Limonov
Breve recensione di un libro stupefacente, di qualche anno fa ma ancora attuale.
(Antonella Nathansohn)05/07/2023

Consiglio a tutti la lettura del saggio-romanzo LIMONOV di Emmanuel
Carrère, che è considerato quasi il suo libro cult.
È la storia di
Eduard Savenko, poeta punk, in arte LIMONOV, un russo oppositore di tutto
l’apparato sovietico, pazzo come un cavallo, ribelle ad oltranza, che è
vissuto tra gli anni Cinquanta e il 2020. Una vita difficile da capire date le
sue scelte estreme, ma non per questo meno affascinante.
Il personaggio
maschilista egocentrico autoproclamatosi fascista, è reso ancora più interessante dalla penna di Emmanuel Carrère, figlio di una docente di
storia russa alla Sorbona, che in parte ce lo rende simpatico ed in
parte ne sottolinea le caratteristiche più opportunistiche ed
egocentriche.
Tramite la storia di LIMONOV, lo scrittore francese ci
racconta la storia della Russia dal dopoguerra ad oggi. Carrère ci spiega
come la Russia sia diventata la patria del totalitarismo e
dell’intolleranza, e come si siano create le premesse perchè il mondo
venisse messo in scacco.
Sicuramente le descrizioni storiche, il racconto
della perestroika e dei successori di Gorbaciov, sono tra le parti più
interessanti del libro.
LIMONOV era amico di Dugin, il filosofo che
dicono sponsor di Putin, la cui figlia è stata uccisa dall’attentato all’auto imbottita di tritolo.
Forse la forza del romanzo sta
nell’equidistanza che Carrère riesce a tenere dal personaggio e dalla
storia. Nessun giudizio, nessun preconcetto, tanto da fare dubitare il
lettore sull’effettiva vocazione del poeta. LIMONOV fu incarcerato più volte per essersi opposto al sistema degli oligarchi. Un sistema di
potere dominato da pochi, rappresentato da un totalitarismo
esasperato, cui lui si oppose, mentre la maggioranza della popolazione
russa ne è vittima inerme e spettatrice.