A teatro e al cinema…a piedi: La famiglia Bélier

Se avete un paio d’ore disponibili e avete voglia di staccare e rilassarvi andate a vedere La famiglia Bélier.

Se poi le attese non sono particolarmente alte, ci sarà anche modo di divertirsi e, forse, ma solo se siete cuori veramente teneri, di commuovervi.

I Bélier (padre, madre, una figlia, un figlio) vivono in una bella fattoria normanna dove producono formaggi che poi vendono al mercato del paese. Una famiglia serena, soddisfatta del proprio stato, senza problemi economici.

Un problema, a dire il vero, ci sarebbe anche. Padre, madre e figlio maschio adolescente sono profondamente sordi. L’unica normo udente in famiglia è Paula, liceale sedicenne, che il resto della famiglia considera però “diversa”. Naturalmente è proprio Paula che comunica con il mondo, che intrattiene i clienti sul banco del mercato e che canta, perché ha una bellissima voce (e c’è un perché), nel coro della scuola.

La componente sorda della famiglia affronta la vita con una certa esuberanza, anche dal punto di vista sessuale, al punto che il padre Bélier (termine che in francese significa ariete) pensa persino di candidarsi a sindaco del paese e tiene comizi aiutato da un interprete dei segni parlante. Vicende varie, che scoprirete da soli, conducono beatamente verso un lieto fine che scalda il cuore e la voce di chi ce l’ha.

Campione d’incassi in Francia, il film è costruito intorno alla giovane Louane Emera che, in terra d’Oltralpe, ha partecipato all’edizione francese di The Voice (e questo è il perché). Tutti i personaggi sono di simpatia naturale, solari e un po’ ingenui. Sembra insomma di vivere nel migliore dei mondi possibili, come diceva quel tale.

Per una volta tanto crediamoci e godiamoci le divertenti schermaglie della famiglia Bélier, al suo interno e nei confronti del suo piccolo mondo. Si astengano, oltre ai troppo raffinati, anche i cinici e i disillusi.

La famiglia Bélier