Inaugurato il murale dedicato al film “Miracolo a Milano”

Dal 15 dicembre è visibile in via Valvassori Peroni 21 il murale realizzato da Smoe per ricordare il film. ()
Murale 1
Una fitta schiera di rappresentanti delle istituzioni e degli enti coinvolti ha inaugurato, con appropriato accompagnamento musicale della Banda della Polizia Locale, il murale realizzato in via Valvassori Peroni, dedicato all’indimenticabile film di Vittorio De Sica.
Intervento pittorico imponente che si sviluppa su una superficie di oltre 250 metri quadrati, lungo una parete dell’Istituto universitario ubicato al civico 21 di quella storica via.
Certo storica in quanto protagonista assoluta della scenografia del film, arteria cittadina lungo la quale si sviluppa tutta la vicenda del capolavoro di De Sica, tratto dal romanzo “Totò il buono” di Cesare Zavattini, realizzato a Milano nell’inverno del 1950.
Eccellente opera di riqualificazione degli spazi urbani, il murale è stato realizzato dallo street artist Smoe e dai suoi collaboratori con grande dispiego anche di mezzi tecnici per via della estensione dell’area interessata all’intervento.
Smoe è un writing/muralista italiano che gode di grande prestigio anche per i lavori realizzati nel mondo intero, con particolare concentrazione di sue opere in Australia.
La realizzazione del murale nasce dal basso, dalla volontà di associazioni e cittadini del territorio, coordinati dal Circolo Acli di Lambrate, che, nel 2020 in piena pandemia, hanno pensato di ricordare il film di De Sica e Zavattini a 70 anni dalla sua produzione.

Due giurie, una qualificata e una popolare, hanno poi scelto il bozzetto vincente che è stato realizzato dal collettivo diretto da Smoe, con il supporto di numerosi partner finanziari e logistici, tra i quali si segnala Fondazione Cariplo a cui si deve un’intelligente e diffusa opera di sostegno alla cultura cittadina.
Tra il numeroso pubblico presente, i più anziani, allora ragazzini, ricordavano di avere assistito alle riprese e qualcuno si è spinto ad affermare che De Sica andava sempre a bere il caffè al bar all’angolo con via Bassini. Il locale esiste ancora.
I musicisti della banda indossavano le divise storiche dei ghisa milanesi, con il cappellone nero che aveva sostituito l’originario “canon de stua”, a richiamare, certo involontariamente, quei loro colleghi che nel film hanno una funzione decisamente repressiva contro i poveri barboni.
Gli stessi che, sulle famose arie composte da Alessandro Cicognini, a cavallo delle scope sottratte agli spazzini in piazza del Duomo, intraprendono un favoloso viaggio “verso un regno dove buongiorno vuol dire veramente buongiorno!”.

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