Donne nascoste. ADA, L'INCANTATRICE DEI NUMERI (III cap)

Ecco il terzo e ultimo capitolo della storia di Ada Byron Lovelace, la geniale matematica a cui, fin troppo tardivamente, è stato intitolato uno dei linguaggi di programmazione più innovativi della storia dell'informatica.  ()
AdaMacchina
...
Si passò piano una mano tra i capelli di grigio velluto.
Il suo sguardo s'immerse tra le  nuvole che vedeva affollarsi in lontananza nel riquadro della finestra della stanza.  Da qualche mese infatti era costretta a letto perché le sue condizioni di salute erano visibilmente peggiorate.
I dottori avevano lasciato intendere ai familiari che ben poco si poteva ormai sperare. Anche se si sforzava di mostrarsi serena e si sottometteva ad ogni cura possibile,  il suo animo era disperato e avvolto dalla tenebra.        

Distesa a letto tra candidi cuscini e strati di coperte  guardava  fuori dalla finestra dove la prima neve invernale aveva iniziato a fioccare.
Un pomeriggio udì un leggero tramestio e voltandosi vide affacciarsi alla porta della stanza il piccolo Ralph
“Mamma,  fammi entrare” disse aprendo del tutto la porta e avvicinandosi un po’ impaurito al suo capezzale.
Mamma,  come stai?” alzò la voce slanciandosi tra le braccia di Ada.
Sto un po’ meglio oggi non ti preoccupare. Come hai fatto ad entrare? La nonna mi ha detto che vi ha proibito di avvicinarvi” la voce le s'incrinò sull'ultima sillaba e tacque.
Sì, la nonna non vuole che ti disturbiamo, ma Byron mi ha detto che per un'ora l'avrebbe distratta con i suoi compiti e che quindi dovevo salire proprio ora per vederti e riferirgli.
Ada carezzò il viso del suo bimbo e cercò di rassicurarlo.
Sono ancora un po’ debole ma mi sto curando, vedrai che tra qualche giorno andremo insieme a trovare gli scoiattoli di Hide Park”.
Il cuore le balzò in petto in un moto di commozione e il bimbo capì subito la gravità della situazione, ma non ebbe il tempo di sincerarsene perché improvvisamente entrò in camera il padre e lo pregò di uscire immediatamente e lasciarlo solo con la madre se non voleva essere punito. A malincuore il piccolo si staccò dalle braccia della madre e obbedì.

Come mai gli esseri viventi che sono cosi intelligenti, addirittura come te che sei stata capace d'inventare nuovi strumenti di conoscenza, non sono ancora riusciti ad eliminare dal mondo il dolore?” chiese William avvicinandosi con espressione turbata e aggiunse “sono preoccupato per quel che sta capitando e per quel che accadrà a questa famiglia”.
Ada si sollevò un poco dal suo giaciglio e cercò di prendergli la mano e appena riuscì ad afferrarla senti che subito lui cercava di ritrarla tuttavia non si scompose e commossa dalla sua timorosa affettuosità, prendendo coraggio come sua abitudine decise di confessargli ogni cosa:
William abbiamo conosciuto insieme tratti di gioia e lunghi periodi di dolore che non so come siamo riusciti a superare. Penso forse grazie a questa reciproca sopportazione, penso -fece una pausa sospirando- che potremmo assolverci vicendevolmente di fronte alla nostra coscienza come veri coniugi, puri…
Ma cosa dici?” il tono di William era diventato di scontro - parli come se ci fosse qualcosa da farsi perdonare, non ho mai lontanamente immaginato...
io si... -disse Ada con un filo di voce mentre le lacrime le si affollavano a bagnarle le gote ”e penso che il dolore che provo ora nel rivelartelo sia la prova più nobile e preziosa del sentimento che ci lega".
Pallido William si alzò cercando di scavare nella memoria alla ricerca di qualche particolare importante da ricordare.  “Mi sono invaghita di Charles Babbage, non sono una scostumata in realtà, ho solo provato un sentimento forte, grande quasi da confonderlo con l'amore, ma era la riconoscenza che gli dovevo  a farmi smarrire. Gli ho scritto qualche lettera e lui mi rispondeva entusiasta, riconoscendo la validità e la perspicacia delle mie intuizioni.  Mi sono sentita finalmente accolta e apprezzata per una causa nobile, per una scoperta che solo lui avrebbe potuto apprezzare e tra l'altro non ha apprezzato..
La voce le si incrinò e tacque in attesa di una buona parola, ma William aveva  lo sguardo impietrito rivolto alla finestra dove la neve continuava a fioccare dolcemente. Ada si fece coraggio e continuò:
Ora che sto per congedarmi da voi che siete stati il mondo per me, le persone per cui ho vissuto e per le quali ho lottato e faticato tanto, mi chiedo, come abbia potuto sopportare tanto. Tutte le vicissitudini della mia famiglia d'origine, tutte le persone che in seguito ho dovuto accettare con i loro giudizi e le loro dicerie, i loro pettegolezzi crudeli, e tutta la tua famiglia che avevo sperato mi consolasse e che mi restituisse la parte migliore di me stessa. Come ho fatto a reggere tutto questo fino ad ora?
Ma tu hai la febbre” urlò  William passeggiando avanti e indietro davanti al letto ”tu eri la regina della mia casa, sei la madre dei miei figli, hai anche potuto studiare ed esercitati come matematica, cosa, cosa volevi di più?” e si fermò per respirare perché si sentiva mancare l'aria.

