The Holdovers-Lezioni di vita
Piacevole racconto natalizio con tanti buoni sentimenti conditi in salsa amara.
(Massimo Cecconi)20/01/2024
Stati Uniti d’America, anno 1970. Per Natale, la Barton Academy, college per ricchi nel New England, chiude i battenti e tutti gli studenti possono tornare nelle loro famiglie per i festeggiamenti canonici.
Tutti meno uno. Angus Tully (Dominic Sessa), per via di una madre che si deve dedicare alla luna di miele con un nuovo marito, è obbligato a restare nell’edificio scolastico, affidato alle cure di un professore di materie classiche parecchio inviso agli studenti del college e agli altri insegnanti per via dei suoi comportamenti alquanto eccentrici. Paul Hunham (Paul Giamatti) è un vecchio docente disilluso, alcolista e misantropo, afflitto da tribolazioni varie per via di una vita privata e professionale per nulla soddisfacente.
Ad assistere materialmente i due uomini è incaricata Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), la matronale cuoca del college il cui giovane figlio è appena morto nella guerra in Vietnam.
Il terzetto mal assortito affronta l’indesiderata compagnia reciproca con malcelata insofferenza e numerosi e vivaci sono gli scazzi tra il professore e l’alunno che non perdono occasione per punzecchiarsi e bisticciare.
Un’improvvisata gita a Boston riavvicina i tre personaggi e li accompagna al finale della storia che è esattamente quello che gli spettatori si aspettano.
Operina piacevole, “The Holdovers”, al cui titolo originale i distributori italiani hanno aggiunto un pleonastico “Lezioni di vita”, mescola sapientemente commedia e dramma in giuste dosi, privilegiando comunque i toni più leggeri e persino comici, anche se la durata di 133 minuti non aiuta l’economia del racconto.
Dirige Alexander Payne che, in passato, si è distinto per qualche discreto titolo tipo “Nebraska” (2014) e “Sideways” (2004) in cui il protagonista era lo stesso Paul Giamatti.
Lodevole l’interpretazione dei tre personaggi principali che, qua e là, hanno già mietuto qualche premio, in attesa delle candidature agli Oscar. Su tutti spicca naturalmente Giamatti che con gli ammiccamenti e le allusioni ci sa veramente fare.
Intrigante colonna sonora che combina generi ed epoche con brani, tra gli altri, di Cat Stevens, The Chambers Brothers, The Allman Brothers Band, Badfinger e Arti Shaw.
In programmazione all’Arcobaleno Film Center e al Cinema Plinius
Tutti meno uno. Angus Tully (Dominic Sessa), per via di una madre che si deve dedicare alla luna di miele con un nuovo marito, è obbligato a restare nell’edificio scolastico, affidato alle cure di un professore di materie classiche parecchio inviso agli studenti del college e agli altri insegnanti per via dei suoi comportamenti alquanto eccentrici. Paul Hunham (Paul Giamatti) è un vecchio docente disilluso, alcolista e misantropo, afflitto da tribolazioni varie per via di una vita privata e professionale per nulla soddisfacente.
Ad assistere materialmente i due uomini è incaricata Mary Lamb (Da’Vine Joy Randolph), la matronale cuoca del college il cui giovane figlio è appena morto nella guerra in Vietnam.
Il terzetto mal assortito affronta l’indesiderata compagnia reciproca con malcelata insofferenza e numerosi e vivaci sono gli scazzi tra il professore e l’alunno che non perdono occasione per punzecchiarsi e bisticciare.
Un’improvvisata gita a Boston riavvicina i tre personaggi e li accompagna al finale della storia che è esattamente quello che gli spettatori si aspettano.
Operina piacevole, “The Holdovers”, al cui titolo originale i distributori italiani hanno aggiunto un pleonastico “Lezioni di vita”, mescola sapientemente commedia e dramma in giuste dosi, privilegiando comunque i toni più leggeri e persino comici, anche se la durata di 133 minuti non aiuta l’economia del racconto.
Dirige Alexander Payne che, in passato, si è distinto per qualche discreto titolo tipo “Nebraska” (2014) e “Sideways” (2004) in cui il protagonista era lo stesso Paul Giamatti.
Lodevole l’interpretazione dei tre personaggi principali che, qua e là, hanno già mietuto qualche premio, in attesa delle candidature agli Oscar. Su tutti spicca naturalmente Giamatti che con gli ammiccamenti e le allusioni ci sa veramente fare.
Intrigante colonna sonora che combina generi ed epoche con brani, tra gli altri, di Cat Stevens, The Chambers Brothers, The Allman Brothers Band, Badfinger e Arti Shaw.
In programmazione all’Arcobaleno Film Center e al Cinema Plinius