Artediparte. Franca Valeri o la profondità della leggerezza

Cinque motivi + uno per vedere Il cambio dei cavalli, nuovo spettacolo di e con Valeri, dal 19 al 24 maggio al teatro S. Babila di Milano. ()
Franca Valeri

Ieri sera, al debutto, eravamo lì anche per voi. In piedi, commosse come tutte, a gridare “Brava!” e a stringerci intorno a lei, a lanciarle baci e agitare saluti. Perché non basta semplicemente applaudire Franca Valeri, protagonista e autrice di una nuova commedia presentata dal Teatro Parenti e dal Piccolo. Il lavoro, previsto a ottobre e annullato per motivi di salute, è presentato così dalla stessa Valeri: il viaggio riprende, i cavalli sono freschi, il serbatoio è pieno, si può ricominciare a correre lungo i percorsi accidentati della vita

Noi ve lo raccomandiamo:

… perché in uno dei salotti buoni, simbolo di Milano, voluto addirittura dal futuro Papa Paolo VI, si festeggia la carriera stupefacente, la sagacia e il tratto supremamente signorile di una grande attrice milanese, che ha attraversato con la sua vena stralunata e graffiante l’intera storia del Paese.

… perché in questa rappresentazione la cortina teatrale si lacera in più punti e lascia pericolosamente intravedere la sua trama: finzione e realtà si fanno vertiginosamente vicini. E il lavoro, godibile e leggero, si carica di tensione morale e di sfida, grazie a una presenza scenica magnetica che attrae, come un buco nero, fantasia e realtà, mettendoci sotto gli occhi la società in cui viviamo vista da una Donna-di-razza, nata ormai quasi novantacinque anni fa, che dice su di noi una verità pensierosa e amorevolmente beffarda, cui è difficile sfuggire.

… perché è una interessante riflessione sugli uomini (di potere, aggiungiamo noi). E qui citiamo il regista Giuseppe Marini, che dice: «…oltre a quel mix inconfondibile e irrinunciabile di garbo, ironia, arguzia e levità che ha costruito negli anni il suo inossidabile e personalissimo stile, la nuova commedia di Franca Valeri medita sul problema generazionale, sul peso e l'ingombro dei Padri sulla vita e sul futuro dei Figli, specie se figli maschi...Sembra che Franca Valeri, da sempre dedita a quelle chirurgiche e irresistibili "ispezioni" nell'animo femminile, ne Il cambio dei cavalli, si diverta a scandagliare con la sua penna-bisturi i nodi irrisolti di quello maschile, stigmatizzati dalla paradigmatica domanda amletica "essere o non essere", declinata, ovviamente, a suo modo.»

… perché in scena troverete due figure femminili inossidabili, tratteggiate con maestria: la vecchia signora alto-borghese con il suo fedele maggiordomo - Ambrogio, come nella pubblicità dei cioccolatini - che fa le crostate tanto per lei - l’amante – che per l’altra - la moglie - di Lui, il Capitano d’industria, il compagno segreto di una vita. E la giovane donna, risoluta e potente, personaggio multi sfaccettato e attraente di escort-arrampicatrice-sociale-genio-dell’industria, che vuole sposare - e ci riesce - il suo giovane e spaesato erede. Ugualmente contemporanee incarnazioni della Grande-donna-dietro-al-grande-uomo, versione beta. L’eterna donna che domina il dominatore. Questi i signori del mondo e queste le loro donne. Il tutto senza ombra di amarezza né punte di moralismo sarcastico. Lieve, lieve. Soffice come una torta margherita, supremamente riuscita. Saggezza dei novant’anni!

… perché la famiglia non è altro che “un gruppo di estranei protetti dalla legge”, secondo una delle più fulminanti e memorabili battute della commedia. Ma altro sono i legami umani, la conversazione, il desiderio di intimità e il dialogo forte, che scava nell’anima e la guarisce. Il personaggio di Anne Marie Dalcò, interpretato da Valeri, è la vicina di casa, la nonna, la zia, la madre, la sorella che tutte e tutti vorremmo avere…

Ringraziamo Franca Valeri e tutte e tutti coloro che hanno reso possibile questo spettacolo e concludiamo con un’ultima osservazione:dando un’occhiata alla prossima stagione del Teatro S. Babila, a noi che, come al solito, siamo di parte, balzano agli occhi i numeri: su 19 grandi nomi di protagonisti in scena, ben dieci sono donne. Bene, ma quante registe e quante autrici? Zero spaccato.

Rincuoriamoci: le donne sono state pochissime persino in Rondò 2015, la stagione di musica contemporanea di Milano. Contemporanea, sì sì, avete letto bene. E in questi giorni alla biennale di Venezia - sempre arte contemporanea - non ci sono che due donne, Marzia Migliora e Vanessa Beecroft, su un totale di quindici. Morettianamente, continuiamo così?

Loredana Metta


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