Ada si sentì presa all'improvviso da una grande pietà per se stessa e replicò:
Tutti mi credete orgogliosa se non della mia intelligenza della mia forza, ma ora non sono più capace di trattenere tutte le lacrime che ho represso e l'amore che provo per te e per voi che siete la mia famiglia è riesploso dall'inizio alla fine. Forse nessuno si accorgerà dei miei studi, forse brucerete le mie carte, tutto sparirà senza che possa tramandare alcunché, ma almeno voi che siete la mia famiglia, voi, abbiate cura dell'amore che vi ho dedicato della dedizione che ho coltivato, della fatica che vi ho donato"
Basta mene vado..!” disse William e aggiunse “ti prego vuoi puoi darmi? si tratta della pace di vivere. Se dobbiamo ancora litigare su cose che non esistono più.. Non posso vivere con il timore di te
L'oggetto del tuo timore sono io, ma in realtà sei sempre stato assillato dal panico perenne. Non riesci neanche per un attimo a dimenticare te stesso per aiutare le anime che ti sono vicine

Avrebbe avuto tanto bisogno che lui l'abbracciasse che si preoccupasse per un attimo di lei, ma lo vide uscire senza dire più neppure una parola e lo sentì sbattere l'uscio come se fosse indispettito.
Ma che si aspettava? Avrebbe avuto bisogno di un sorriso di una parola buona invece sua madre la circondava di religiosi nella speranza che sciogliesse il dolore che l'attanagliava in qualche confessione risarcitoria. Annabelle era convinta che solo in tal modo il male si sarebbe esorcizzato abbandonando il corpo martoriato della figlia e facendola ristabilire.
Ora che aveva reso anche questa estrema confessione sarebbe dovuta migliorare pensò con rabbia Ada.
Al suo capezzale era proibito avvicinarsi tranne che al medico e al prete. Doveva sottoporsi a frequenti salassi che la debilitavano peggiorando la situazione. Sentiva ormai vicina la fine, e facendo uno sforzo sovrumano decise di scrivere le sue ultime volontà, tali come ora le si palesavano.

Afferrò una matita e un pezzo di carta e iniziò a scrivere:
Cari, ormai il mio inverno è bagnato di lacrime e disgraziatamente sono destinata alla mia meta finale. Vorrei  perciò essere sicura di poter riposare accanto a mio padre il poeta Byron per il resto dell'eternità. Incarico mia madre esecutrice testamentaria e sono sicura che sebbene a malincuore esaudirà questo mio unico e finale desiderio. Sono colorata di vento e non temo la fuga, il tremito dell'oceano che s'infrange. La leggera volontà dell'aria s'insinua ormai lieve tra le mie fragilissime forze e fa brillare da lontano la certezza di una luce che già fa parte dell'altrui dolore. Misteriosa è la voce del mio cuore, misteriosa ed aulica. Ripercorre sentieri lontani dove io assecondavo il vento con ali geometriche. Forse mi perderò come nei secoli si potrebbero perdere le parole di mio padre: dicono che la speranza sia felicità ma il vero Amore deve amare il passato e il ricordo risveglia pensieri felici che primi sorgono e ultimi svaniscono”.
Posò la matita incerta se aggiungere ancora qualcosa per i suoi bambini, ma immediatamente si assopì.



Ada Byron Lovelace morì il 27 novembre 1852 all'età di trentasei anni. È sepolta accanto al padre nella Chiesa di Santa Maria Maddalena  ad Huckhall, come da sua ultima volontà.
Quest'anno  tutto il mondo  festeggia il bicentenario della sua nascita.
Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, per unificare i linguaggi di programmazione da impiegare sui propri sistemi, finanziò lo sviluppo di un nuovo linguaggio, chiamato poi Ada in suo onore. Il manuale di riferimento per il linguaggio fu approvato il 10 dicembre 1980 e al relativo fu dato come numero l'anno della sua nascita (MIL-STD-1815). Dal 1988 la British Computer Society conferisce una medaglia a lei dedicata e nel 2008 ha istituito in suo onore una competizione annuale per le studentesse di informatica.


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