Al cinema al cinema: Il cinema italiano visto da Milano

Dal 19 al 26 aprile la Cineteca Italiana presenta nelle sue varie sedi, tra cui Spazio Oberdan, la 13° edizione di un festival che ha la ormai comprovata pretesa di raccontare da vicino il cinema italiano, con particolare riferimento alla stagione testé trascorsa. Vi attende un’immersione totale nel cinema di casa nostra , nel bene e nel male. ()
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Encomiabile lavoro quello di costruire un percorso logico avendo come obiettivo la rappresentazione del cinema italiano più recente che, come è noto ai più, non gode oggi di una robustissima costituzione.

La Cineteca Italiana ci prova anche con un certo sprezzo del pericolo che ne deriva dall’obbligo di fare virtù di una necessità a volte non proprio necessaria. A parte (forse) qualche indulgenza di troppo nei confronti di qualche film costruito a tavolino per il mercato, il quadro complessivo merita disincantata attenzione e nessuna demonizzazione.

In breve, accade che si organizzi un concorso per rivelazioni (5 lungometraggi che verranno sottoposti al giudizio di una giuria popolare), la proiezione di anteprime mai uscite in sala a Milano, la riproposizione di un’antologia del meglio del cinema italiano della stagione, la proposta di una retrospettiva (doverosa) in occasione del 70° anniversario della Liberazione, l’allestimento di una mostra fotografica dal titolo “Milano città aperta” (70 scatti “partigiani” espositi nel foyer di Spazio Oberdan dal 21 aprile al 3 maggio), la programmazione di lezioni di cinema presso cinque licei milanesi (gli “insegnanti” in cattedra saranno, tra gli altri, Cristina Comencini, Massimo Popolizio e Maccio Capatonda), l’anteprima del restauro di un documentario del 1932, La ricevitrice, scovato negli archivi dell’AEM.

Qualche segnalazione è d’obbligo. Per gli appassionati di Fabrizio De Andrè (e sono già passati 16 anni dalla scomparsa) viene proposto Faber in Sardegna di Gianfranco Cabiddu, e il titolo già dice tutto.

Tra i film italiani di ieri mattina, l’occasione è intrigante per vedere/rivedere Il giovane favoloso di Mario Martone, Latin Lover di Cristina Comencini, Torneranno i prati di Ermanno Olmi, Hungry Hearts di Saverio Costanzo e Noi e la Giulia di Edoardo Leo (è annunciata la presenza di Claudio Amendola che di questo film è tra gli interpreti). Giusto segnalare, per la cronaca, che in sala, oltre che in cattedra, è annunciato anche Maccio Capatonda per via della proiezione del suo Italiano Medio. Speriamo in bene.

Chi avrà poi occasione di vedere Eva Braun di Simone Scafidi, ci dirà.

A parte i già citati, ecco qualche altro nome “presente in sala”: Barbara Bobulova, “bella e brava”, come suol dirsi (attesa per la proiezione di Anime neredi Francesco Munzi), Marco Bechis (qui per presentare Tutte le scuole del regno), Riccardo Tozzi, produttore di lungo corso, e Brando De Sica di cui si avrà modo di vedere il corto Non senza di me che ha una sua divertente ragion d’essere.

E ancora, in ordine molto sparso, un omaggio a Pino Daniele attraverso la proposta di un vecchio film del 1927 di Eugenio Perego che s’intitola Napoli non è una canzone, per l’occasione anche rimusicato con le canzoni dello stesso Pino Daniele dedicate alla sua città; la piccola rassegna Cortology, in cui appare il film già citato di De Sica; il documentario di Bruno Bigoni Sull’Anarchia (al MIC); e, tra le anteprime, Pitza&Datteri del regista curdo Fariborz Kamkari; Prog Revolution di Rossana De Michele, dedicato al rock progressivo milanese (PFM, Area, Finardi ecc.) e Welcome Homedi Silvia Maggi e Silvia Radicioni che affronta, in una casa di riposo in quel di Berlino, un argomento piuttosto insolito.

Prima di rimandarvi per l’intero programma e per le modalità d’accesso al sitowww.cinetecamilano.it,

doverosa segnalazione che il Festival, oltre che a Spazio Oberdan, verrà ospitato anche al MIC (Museo interattivo del cinema) e a Metropolis 2.0 di Paderno Dugnano.

Ultimissima segnalazione: Filippo Crivelli (storico regista teatrale milanese) e Maurizio Porro (altrettanto storico critico cinematografico) si confronteranno sul tema “Milly e Mariangela Melato”, ripercorrendo le carriere, gli umori e i sapori di due grandissime donne milanesi, icone del teatro e del cinema di tutti i tempi.

Tutto ciò che non è detto lo potete sperimentare direttamente dal 19 al 26 aprile immergendovi in Il cinema italiano visto da Milano. Buona Cineteca a tutti.


(Massimo Cecconi)



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