Cosa vedere a Filmmaker 2015

Qualche consiglio per destreggiarsi nell’edizione numero 35 di Filmmaker ()
La visite

Dal 27 novembre al 6 dicembre Filmmaker 2015 riserva un programma molto vasto per un totale di 91 film, molti dei quali in prima assoluta. Nell’impossibilità di vedere tutto, anche il cinefilo più accanito cerca un filo conduttore che lo soddisfi e gli permetta di cogliere il senso del Festival. Avventuriamoci dunque alla scoperta del programma per sottolinearne qualche proposta particolarmente importante o intrigante.

Scontato forse il consiglio di vedere il film d’apertura (27 novembre, ore 21, Arcobaleno Film Center) quell’ “Arabian Nights” di Miguel Gomes in prima italiana dopo il passaggio al Festival di Cannes: il Portogallo di oggi rivisto alla luce de “Le mille e una notte”.

Tra i documentari ammessi al concorso internazionale incuriosisce i milanesi, ma non solo, “L’infinita fabbrica del Duomo” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (29 novembre, ore 21, Spazio Oberdan) che parla proprio di quello che pensate.

Nella sezione “Prospettive” sono ospitati, tra ricerca e narrazione, 15 film di giovani filmmaker italiani.

Da vedere “Upm, Unità di Produzione Musicale” di Elvio Manuzzi, Pietro De Tilla e Tommaso Perfetti che racconta una straordinaria performances in fabbrica di 72 musicisti/operai, da un’idea di Enrico Gabrielli con, tra gli altri, Niccolò Fabi, Dente, Enrico Molteni, Effepunto, Francesco Bianconi (3 dicembre, ore 21, Arcobaleno Film Center).


Nella sezione “Fuori Formato” si segnala la retrospettiva dedicata al giovane regista austriaco Johan Lurf che sarà anche protagonista di una master class, mentre la “Retrospettiva 2015” è dedicata a Daniele Incalcaterra, autore di film politici e sociali, attivo a partire dai primi anni ’90.

Tra gli “Eventi Speciali” un omaggio a Chantal Akerman (28 novembre, ore 16.30, Spazio Oberdan) e a Manoel de Oliveira entrambi scomparsi da poco. Del regista portoghese è in programmazione “Visitas Ou Memòrias e Confissões”, film autobiografico del 1981, mostrato per volontà dell’artista solo dopo la sua morte (3 dicembre, ore 21, Spazio Oberdan).

E ancora “La visite” di Pippo Delbono (foto di copertina) e “L’Aquarium et la nation” di Jean-Marie Straub (entrambi il 29 novembre a partire dalle ore 21 a Spazio Oberdan), mentre Franco Maresco dedica al regista teatrale Franco Scaldati il suo “Gli uomini di questa città io non li conosco-Vita e teatro di Franco Scaldati” (6 dicembre, ore 21, Spazio Oberdan).

Da non perdere l’omaggio a Paolo Rosa con il suo primo film del 1980, realizzato con Studio Azzurro, “Facce di festa” (6 dicembre, ore 17, Spazio Oberdan). Ciao Paolo.

Chiude il festival, subito dopo le premiazioni, “Antonia” di Ferdinando Cito Filomarino, terzo film dedicato alla figura e all’opera della poetessa Antonia Pozzi di cui è in corso una mostra fotografica a Spazio Oberdan (6 dicembre, ore 21, Arcobaleno Film Center).

Salvo clamorose omissioni, il percorso segnalato permette di cogliere almeno il senso profondo di una rassegna che, alla sua 35esima edizione, è ancora perfettamente in grado di cogliere il segno del nuovo cinema.

Vedere per credere.


(Massimo Cecconi)



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