Il ciclo di letture “Racconti italiani d’autore”

A partire dal prossimo mese di ottobre la nuova proposta di letture a cura di Raffaele Santoro. Un gran bel leggere. ()
dino buzzati immagine
Concluso a giugno il ciclo di recensioni dal titolo “Luoghi letterari europei” con cui si è percorso un itinerario tra una serie di libri di grandi autori della letteratura europea nei quali spiccano i luoghi in cui sono ambientati, facendone veri e propri “luoghi letterari” - “I racconti di Pietroburgo” di Nikolaj Gogol', “I racconti di Mala Strana” di Jan Neruda, “La morte a Venezia” di Thomas Mann, “Dalle nove alle nove” di Leo Perutz, “Un ermellino a Cernopol” di Gregor von Rezzori, “Troppo buoni con le donne” di Raymond Queneau, “Requiem” di Antonio Tabucchi, i cui commenti sono, peraltro, sempre reperibili su z3xmi -, presentiamo, qui di seguito, temi, autori e libri che verranno proposti e commentati nel prossimo ciclo di recensioni che, come di consueto, avrà inizio con la prima “uscita” a ottobre e terminerà con l'ultima a giugno dell'anno prossimo.

Il ciclo 2021/22 sarà incentrato sul genere del “racconto” e, in particolare, su racconti “importanti” di nostri grandi autori da cui il titolo del ciclo “Racconti italiani d'autore”.
Sono stati considerati e scelti sia racconti singoli e cioè “La famosa invasione degli Orsi in Sicilia” di Dino Buzzati, “La spiaggia” di Cesare Pavese, “Casa d'altri” di Silvio D'Arzo, che raccolte di racconti e cioè “Il capofabbrica” di ,Romano Bilenchi “Lo scialle andaluso” di Elsa Morante “Un giorno di fuoco” di Beppe Fenoglio e “Verso la foce” di Gianni Celati. Naturalmente, come si può evincere dai libri prescelti, oltre al filo conduttore del genere del “racconto” li unisce anche il loro assoluto valore letterario nonché quello dei loro autori.

Qui, di seguito, l'elenco sintetico dei libri e degli autori proposti, con l'indicazione della previsione di uscita del relativo commento e, per una panoramica d'insieme, a seguire, una breve scheda per ciascun libro.

“Racconti italiani d'autore”

Romano Bilenchi - “Il capofabbrica” - 1932 - Ottobre
Cesare Pavese - “La spiaggia” - 1942 - Dicembre
Dino Buzzati - “La famosa invasione degli Orsi in Sicilia” - 1945 - Gennaio
Silvio D'Arzo - “Casa d'altri” - 1953 - Marzo
Elsa Morante - “Lo scialle andaluso” - 1963 - Aprile
Beppe Fenoglio - “Un giorno di fuoco” - 1963 - Maggio
Gianni Celati - “Verso la foce” - 1989 – Giugno

Romano Bilenchi - “Il capofabbrica”
Grande giornalista e scrittore, Romano Bilenchi, pur facendo di quella provincia toscana in cui nacque il teatro e lo sfondo delle sue storie, ci descrive in realtà un “mondo” in cui aleggia costante un senso di selvaggio e di primordiale, inscenando uno scontro tra forze laceranti, segnato da passioni ridotte all'essenziale, come testimoniano i racconti de “Il capofabbrica”, nei quali viene per la prima volta alla luce la personalità e l’originalità di Bilenchi, che scrisse questi racconti fra i 21 e i 23 anni. L’impianto de “Il capofabbrica” è costituito da otto storie, in sé autonome, ma interconnesse tra loro tramite il personaggio di Marco che “ritorna” nelle diverse storie a formare quella coesione narrativa che dà a “Il capofabbrica” anche una sua leggibilità in chiave di epopea familiare. Famosissimo è l' incipit del primo racconto: “La fabbrica”, considerato da molti come uno degli incipit più belli di tutta la letteratura italiana del ‘900.

Cesare Pavese - “La spiaggia”
Nel racconto lungo “La spiaggia”, scritto nel '41 e pubblicato nel ’42, quindi all'inizio della sua “carriera” di scrittore, sono già ravvisabili vari temi tipici di Pavese, tra cui, in particolare, quel suo modo di porre la questione della solitudine. Non nel senso di una condizione di isolata e ripiegata individualità ma anzi proprio come condizione che si genera nella pienezza della vita vissuta e praticata all’interno di rapporti, sociali e relazionali, significativi. L’azione ne “La spiaggia” si svolge in un contesto espressione di una società borghese opulenta, occupata a divertirsi su quelle spiagge della Riviera ligure in cui “La spiaggia” è ambientato. Nelle vite dei personaggi nulla produce reali difficoltà o incrinature, tutto si svolge come fosse solo un gioco, ma ben presto si scorge che la realtà, quella vera che ognuno si porta dentro, è ben altra.

Dino Buzzati - “La famosa invasione degli Orsi in Sicilia”
Come spesso accade nelle favole anche in questa bellissima favola c’è tutto un mondo al contrario, dove gli animali sono protagonisti rispetto agli uomini e i loro reciproci ruoli si invertono. Sono infatti gli animali che governano gli uomini e, in questo, sarebbero anche molto meglio degli uomini. Ma gli uomini, come sempre, fanno danni e corromperanno anche quei semplici e buoni animali e cioè quegli orsi che, con gli uomini, si erano pacificamente predisposti a convivere. Ambientato in una Sicilia remota, fuori dal tempo, luogo di pura immaginazione creato dalla fantasia di Buzzati, “La famosa invasione degli Orsi in Sicilia” è un racconto sull’ impossibilità della convivenza tra uomini e animali, i quali prenderanno saggiamente le distanze dagli uomini. Ma è anche una “tipica” creazione di Buzzati sul tema dell’inatteso e dell’imprevedibile, del caso e della casualità.

