Teresa, Camilla, Hannah: nomi per Milano

E se il cambiamento culturale di una città fosse evidente a partire… dalla strada? Se lo augura il Gruppo di Toponomastica Femminile attivo a livello nazionale e che, a Milano, chiede al sindaco di dedicare l’intitolazione di nuove strade a tre donne, Teresa Sarti, Camilla Cederna e Hannah Arendt, rendendo giustizia ai valori di cui sono state portavoce: etica civile, coraggio morale e interesse al bene comune. 

()
toponomastica femminile web

Nato nel gennaio 2012, nello spazio di pochi mesi il gruppo Toponomastica Femminile ha fatto proseliti in numerose città italiane, sollecitando l'attenzione dei cittadini e dei media nazionali. Il merito della notorietà va senza dubbio ascritto all'idea originaria, semplice ed efficace a un tempo, di impostare ricerche, pubblicare dati e fare pressioni su ogni singolo territorio affinché strade, piazze, giardini e luoghi urbani in senso lato, siano dedicati alle donne, compensando così l'evidente sessismo che caratterizza l'attuale odonomastica (1). Cartine al tornasole di una "misoginia ambientale" diffusa, le targhe stradali contribuiscono di fatto a creare un immaginario collettivo fuorviante e limitato a un tempo: anzitutto le figure illustri ricordate sono quasi esclusivamente di sesso maschile. In seconda battuta, se ne celebra l’attitudine al “Potere” e all’egemonia politico/culturale, consacrando queste pratiche discutibili a valori condivisi. 

Il progetto Toponomastica Femminile (iniziativa nata da un'idea di Maria Pia Ercolini, insegnante romana) intende ribaltare anche questa logica, rimandando a una visione del mondo dove la solidarietà, la condivisione, l'amorevolezza - si può forse negare che siano spesso espressione dell’agire quotidiano al femminile? - diventino parametri privilegiati delle intitolazioni ufficiali.Senza por tempo al tempo e in completa adesione ai principi generali che hanno animato la nascita del movimento, i gruppi operativi nelle varie città hanno quindi chiesto che le Giunte Comunali correggano le palesi discriminazioni. E sulla scia di qualche buona pratica già in corso (è il caso di Catania, Lodi, Palermo, Ancona…), anche nella nostra città il Gruppo si è mosso, inoltrando l'8 marzo scorso un appello circostanziato al sindaco Pisapia. 

Cosa chiede nella pratica il gruppo di lavoro Toponomastica Femminile di Milano?
In particolare che «si proceda ad attribuire, alle prossime tre strade il nome di tre donne legate, in vario modo, al territorio locale, nazionale, internazionale, che costituiscono esempio di etica civile, coraggio morale, azione tesa al bene comune».I nomi proposti sono quelli di Teresa Sarti (co-fondatrice con il marito Gino Strada, della ONG Emergency), Camilla Cederna (giornalista e scrittrice italiana) e Hannah Arendt (filosofa e storica tedesca). Nelle intenzione dei Gruppo, l’attribuzione servirà non solo a «mantenerne viva e visibile la memoria, ma contribuirà a porre le basi  per quella società giusta, civile, solidale che tutti, con forza, cerchiamo di costruire».  

I NOMI PER MILANO.
In una breve biografia, le ragioni della scelta
 

Teresa Sarti (Sesto San Giovanni, 28 marzo 1946 - Milano, 1º settembre 2009), co-fondatrice, nel 1994, con il marito Gino Strada, della ONG Emergency, della quale è stata anche prima presidente. Di formazione cattolica, insegnante di lettere, diventa la protagonista di una battaglia contro le guerre che non conosce compromessi, né giustificazioni di parte: con Emergency vengono curati oltre 3 milioni di ammalati, feriti, mutilati a causa delle guerre. È emblema di quell’amore per tutto il genere umano che ha ispirato l’azione dei grandi personaggi che, nella storia, hanno dedicato la propria vita ad alleviare le sofferenze dei loro simili: lei restava anche dove gli altri fuggivano. 
Esempio di una dedizione senza riserve, mai esibita, alla causa della pace come condizione essenziale della sopravvivenza dell’umanità. 

Camilla Cederna (Milano, 21 gennaio 1911 - Milano, 5 novembre 1997), giornalista e scrittrice italiana. Esordisce nel giornalismo nel 1939 sul quotidiano milanese L'Ambrosiano. Dal 1945 al '55 è redattrice nel settimanale L'Europeo. Dal '58 al 1981 diventa inviata per L'espresso; negli anni ‘90 collabora con la rivista Panorama. È stata corrosiva e abile fustigatrice dei costumi italiani, di cui narrava la mediocrità nei vizi e nelle virtù. In seguito alla strage di piazza Fontana a Milano, il suo impegno si è spostato sul piano decisamente politico: ricordiamo la battaglia per conoscere la verità sulla morte di Pinelli (Pinelli, una finestra sulla strage,1971), e la campagna contro Giovanni Leone (La carriera di un presidente, 1978). 
Giornalista intelligente e scomoda, costituisce un esempio di coraggio civile e di ricerca costante della verità, anche in scontri titanici e perdenti col Potere. 

Hannah Arendt (Linden, 14 ottobre 1906 – New York, 4 dicembre 1975), filosofa e storica tedesca. Emigrata negli Stati Uniti d'America da cui ottenne anche la cittadinanza, ha sempre rifiutato ogni etichetta o definizione per la sua attività.Ha messo a fuoco problemi che riguardano, nel profondo, la storia del genere umano, indagandone i fenomeni con occhio lucido, giusto e mai di parte. Ne “La banalità del male - Eichmann a Gerusalemme” (1963), la Arendt ha sollevato la questione che il male possa nascere dall’assenza di radici, di memoria, di riflessione su se stessi. Ne “Le origini del totalitarismo” (1951) ha individuato le radici dello  stalinismo e del nazismo, e le loro connessioni con l'antisemitismo. La sua teoria politica è racchiusa in “Vita Activa. La Condizione umana” (1958), in cui rivendica la necessità del politico nella vita umana per restituire "una teoria libertaria dell'azione nell'epoca del conformismo sociale". 
È figura di intellettuale che indaga senza compromessi su ciò che divide tra loro gli individui, per giungere a definire una qualità di vita in cui il dialogo e il bene comune siano il primario obiettivo dell’azione umana.

 

    (1) NOTA L'odonomastica è una branca della toponomastica. Gli odonimi dei centri urbani, nell'Europa continentale, sono il risultato di scelte politiche e ideologiche ben chiare e consentono di leggere orientamenti e mode delle rispettive società.Nell'Italia preunitaria prevalevano i riferimento ai santi, a mestieri e professioni esercitate sulle strade, e alle caratteristiche fisiche del luogo. In seguito, la necessità di cementare gli ideali nazionali, portò a ribattezzare e piazze dedicandole a protagonisti, uomini, del  Risorgimento e in generale della patria; con l'avvento della Repubblica, si decise di cancellare le matrici di regime e di valorizzare fatti ed eroi, uomini, della Resistenza. Ne deriva un immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente maschili.


 



 

 

 


Commenta

 
 Rispondi a questo messaggio
 Nome:
 Indirizzo email:
 Titolo:
Prevenzione Spam:
Per favore, reinserire il codice riportato nell'immagine.
Questo codice serve a bloccare i tentativi di inserimento automatici.
CAPTCHA - click right for audio Play Captcha