Narrativa e cronaca: Oliva Denaro e altre riflessioni

Per chi ancora non ha avuto modo di apprezzarla, segnalo la scrittrice Viola Ardone. Il suo ultimo libro, edito da Einaudi come i suoi precedenti, s’intitola “Oliva Denaro” e parla della violenza sulle donne. ()
Olivia denaro foto
Il suo approccio non è scontato e l’ho trovato molto originale. L’autrice amalgama sapientemente storia, costume, psicologia, poesia , vicende personali e ne esce un romanzo corale, in cui ogni ingrediente ha una sua ragione d’essere nel dramma nazionale più inquietante degli ultimi decenni che è la violenza sulle donne.

La scrittura dell’Ardone coinvolge ed affascina, sovente fa ricorso ad espressioni dialettali che emotivamente avvicinano i personaggi al lettore, rendendolo partecipe dei loro conflitti interiori e delle loro contraddizioni. Si può dire che l’Ardone ha una lingua sua propria che scava in profondità i rapporti con la sua famiglia d’origine, in particolare con il padre e la società che lo circonda. Vittime della vicenda narrata sono le donne sia in senso positivo che in senso negativo, penso in particolare alla madre della protagonista che è complice dell’atavica violenza.

E’ un libro che sicuramente si divora piacevolmente e che mi ha spinto a leggere un altro suo indiscusso successo, “Il treno dei bambini” del 2019, che diventerà presto un film e che è stato già tradotto in 34 lingue.

La storia racconta un episodio autentico della storia del nostro Paese e cioè dell’iniziativa del PCI e dell’Unione donne italiane che dal 46 al 52 organizzarono dei treni per portare molti bambini poveri di Napoli e del Sud in generale a “svernare” presso altre famiglie del Nord che li ospitavano.

Nel romanzo si racconta di Amerigo un bambino figlio di una donna single di Napoli che parte per una città emiliana e delle traversie di quel viaggio. Anche in questo romanzo l’uso sapiente delle espressioni dialettali ci fa amare Amerigo fin dai primi capitoli e la vicenda umana di quella vicenda. Nei suoi gesti, nei suoi pensieri ,apprezziamo il calore della solidarietà, dell’umana compassione che proprio in questi tempi abbiamo riscoperto come bagaglio prezioso della nostra stessa esistenza.

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