I tempi nuovi
Impeccabile e molto milanese l’ultima fatica letteraria di Alessandro Robecchi. I tempi sono nuovi, anzi antichi. Il crimine paga?
(Massimo Cecconi) 09/04/2019
Un irreprensibile studente trovato cadavere nella sua auto nei pressi del cimitero di Segrate, una bella e misteriosa dark lady dotata di una particolarissima filosofia di vita, un sin troppo intraprendente docente universitario scomparso, una banda in giacca e cravatta che ricicla denaro sporco sono i principali ingredienti di una vicenda molto adrenalinica sulla quale indagano, in parallelo, un’inedita coppia di detective privati (Oscar Falcone e Agatina Cirrielli) con il supporto del gaudente per vocazione Carlo Monterossi (quello che lavora, a suo dire, per e nella “fabbrica della merda”) e la squadra ufficiale della polizia milanese con i sovrintendenti Carella e Ghezzi, quest’ultimo con simpatica e intraprendente moglie Rosa appresso.
Insomma un noir come dio comanda dove non è detto che i buoni siano proprio buoni mentre i cattivi sono cattivi davvero in una Milano riconoscibile ma, per molti versi, insospettabilmente sotterraneo e sulfurea.
A fare da sfondo, un’educativa vicenda di ordinario bullismo in cui, ancora una volta, i poteri forti la fanno da padrone.
La colonna sonora è affidata, come sempre, a Bob Dylan e alle sue ballate profetiche.
La scrittura di Robecchi è pungente e ironica, per nulla compiaciuta anche se partecipe del grande sfascio civile e morale nel quale ci troviamo ogni giorno a nuotare con la bocca chiusa.
Per gli sciovinisti di territorio, la nostra zona è ben rappresentata da via Boscovich e il Casoretto, piazzale Bacone e viale Vittorio Veneto, dove vive uno dei peggio malamente.
Come sempre: vaste programme.
p.s. Per i neofiti “la fabbrica della merda” è la televisione spazzatura.
(Massimo Cecconi)