Silvio D'Arzo - “Casa d'altri”
“Casa d’altri”è il capolavoro di Silvio D'Arzo ed uno dei più grandi racconti della nostra letteratura: fu definito “perfetto” da Eugenio Montale. Morto prematuramente nel '52, a 32 anni, Silvio D'Arzo non ne vide la pubblicazione, “Casa d'altri” uscì infatti dopo la sua morte. E, sin dall'ora - pur nella disattenzione presso il grande pubblico - la valutazione dell'opera di Silvio D'Arzo e, in particolare, di questo racconto, è stata altissima. Il tema di “Casa d'altri” è il sentirsi estranei, e ciò non solo nel luogo in cui si vive ma nel mondo, come se appunto fossimo eternamente e permanentemente in “casa d’altri”. E ciò diventa qui ancor più vero e drammatico perché coloro che ne saranno protagonisti sono un anziano prete e un’anziana donna credente e devota: la vecchia Zelinda che, nel constatare e vivere tutta quella che sarà la loro personale impotenza di fronte a ciò, finiranno – in un tragico non detto – per dover constatare l’assenza di qualsiasi possibile salvezza.

Elsa Morante - “Lo scialle andaluso”
I racconti che compongono “Lo scialle andaluso” sono rappresentativi sia degli anni della produzione giovanile della Morante sia di quelli della sua produzione più matura. In essi sono presenti temi e toni che la Morante svilupperà nei suoi romanzi e rivelano come il suo modo di vedere e sentire le cose fosse stato, sin dagli esordi, inconfondibile, con quella commistione di realtà e finzione che si rivelerà tipica della Morante. Questi racconti rimandano all’infanzia, ai turbamenti dell’adolescenza, alla perdita dell’innocenza, all’essere donna, alla famiglia, al rapporto esclusivo ed espulsivo con la figura materna. Ma anche al mistero della vita e al nostro inutile interrogarla, ai temi della gelosia e del possesso esclusivo, della scoperta del corpo e dell’ erotismo, dell’illusione amorosa e della relativa disillusione. Tutto affrontato sempre con quella “grazia” poetica e con quel ricorso alla trasfigurazione fantastica che rende antirealistico il modo di parlarne anche se è dal reale che quei temi e motivi provengono.

Beppe Fenoglio - “Un giorno di fuoco”
I racconti di ”Un giorno di fuoco” pubblicati con questo titolo, per la prima volta, due mesi dopo la morte di Fenoglio avvenuta nel febbraio del '63, dovevano avere in realtà come titolo, secondo quanto Fenoglio stesso aveva indicato, quello di “Racconti del parentado”, come poi effettivamente avvenuto nella successiva ed attuale edizione Einaudi che adottò entrambi i titoli. Questi racconti hanno infatti come oggetto quello delle “origini” di Fenoglio, in cui convergono sia l’ambito familiare in senso allargato, il “parentado” appunto, sia i luoghi dell’infanzia, così come peraltro della vita adulta di Fenoglio, cioè le Langhe. Ne i racconti di “Un giorno di fuoco” si compie infatti una trasposizione di vicende che risalgono alla fanciullezza di Fenoglio di cui egli aveva sentito dire o che emergevano dai ricordi delle lunghe estati trascorse presso i parenti paterni. E raccontandole in tutta la loro assurda, folle e spesso tragica risonanza, Fenoglio ne fa, a suo modo, delle vicende epiche, rappresentative di quell’ universo umano ed esistenziale che ben conosceva.

Gianni Celati - “Verso la foce”
“Verso la foce” raccoglie “quattro diari di viaggio”, relativi a tragitti fatti da Celati lungo il Po, percorrendone rive e argini ed attraversando città e campagne ad esso vicine. Il viaggio fisico che si svolge in “Verso la foce” e che egli ci narra è, in realtà, un viaggio visivo attraverso il quale Celati ci racconta le evocazioni che quelle cose gli destano, il senso o non senso che gli suscitano, le emozioni che gli provocano. Le descrizioni e riflessioni che ne derivano diventano perciò l’esito del procedere di Celati verso quella sua meta: la foce del Po, che lo porterà ad attraversare quella “valle padana” nella quale ad una natura sottomessa dall’uomo fa da corollario una presenza umana sempre più dissociata che a Celati si rivelerà come “l’attraversamento d’ una specie di deserto di solitudine, che però è anche la vita normale di tutti i giorni”.

Buona lettura a tutti, appuntamento per il prossimo mese di ottobre con “Il capofabbrica” di Romano Bilenchi.

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Re: Il ciclo di letture “Racconti italiani d’autore”
12/09/2021 Raffaele Santoro
Gentile Sig.ra Sonia
Come riportato nel testo dell'articolo e, analogamente alle precedenti edizioni, si tratta di un ciclo di recensioni che saranno pubblicate qui su z3xmi, in base al calendario indicato nell'articolo.
Non si tratta quindi di incontri di presentazione, né di letture in pubblico dei libri prescelti.
La invitiamo pertanto a seguirci qui su z3xmi a partire dal prossimo mese di ottobre.
Un cordiale saluto.
Raffaele Santoro


Re: Il ciclo di letture “Racconti italiani d’autore”
11/09/2021 Sonia Paridi
Buongiorno, scusate, ma non capisco DOVE si svolgano questi Cicli di letture. GRAZIE MILLE. Sonia Paridi soniaparidi@libero.it


 
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