Piano City in un salotto che da sempre vive in musica
Ha insegnato anche Metodologia della Didattica Strumentale e Improvvisazione. Presidente nazionale della Società Italiana per l’Educazione Musicale dal 1996 al 2005 e membro di commissioni ministeriali per la promozione e diffusione della musica nelle scuole, da sempre si è interessato ai diversi generi musicali.
Non è la prima volta che partecipa a Piano City, in edizioni passate, con la collaborazione degli allievi dei Corsi di Improvvisazione da lui tenuti, aveva anche dato vita a una serata di oroscopi in musica, trasformando le parole, appunto, in frasi musicali.
L’Improvvisazione e l’insegnamento della medesima risultano quindi un elemento caratterizzante e diversificante di questo musicista a tutto tondo.
“Come funzione una lezione di Improvvisazione?”
“Si parte dal liberare l’allievo da “blocchi”, il solito sentir dire ”io non so improvvisare”, è questa idea, questo blocco che pian piano deve svanire.All’inizio quindi non vengono date indicazione precise e restrittive su note, gradi della scala ecc……ma si parte dal semplice gesto e movimento del braccio e della mano. Così ti immagini di camminare sul pianoforte come una pantera, alternando delicatamente una mano all’altra, concentrandoti sul gesto di appoggio e di alzata del braccio. Successivamente immagini che la pantera cominci a saltare, le braccia si muovono più velocemente, l’appoggio e l’alzata sono più rapidi, il movimento deve essere naturale, libero e fluido.
Il passo successivo è fare la distinzione tra i colori dei tasti, una mano sui bianchi l’altra sui neri. Il movimento delle due mani si alterna mantenendo una differenza di colori espressivi tra gli uni e gli altri. Dai colori si passa al distinguere le singole note. Parte poi l’improvvisazione su tasti neri, che nella successione in cui sono corrispondono alla scala pentatonica di fa e risulta quindi più semplice improvvisarci sopra. Infine si arriva a delle proprie linee guida seguendo vari esercizi come quelli racchiusi nel suo libro “leggere e improvvisare: pianoforte “
“Perché sono pochi i docenti che insegnano Improvvisazione e spaziano tra generi diversi?”
“C’è sempre l’idea che il fare qualcosa di diverso dalla Classica ti possa rovinare la mano ” continua ” la scuola è pensata come un posto dove tutto è proibito tranne quello che è permesso, mentre in realtà è il contrario.E’ anche vero che da parte dell’allievo ci deve essere un interesse e una predisposizione a conoscere altro oltre a quello che è istituzionalizzato. Conoscere, suonare altri generi non può essere che utile; se conosci il blues, la sonata di Ravel ne avrà giovamento, così come il jazz per le musiche del ‘900 e la musica popolare, ad esempio, per le danze ungheresi di Brahms!”
“A cosa sta lavorando ora?”
"A un programma chiamato”Migrazioni e contaminazioni”.I popoli che migrano si portano dietro il loro bagaglio culturale e musicale.Così nell’800 la musica degli zigani ha influenzato Haydn Schubert, Brahms, allo stesso modo di come i gitani hanno influenzato i compositori spagnoli.La contaminazione non viene solo dai nomadi ma anche dalle dominazioni, dominazioniculturali, come nel ‘700/’800 la musica spagnola influenzerà quella napoletana .L’Habanera in realtà viene da Cuba, arriva in Europa e viene fatta propria dagli spagnoli, diventandone caratteristica (le atmosfere della Carmen di Bizet), così come in Argentina si è trasformata nel Tango che tutti conosciamo”.
“Chi sono gli interpreti che porta a Piano City ?”
“Sono tre ex allievi e una ex moglie” mi dice ridendo.
Si alterneranno: il 23 maggio Ester de Stefano alle 16 e Monica Tanga alle 18 - il 24 maggio Cristina Carini alle 11 e Riccardo Schwartz alle 17.00 in via Benedetto Marcello 93!
http://www.pianocitymilano.it