Singolare
testimonianza alla Valvassori Peroni per celebrare il “Giorno
della Memoria”: il 27 gennaio, alle18, Esther Fintz Menascé, che è
stata docente di letteratura inglese alla Statale di Milano,
racconterà, fra l’altro, le sue vicissitudini di bambina vittima
delle leggi razziali. Originaria della comunità ebraica dell’isola
di Rodi, la giovanissima Esther si trovava a Milano con la famiglia
quando, nel 1938, fu allontanata dalla “Scuola Elementare Femminile
Antonio Stoppani”. Dopo l’inizio della guerra, continuò
privatamente gli studi a Maderno, sul lago di Garda, e appena fu
istituita la Repubblica di Salò fuggì con la famiglia in Svizzera,
dove frequentò il Ginnasio Cantonale di Locarno.
Esther
Fintz Menascé ha scritto il libro “Gli ebrei a Rodi”, che nel
1992 ha vinto il “Premio Acqui Storia”, e sta ora completando la
sua nuova opera “A History of Jewish Rhodes”.
“Nell’incontro
in biblioteca,” dice, “rivisiterò i ricordi di una bambina
ferita (assieme alla sorellina, Nora) dalle leggi razziali, prima con
l’espulsione dalle scuole e poi col terrore per la caccia all’ebreo
durante la Repubblica di Salò, terrore che si placò solo con la
nostra accoglienza in Svizzera. Purtroppo la felice normalità
ritrovata in territorio elvetico, che per noi ragazzine significava
poter andare liberamente a scuola, venne funestata dalla notizia
della deportazione ad Auschwitz dell’intera comunità ebraica di
Rodi da parte dei Tedeschi, signori dell’isola dall’11 settembre
1943 (già un tragico 11 settembre!). A Rodi erano vissute
pacificamente per generazioni le famiglie di entrambi i miei
genitori. Io stessa nacqui e abitai là (per un paio d’anni) prima
del mio trasferimento a Milano.
Le
persone anziane e i bambini furono eliminati il giorno stesso
dell’arrivo ad Auschwitz . Tra i deportati (e uccisi) ci furono i
miei nonni paterni, gli zii, i cuginetti… Dopo la Liberazione, la
nostra casa milanese era continuamente visitata da giovani rodioti
sopravvissuti allo sterminio. Da loro anche Nora e io ascoltammo cose
che nessuno dovrebbe mai ascoltare. La memoria di quel passato è
rimasta in me e in mia sorella ed emerge dai nostri scritti.
Proprio
dalle pagine di Nora (a dodici anni lasciò un ‘giornalino mio’ -
accostato al diario di Anna Frank - e da adulta scrisse altri
ricordi), trarrò alcune delle mie citazioni. Proporrò anche le
canzoni (melodie e parole) che lei compose e che sono state
presentate in vari spettacoli e concerti tenuti a Milano.
Mostrerò
inoltre cartoline d’epoca e fotografie, in parte prese da album di
famiglia e in parte scattate da me nel corso dei miei viaggi a Rodi.
Infine,
una riflessione sul ‘Giorno della Memoria’: penso che questa
ricorrenza sia necessaria affinché le nuove generazioni sappiano ciò
che accadde, soprattutto perché, come ha detto il presidente Ciampi
a proposito della Shoah, ‘la storia che si dimentica si ripete’
”.
L’incontro
sarà introdotto da Alberta Bezzan, della Fondazione Centro di
Documentazione Ebraica di Milano (CDEC Onlus), e da un rappresentate
dell’“Associazione Scuola Stoppani”, alla quale si deve il
progetto “La memoria degli archivi scolastici. Recupero e
valorizzazione dell’archivio storico dell’Istituto Comprensivo
Antonio Stoppani” a cui partecipano, a vario titolo, lo stesso
Istituto, la Regione Lombardia, l’Associazione IRIS, il Consiglio
di Zona 3 e la Biblioteca Valvassori Peroni.