A teatro e al cinema…a piedi - Foxcatcher. Una storia americana

Un film di impronta civile che indaga il mondo dello sport senza retorica e compiacimento. Se non siete interessati, non aprite quella porta, vi attende un mondo freddo e cupo. Grande cinema però. ()
foxcatcher WEB
Il sottotitolo italiano recita “una storia americana” ed è proprio una storia completamente targata USA quella che Bennett Miller racconta nel suo bel film. La trama rievoca la vicenda di due fratelli, entrambi campioni olimpici di lotta libera che, nel bel mezzo del cammino della loro vita, impattano con un miliardario psicopatico con cui stabiliscono un rapporto talmente patologico che il finale non può che essere tragico.

La filmografia, non solo americana, indaga spesso il mondo dello sport, raro se non unico che qui si tratti di lotta libera, una specialità atletica poco spettacolare, a volte persino noiosa. Molto muscolare però.

Mark Schultz (Channing Tatum) e il suo fratello maggiore Dave (Mark Ruffalo), malgrado gli allori olimpici, vivono ai margini dello sport business americano. Mark, che molto sveglio non è, soffre le ingerenze del saggio Dave e cerca di emanciparsi accettando di entrare a far parte della scuderia sportiva di John du Pont (Steve Carell), ricchissimo rampollo di una potentissima  famiglia che ha fatto montagne di dollari con la produzione e la vendita di munizioni, già a partire dalla Guerra di Secessione, e con la chimica.

Il catatonico du Pont, sniffatore convinto, omosessuale latente, subisce il dominio assoluto, da manuale di psicoanalisi,  della vecchia madre, una secchissima (non solo fisicamente) Vanessa Redgrave, e cerca di ribellarsi costruendosi un mondo a parte fatto di lottatori ipermuscolosi, ornitologia, filatelia  e armi di un certo ingombro come un carro armato.

Il film, di una esemplare lentezza, racconta il rapporto assurdo e malato che si viene a creare tra du Pont e Mark Schultz nel quale si innesta poi la presenza apparentemente rassicurante e decisamente sana di Dave Schultz e della sua felice famiglia. Sarà proprio questa normalità a scatenate la patologia e a provocare l’atto estremo di cui proprio Dave sarà vittima.

Film non spettacolare, Foxcatcher indaga le psicologie e le umanità, mostrando e denunciando la povertà culturale di certi ambienti e sollevando enormi tappeti sotto i quali si nascondono tonnellate di perbenismo e di ipocrisia. Ottimi gli interpreti.

Su tutti lo “psicopatico” Steve Carell, qui quasi irriconoscibile, noto dalle nostre parti per aver interpretato, tra l’altro, lo zio depresso e aspirante suicida in Little Miss Sunshine.
Contrariamente a quanto dice certa enfasi retorica, lo sport non sempre fa bene.
La stagione però è propizia. Piovono buoni film.


Foxcatcher. Una storia americana
di Bennett Miller
con Steve Carell, Channing Tatum. Mark Ruffalo, Vanessa Redgrave, Sienna Miller
USA 2014, 134’

In programmazione all’Arcobaleno Film Center

Massimo Cecconi


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