Lo chiamavano Jeeg Robot

Giudizio sospeso per un film di difficile collocazione. Tra fumetto e cartone animato, la fantasia va oltre la sgradevolezza dei personaggi e degli ambienti. Divertimento fine a stesso? Discutiamone.

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Jeeg Robot immagine

Difficile collocare “Lo chiamavano Jeeg Robot” nella variegata famiglia del cinema italiano di ogni tempo.

Verrebbe da definirlo una grottesca fantascienza de noantri, ma sarebbe (forse) troppo riduttivo. Certo è che, a memoria, dalle nostre parti, appunto, non si è mai visto nulla di simile.

Roma prossima ventura. Un casuale incidente di percorso trasforma tale Enzo Ceccotti, furfantello di scarsa tacca, in una sorte di supereroe con superpoteri, come il cartone animato giapponese che il titolo del film parafrasa. In una suburra popolata da coatti birbaccioni, il supereroe, sgrammaticato e zotico, si intenerisce per una povera demente che abita un corpo da modella, ingaggia una lotta mortale con una specie di Joker delle periferie romane e chiude la sua fulgida carriera volando dall’alto dei bastioni del Colosseo.

Nel mezzo, una città allertata da attentati terroristici, alcune catinelle di sangue e un tot di morti ammazzati. Dove si volesse andare a parare, difficile dire. Anzi. Verrebbe da dire divertimento puro, gusto del racconto splatter, dove i cattivi sono veramente cattivi e i buoni non sanno di esserlo.

Non resta che sospendere il giudizio e chiedersi per quale ragione il film abbia avuto un tot di nomination ai David di Donatello. Monocorde Claudio Santamaria, eccellente Ilenia Pastorelli, superlativo (e supercattivo) Luca Marinelli che, per i premi, corre per il film “Non essere cattivo” del compianto Claudio Caligari.

Dirige, in opera prima, Gabriele Mainetti che dimostra dimestichezza con i linguaggi cinematografici.

Come diceva qualcuno: ai posteri l’ardua sentenza…

Resta da notare a margine che l’audio in presa diretta è tale che, almeno per alcuni personaggi (si direbbe quelli meno impostati), si faccia fatica a capire il senso e il suono delle parole. E questo non è un dettaglio.



Lo chiamavano Jeeg Robot

Regia Gabriele Mainetti

Con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli

Italia 2015, 112’


In programmazione al cinema Plinius



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