La città che vogliamo

“La libertà delle donne è la  libertà di tutti”. Questo il titolo dell’8° incontro pubblico delle donne di Milano, promosso dalla commissione Pari Opportunità, che ha avuto luogo il 24 febbraio nella Sala Alessi di Palazzo Marino. 
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donne
Lo scopo è di “riferire a chi governerà questa città; e che ne tenga conto” così Anita Sonego che nella introduzione al dibattito continua: “l’assemblea è propositiva per chi verrà”. E l’incontro, l’ultimo per questa consiliatura, è stato fitto di proposte e molto partecipato, a testimonianza dell’intenso lavoro svolto in questi anni dalle donne milanesi.  Hanno preso la parola 17 donne in rappresentanza di associazioni femminili e delle istituzioni di Milano. 

In qualità di Presidente della Commissione pari Opportunità, Anita Sonego ha elencato le presenze  istituzionali: Basilio Rizzo, Presidente del Consiglio Comunale; Loredana Bigatti, Presidente del CdZ 4; Luciana Barbarano, Presidente della Commissione PO del CdZ 4; Elena Ruginenti, Presidente della Commissione PO del CdZ 6; Loredana  Fontanili, responsabile del servizio di Sicurezza Urbana e Coesione Sociale di Zona 4; Alessandra Simone, Dirigente PS di Via Poma, e ha portato le scuse degli assessori Majorino e Tajani che non hanno potuto partecipare per impegni pregressi; ha quindi ricordato che sono stati invitati i candidati a sindaco di Milano ma alcuni non hanno risposto, e fra quelli che lo hanno fatto erano presenti Patrizia Bedori del Movimento 5 Stelle, Corrado Passera rappresentato dalla coordinatrice del Comitato Donne per Corrado Passera e Stefano Parisi rappresentato da Carolina Pellegrini, Consigliera di parità regionale.

Anita Sonego si è soffermata sul sottotitolo dell’incontro, ovvero La libertà delle donne è la  libertà di tutti commentandolo con  le parole di Valerie M. Hudson, studiosa di problemi internazionali, secondo cui “c’è un profondo legame fra la sicurezza dello stato e la sicurezza delle donne” … e che “il migliore indicatore di pace dello stato è come le donne vengono trattate”; e ha concluso ricordando che “quello della sicurezza sarà senz'altro un tema centrale della prossima campagna elettorale al cui interno le donne sono un parametro”. Quindi ha lasciato loro la parola.

Le proposte avanzate dalle rappresentanti delle associazioni nei pochi minuti che avevano a disposizione vanno dall'urbanistica alla mobilità, dalla salute alla multiculturalità, dalla toponomastica al femminile alla lotta alla violenza sulle donne; dalla gestione degli spazi pubblici all'arte; dall'ambiente all'emergenza profughi. 

In particolare, sono state avanzate proposte per come strutturare nuove case delle donne nei diversi quartieri e per la costituzione del Parco Piazza d’Armi continuando ad operare una pressione sul Comune per “continuare a alimentarne il desiderio”. Si è chiesto alla futura amministrazione di creare nuove convenzioni per la concessione degli spazi pubblici, di riaprire i consultori familiari nelle varie zone e di cogliere l’occasione offerta dalle donne straniere che lavorano nel settore dell’accudimento della persona per favorire il processo di integrazione; di continuare a sostenere le associazioni che si occupano  di contrastare la violenza sulle donne e di riaprire i centri donna polivalenti gestiti da donne che possano fungere anche da centri multifunzionali per una Milano vivibile e solidale, centri che offrano servizi di base affidati alla municipalità in spazi di proprietà pubblica per favorire l’autonomia delle donne e anche per la riqualificazione dei quartieri periferici.

Si è parlato di valorizzare il percorso formativo legato alla intitolazione delle vie e piazze al femminile e di valorizzare il lavoro femminile destinando dei fondi per la formazione delle donne venute da altrove e costituite in associazioni nonché di favorire l’integrazione con opere artistiche realizzate insieme da donne comuni e istituzioni. 

In campo ambientale sono state avanzate richieste alla futura amministrazione comunale perché faccia pressione sul governo per il rispetto degli accordi del COP 21 di Parigi; di estendere l’area C, di approntare un piano per la mobilità sostenibile, aumentando e raccordando tra loro le piste ciclabili esistenti, di ridurre l’uso di energia da fonti fossili con incentivi, di pianificare l’utilizzo degli alloggi vuoti, di aumentare il rapporto pro-capite fra cittadino e verde, di destinare quindi gli scali ferroviari alla creazione di spazi verdi, di propagandare l’uso e la messa in sicurezza dell’acqua pubblica facendo opera di educazione ambientale. 

Nell'ambito del sociale sono state avanzate richieste inedite come quella di agevolare la costituzione di spazi trans-gender nella casa di accoglienza Enzo Jannacci (ex dormitorio pubblico) con la collaborazione delle associazioni femminili amiche di questi spazi trans-gender. Interessante la proposta di destinare i fondi europei, attualmente pensati per “opere di segregazione”, all’accoglienza di profughi ispirandosi a un progetto già praticato dalle Chiese Valdesi e dalla Comunità S. Egidio che sulla base dell’art. 25 del codice di Scenghen ha istituito dei corridoi umanitari per portare legalmente i richiedenti asilo in Europa con visti regolari con validità territoriale limitata e di sostenere la proposta, emersa in un convegno di donne, di assegnare il Premio Nobel per la pace a Lampedusa.

Attenzione particolare è stata dedicata al tema della violenza economica sulle donne, una delle più insidiose, con la richiesta alla futura amministrazione di sostenere quelle neonate associazioni che si occupano del re-inserimento nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza e di offrire visibilità alle associazioni che offrono percorsi per la lotta alla violenza anche a costo zero. Chiude gli interventi l’esortazione di World Community a prevenire la violenza attraverso l’educazione della donna per farla diventare consapevole del proprio valore e del  rispetto che le va portato.

Infine si auspica la costituzione di un assessorato delle Pari Opportunità e di politiche di genere che possa influenzare anche gli altri assessorati per agire strutturalmente sul territorio con interventi nel sociale. Alle donne si dice di avere il coraggio di candidarsi e a tutti gli elettori, uomini e donne, di non avere paura di votarle. 

Non mancano voci critiche: alcune partecipanti all’assemblea hanno osservato la mancanza di referenti politici di sinistra e confessano di aver avuto una sensazione surreale per la separazione che regna fra le donne più volte sollecitate ad avanzare proposte e chi dovrebbe ascoltarle dal momento che, come ha ricordato Anita Sonego, “le donne hanno una visione complessiva del benessere di Milano”.


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