Storie di cavalli e di uomini

Esce sui nostri schermi con un paio di anni abbondanti di ritardo un eccentrico film di una cinematografia ai margini com’è oggettivamente quella islandese.

Ambientato in una landa desolata, così come, per altro, un altro film islandese che ha fatto capolino recentemente dalle nostre parti, con curiosa concomitanza (Rams-Storia di due fratelli e otto pecore), intreccia storie di uomini e animali con assoluta partecipata pariteticità.

Storie grottesche e amare, caustiche e drammatiche, crudeli e tenere. Al centro dell’attenzione una bellissima giumenta bianca di razza islandese (simile al pony ma pony non è) coperta suo malgrado (?) da un focoso stallone, su cui s’innesta l’ira funesta del suo narcisista padrone. In un microcosmo dove tutti osservano (e spiano) tutti con potenti cannocchiali, si consumano faide ancestrali e follie alcoliche, nel rispetto assoluto però di un paesaggio immutato e immutabile, sferzato dai venti e dalle intemperie.

Un’umanità varia alle prese con se stessa e con la natura che la circonda in un racconto nitido, morale o amorale che sia, che ci porta a indagare un mondo, per quanto occidentale, molto lontano da noi e dai nostri parametri di vita.

Anche il titolo originale (Of Horses and Men) mette prima i cavalli degli uomini e questo vorrà pur dire qualcosa. Lasciatevi coinvolgere dal clima surreale del racconto, anche perché nei titoli di coda ci assicurano che nessun cavallo è stato maltrattato. Degli uomini non è detto.

In programmazione al Cinema Palestrina