della Libertà.
Nora, che nel frattempo si è sposata con Arthur (John Magaro), scrittore di un certo successo, accompagna l’amico coreano nella visita della città, riassapora compiaciuta la sua infanzia, si immalinconisce non tanto per l’amicizia perduta quanto per tutto quello che non è accaduto e che avrebbe potuto invece accadere.
Hae Sung appare più fragile, scontento di ciò che la vita gli ha assegnato, amareggiato per non aver compiuto prima quei passi necessari per riavvicinarsi a Nora.
Difficile che sia un arrivederci: vite passate con un ricordo del futuro.
Si diceva “piccolo” film riferendosi soprattutto agli aspetti cinematografici che sono minimalisti e persino un po’ scontati. La sua vera forza è la capacità del racconto, la maestria di cogliere nelle pieghe della narrazione ciò che non si vede, che non appare, che potrebbe accadere ma non accade.
Sospeso in una delicata bolla di vita vissuta, “Past Lives” merita tutto il rispetto possibile e la pazienza di cogliere, nella sua lentezza, la vivisezione di un sentimento pulito e, a modo suo, coraggioso.
Opera prima della scrittrice Celine Song che da un suo racconto autobiografico prende forma e immagine, lasciando il segno.
In programmazione all’Arcobaleno Film Center
