Piano City in un salotto che da sempre vive in musica

Parliamo del salotto di Annibale Rebaudengo, grande pianista, docente di pianoforte al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ()
piano city milano maggio 2015 rid.

Ha insegnato anche Metodologia della Didattica Strumentale e Improvvisazione. Presidente nazionale della Società Italiana per l’Educazione Musicale dal 1996 al 2005 e membro di commissioni ministeriali per la promozione e diffusione della musica nelle scuole, da sempre si è interessato ai diversi generi musicali.

Non è la prima volta che partecipa a Piano City, in edizioni passate, con la collaborazione degli allievi dei Corsi di Improvvisazione da lui tenuti, aveva anche dato vita a una serata di oroscopi in musica, trasformando le parole, appunto, in frasi musicali.

L’Improvvisazione e l’insegnamento della medesima risultano quindi un elemento caratterizzante e diversificante di questo musicista a tutto tondo.

“Come funzione una lezione di Improvvisazione?”

“Si parte dal liberare l’allievo da “blocchi”, il solito sentir dire ”io non so improvvisare”, è questa idea, questo blocco che pian piano deve svanire.All’inizio quindi non vengono date indicazione precise e restrittive su note, gradi della scala ecc……ma si parte dal semplice  gesto e movimento del braccio e della mano. Così ti immagini di camminare sul pianoforte come una pantera, alternando delicatamente una mano all’altra, concentrandoti sul gesto di appoggio e di alzata del braccio. Successivamente immagini  che la pantera cominci a saltare, le braccia si muovono più velocemente, l’appoggio e l’alzata sono più rapidi, il movimento deve essere naturale, libero e fluido.

Il passo successivo è fare la distinzione tra i colori dei tasti, una mano sui bianchi l’altra sui neri. Il movimento delle due mani si alterna mantenendo una differenza di colori espressivi tra gli uni e gli altri. Dai colori si passa al distinguere le singole note. Parte poi l’improvvisazione su tasti neri, che nella successione in cui sono corrispondono alla scala pentatonica di fa e risulta quindi più semplice improvvisarci sopra. Infine si arriva a delle proprie linee guida seguendo  vari esercizi  come quelli racchiusi nel suo libro “leggere e improvvisare: pianoforte “

“Perché sono pochi i docenti che insegnano Improvvisazione e spaziano tra generi diversi?”

“C’è sempre l’idea che il fare qualcosa di diverso dalla Classica ti possa rovinare la mano ” continua ” la scuola è pensata come un posto dove tutto è proibito tranne quello che è permesso, mentre in realtà è il contrario.E’ anche vero che da parte dell’allievo ci deve essere un interesse e una predisposizione a conoscere altro oltre a quello che è istituzionalizzato. Conoscere, suonare altri generi non può essere che utile; se conosci il blues, la sonata di Ravel ne avrà giovamento, così come il jazz per le musiche del ‘900 e la musica popolare, ad esempio, per le danze ungheresi di Brahms!”

 “A cosa sta lavorando ora?”

"A un programma chiamato”Migrazioni e contaminazioni”.I popoli che migrano si portano dietro il loro bagaglio culturale e musicale.Così nell’800 la musica degli zigani ha influenzato Haydn Schubert, Brahms,  allo stesso modo di come i gitani hanno influenzato i compositori spagnoli.La contaminazione non viene solo dai nomadi ma anche dalle dominazioni, dominazioniculturali, come nel ‘700/’800 la musica spagnola influenzerà quella napoletana .L’Habanera in realtà viene da Cuba, arriva in Europa e viene fatta propria dagli spagnoli, diventandone caratteristica (le atmosfere della Carmen di Bizet), così come in Argentina si è trasformata nel Tango che tutti conosciamo”.

 “Chi sono gli interpreti che porta a Piano City ?”

“Sono tre ex allievi e una ex moglie” mi dice ridendo.

Si alterneranno: il 23 maggio Ester de Stefano alle 16  e Monica Tanga  alle 18 - il 24 maggio Cristina Carini alle 11 e  Riccardo Schwartz alle 17.00 in via Benedetto Marcello 93!

http://www.pianocitymilano.it


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