#bastamortinstrada

Vi proponiamo alcune immagini della manifestazione di ciclistica protesta con breve blocco stradale, tenutasi la sera di giovedì scorso in piazza Durante, trafficatissimo punto di incrocio, sul confine tra i Municipi 2 e 3, tra via Casoretto e gli assi viari piazzale Loreto-viale Palmanova/Tangenziale Est e viale Monza-piazza Piola/viale Romagna. Qui la stessa mattina era morta Alfina D'Amato, ciclista sessantenne e madre di un ragazzo di 14 anni, investita e uccisa da una betoniera che l'ha pure trascinata per alcune decine di metri (lungo il marciapiedi che in queste immagini inizia con il palo del mazzo di fiori), non essendosi l'autista accorto subito di quanto era successo.

Tutto questo, tragici incidenti con vittime ciclistiche e arrabbiate proteste della comunità ciclistica, sta diventando troppo frequente. Solo nell'ultimo anno le cicliste e i ciclisti morti in incidenti dalla dinamica simile, vittime del cosiddetto 'angolo cieco', sono cinque, a cui va aggiunto lo studente dell'Einstein Luca Marengoni, scontratosi con un tram. Ma da giovedì scorso a oggi, meno di una settimana, poco lontano, in viale Monza, c'è stato un altro incidente, per ora non mortale ma comunque gravissimo. Ancora una volta a farne le spese è stato un ciclista che non è stato visto dal guidatore di un'auto, secondo lui coperto da un camion.

Il consigliere comunale Marco Mazzei, attivista pro-bicicletta e mobilità sostenibile nonché co-promotore del percorso ciclistico AbbracciaMI che circonda la nostra città, intervenendo in aula sull'argomento dopo l'ultimo incidente ha chiesto retoricamente cosa sarebbe successo se la causa di queste morti in bicicletta fossero stati i monopattini anziché le auto. Quegli stessi monopattini, di cui spesso tanto male si parla (a volte anche a ragione) e sono oggetto di nuove norme restrittive nel disegno di legge approvato ieri dal governo, a sua detta, per aumentare la sicurezza stradale, ma non quella dei ciclisti! E non si tratta di una dimenticanza: lo stesso Mazzei, promotore di una mozione per ridurre i rischi da 'angolo cieco' per chi circola in bici (approvata dal Consiglio comunale in modo bipartisan e speriamo presto concretizzata nelle regole per la circolazione a Milano), ci ha spiegato che in maggio il nostro Comune ha interpellato Roma su questo problema e gli è stato risposto che non c'era alcuna intenzione di intervenire con norme specifiche.

Evidentemente c'è chi pensa che la morte circolando per strada in bicicletta debba essere considerata una tragica e ineliminabile fatalità. O forse pensa a fare gli interessi di qualche lobby, non certamente quella dei ciclisti, ammesso che ne esista una, i quali intanto, ogni giorno, continuano a rischiare la vita in una tragica e, a quanto sembra, ineliminabile normalità. Tanto per dire, chi scrive ha un'amica finita sotto un TIR l'estate scorsa e salvatasi per miracolo, e, da bravo ciclista, in piazza Durante era passato la sera prima per andare, ironia della sorte, alla festa per i dieci anni di Upcycle, uno dei templi milanesi della bicicletta...

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