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Il difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza di due ragazzi dei nostri travagliati tempi. ()
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E’ l’ultima estate dell’infanzia. Poi sarà l’adolescenza. Léo (Eden Dambrine) e Rémi (Gustav De Waele) a 12 anni sono i migliori amici l’uno dell’altro, sempre insieme nei giochi, nelle corse per i campi, nelle gare in bici, si cercano, ridono sono instancabili, inseparabili, anche la notte dormono in casa di uno dei due. La loro complicità innocente e totale non è un problema nemmeno per le famiglie che si conoscono e li considerano ugualmente figli. Con il nuovo anno scolastico iniziano il liceo, sono in classe insieme e la loro simbiosi non passa inosservata ai nuovi compagni, soprattutto alle ragazzine più spigliate: ”State insieme? Siete una coppia?” Questo sospetto coglie Léo e Rémi impreparati ad affrontare il confronto con i coetanei. Nessuno li aveva avvertiti che la loro amicizia vissuta per tutti in modo naturale, per altri si traduce come relazione sentimentale. Questa condizione mette a disagio Léo che comincia ad allontanare l’amico, non lo aspetta più per andare a scuola, comincia a impegnarsi nella squadra di hockey su ghiaccio che dovrebbe definire la sua identità virile. Rémi è più riflessivo e rimane ferito dal cambiamento dell’amico, non lo accetta e si tormenta.
Un giorno di ritorno da una euforica gita scolastica tutto cambia. Léo dovrà fare i conti con i suoi sensi di colpa e i rimorsi.
Dhont scandaglia l’animo dei due ragazzi dai volti angelici con riprese in primissimo piano con cui i giovanissimi attori restituiscono tutto il campionario emotivo.
Soprattutto Eden Dambrine che in alcune espressioni e nel modo di recitare spesso ricorda il giovane Jean-Pierre Léaud che, con la complicità del regista (una citazione?) rivolge lo stesso sguardo in macchina di Antoine Doinel nel finale de I 400 colpi. Dhont che nel 2018 aveva vinto la Camera d’Or a Cannes con la sua opera prima Girl, film su una 15enne nata uomo e le sue tappe per diventare una ballerina, con Close affronta con delicatezza e qualche prevedibilità il difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza, il tema dell’identità di genere con tutti i suoi grovigli e paure. Una riflessione su quando e come si formano le radici culturali dell’omofobia. Grand Prix Speciale della Giuria al 75° Festival di Cannes.
Sensibile.


In programmazione all’Arcobaleno Film Center

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