The French Dispatch

Il rutilante mondo di Wes Anderson incontra il giornalismo e ancora una volta la fantasia non ha freni. Un divertente caos… ()
french immagine
Non manca quasi nessuno nel cast pazzesco dell’ultimo film di Wes Anderson che si ispira alle pubblicazioni e ai giornalisti del New Yorker, passione giovanile del regista.

Una voce fuori campo introduce lo spettatore: “Iniziò come una vacanza. Desideroso di sfuggire a un fulgido futuro nelle grandi pianure, Arthur Howitzer Jr. trasformò una serie di rubriche di viaggi nel French Dispatch”.

Siamo nella immaginaria cittadina di Ennui-sur-Blasé (ricostruita a Angoulême, in Francia) dove anni prima Arthur Howitzer Jr. ha aperto la redazione dell’edizione europea del quotidiano The Evening Sun di Liberty, nel Kansas, ribattezzata The French Dispatch. Tratterà di argomenti di vario tipo, dalla politica alla cronaca, ma anche arte, cultura, moda, cucina e storie di vita. Quando Howitzer muore improvvisamente le pubblicazioni vengono interrotte per sempre, come stabilito nel suo testamento. Ma i redattori decidono di preparare un ultimo numero commemorativo con gli articoli di maggiore successo degli ultimi anni.

Il film nella sostanza si compone di vari episodi, come tanti capitoli visivi quanti gli articoli che verranno pubblicati e per ogni articolo vediamo il lavoro del giornalista, sentiamo le sue parole e assistiamo alla sua vita: una contestazione studentesca, l’indagine di un commissario sul rapimento del figlio, un ergastolano artista pazzo che viene sfruttato da avidi mercanti d’arte, e altre amenità di contorno.

Il film è una sarabanda delirante di immagini e parole, di colori e personaggi, di movimenti e inquadrature che si rincorrono senza tregua. Una sovrabbondanza frenetica che rischia di far trascurare allo spettatore qualche passaggio. Del cast stellare non si fa quasi in tempo a riconoscere i volti che già sono usciti dallo schermo. Bisognerebbe poterlo vedere più volte per assaporare tutta la creatività di Wes Anderson, come quando un tempo, molti anni fa, si poteva restare in sala a vedere e rivedere i film senza dover uscire.

Caotico!

In programmazione al Cinema Plinius e all’Arcobaleno Film Center.


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