A teatro e al cinema…a piedi: Sergej M.Ejzenstejn- I 90 anni della Potemkin

La Cineteca Italiana per nostra fortuna non chiude per ferie. Anzi, per il periodo estivo, rilancia alla grande con rassegne come questa dedicata a uno dei padri del cinema mondiale. Dal 18 luglio al 2 agosto presso Spazio Oberdan. Vietato astenersi. ()
corazzata

Contrordine, chi la pensa come Paolo Villaggio in Fantozzi forse è meglio che si astenga. La corazzata Potemkin, uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi, non fa per lui. Per tutti quelli che amano il cinema invece l’occasione è pressoché imperdibile perché permette di vedere sul grande schermo opere cinematografiche che stanno tutte a ragione nella storia del cinema.

Si parte appunto con La corazzata Potemkin (1925), un potentissimo film muto in bianco e nero, che racconta una storia di sopraffazione cruda e aggressiva a cui si sono poi ispirati decine di autori cinematografici, con buona pace del povero Fantozzi e dei suoi colleghi in mezze maniche.

La proiezione presso Spazio Oberdan si avvarrà di un commento musicale dal vivo eseguito da un ensemble poderoso composto da cinque musicisti.

L’apoteosi di Ejzenstejn si compie poi con capolavori come Ivan il Terribile(1944-1946), proiettato nelle sue due canoniche parti, in cui al bianco e nero si sovrappone anche il colore, e l’uso del colore è una storia nella storia del film; Alexander Nevskij (1938), opera carica di metasignificati con le musiche auliche di Sergej S.Prokofiev e Lampi sul Messico (1933), film di montaggio di parte dei materiali girati tra il 1931 e il 1932 da Ejzenstejn stesso che avrebbero dovuto comporre l’opera, rimasta purtroppo incompiuta, Que viva Mexico!

In diretta connessione con quest’ultimo film, la rassegna propone l’ultima opera di Peter Greenaway che racconta a modo suo l’esperienza artistica e umana di Sergej Ejzenstejn nel Messico post rivoluzionario dei primi anni ’30 del ‘900.

Ejzenstejn in Mexico (2015) racconta il soggiorno messicano del regista sovietico a contatto, per la prima volta, con il cinema americano. Il film racconta soprattutto le esperienze umane e sessuali di una persona che aveva sempre negato la sua diversa sessualità che si manifesta nel calore e nel colore di un paese agli antipodi rispetto alla madre Russia.

Il film, come quasi sempre in Greenaway, è visionario ed eccessivo, con una scena esplicitissima di sesso omosessuale, e descrive il regista russo quasi come un ingenuo naif, un idiot savant toccato dal genio e dalla maledizione della creatività.


Che dire, infine, La corazzata Potemkin è pazzesca e basta…

Programmazione completa e modalità di accesso sul sito www.cinetecamilano.it



(Massimo Cecconi)



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