Largo Murales
Giusto una settimana fa si è conclusa positivamente la battaglia di cittadini, associazioni e istituzioni di Città Studi e del Municipio 3 per la salvaguardia degli storici murales di largo Murani, una vicenda di cui abbiamo ampiamente dato conto nelle scorse settimane. Il Comune di Milano, tramite l'Assessorato alla Cultura e all'Ufficio arte pubblica, ed Esselunga, utilizzatrice finale dell'edificio dei murales, hanno trovato un accordo per preservarli, nonostante la ristrutturazione a cui sarà sottoposto l'immobile per ospitare un nuovo punto vendita del colosso della grande distribuzione. Tirando le somme, ne escono bene cittadini e associazioni che si sono attivate per evitare lo scempio di questo muro della memoria; il Municipio 3 che li ha sostenuti fin da subito; il Comune che è intervenuto presso Esselunga e quest'ultima che ha riscoperto il suo legame con il territorio (il suo primo supermercato fu aperto nel 1957 in viale Regina Giovanna, dove tuttora ha sede un suo concorrente francese) e sosterrà le spese necessarie alla tutela dei murales. Male invece chi ha gestito inizialmente tutta la faccenda senza alcuna sensibilità per la memoria storica del quartiere (non sappiamo chi sia/siano e va bene così), quando si parlava addirittura di una perizia in cui si dichiarava che non sarebbe stato possibile salvare i murales. E aggiungiamo anche un malissimo, al confronto, per il Politecnico in relazione alla vicenda del giardino di via Bassini, molto simile a questa sotto tanti aspetti salvo, purtroppo, la reazione nei confronti della pacifica protesta dei cittadini con il dispiegamento delle forze dell'ordine e l'esito drammaticamente negativo del taglio degli alberi e della cementificazione dell'area verde.“Grazie alla sensibilità di Esselunga, alla collaborazione del Municipio 3, all’impegno dell’Ufficio Arte Pubblica del Comune e e alla volontà di tutto il quartiere, gli storici murales di Largo Murani saranno preservati”. Lo annuncia l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, che spiega: “Un intervento di risanamento della facciata che li supporta, sostenuto da Esselunga, e un successivo restauro conservativo dei dipinti originali consentiranno infatti la sopravvivenza delle opere di street art che, da ormai più di cinquant’anni, contribuiscono a formare l’identità del quartiere. Un risultato raggiunto grazie all’impegno comune, con l’obiettivo di preservare la memoria storica degli abitanti della zona”.
I murales di largo Murani, in zona Città Studi, risalgono agli anni Settanta e sono tra i primi comparsi a Milano. Rappresentano un capo indiano, una mucca che rimanda alla copertina di un album dei Pink Floyd, Jimi Hendrix con la chitarra e il simbolo del Sole che Ride, pressoché sconosciuto in Italia in quel periodo. La notizia della necessità di abbattere il muro sui quali erano stati dipinti ha suscitato un’accorata richiesta da parte dei residenti della piazza, che hanno chiesto a gran voce all’Amministrazione comunale e ad Esselunga, che realizzerà lì a breve un nuovo store, di salvare i murales.
“Esselunga è un’azienda del territorio - ha dichiarato Roberto Selva, Chief Marketing & Customer Officer di Esselunga -. Siamo nati a Milano nel 1957 con l’apertura del primo supermercato in Italia in viale Regina Giovanna, proprio nel Municipio 3. Uno dei principi fondanti per l’azienda è la volontà di essere parte integrante della comunità contribuendo a creare valore per il nostro territorio. Abbiamo ascoltato la voce degli abitanti del quartiere e, benché l’edificio di Largo Murani non sia di proprietà dell’azienda, abbiamo deciso di sostenere l’onere di straordinarie misure di risanamento che permettano di ottenere le necessarie omologazioni della struttura e al contempo di salvaguardare i murales presenti sulla facciata laterale dell’edificio”.
Caterina Antola, presidente del Municipio 3, ha commentato: “Sono felice dell’esito di questa vicenda che ha visto tante cittadine e cittadini del quartiere partecipi perché sinceramente legati a questi murales. Io stessa li ho visti nascere e non potevo consentire che venissero cancellati. Questo risultato è il frutto di un lavoro corale che mostra la maturità e sensibilità di tutti i soggetti coinvolti”.